Ecologia e conservazione: la letteratura scientifica è dominata dagli uomini di 5 Paesi occidentali

Fortemente sottorappresentate le donne e pochi gli scienziati dei Paesi in via di sviluppo

[2 Marzo 2021]

Lo studio “Women and Global South strikingly under-represented among top-publishing ecologists”, pubblicato su  Conservation Letters da un team internazionale di ricercatori guidato da Bea Maas dell’Universität Wien si occupa della presenza delle scienziate nelle pubblicazioni scientifiche che si occupano di ecilogia e il quadro che ne emerge è sconfortante

Come spiegano al CNRS francese, che ha partecipato allo studio con  Laurent Godet  e Vincent Devictor, « Pubblicare in jun giornale scientifico peer-reviewed   è fondamentale per lo sviluppo della carriera dei ricercatori. Gli scienziati che pubblicano di più e nelle riviste più prestigiose raggiungono generalmente maggiore notorietà ma anche maggiori responsabilità».

Ma il nuovo studio ha dimostrato che «Gli articoli scientifici nel campo dell’ecologia e della biologia della conservazione sono firmati in modo schiacciante da uomini che lavorano in alcuni Paesi occidentali» che dal 1945 rappresentano il 90% dei 1.051 autori che hanno pubblicato maggiormente nelle 13 più grandi riviste scientifiche in questo campo. Lo studio evidenzia che «Tra questi uomini, tre quarti sono affiliati a istituzioni in soli 5 paesi (Stati Uniti. Canada, Australia, Regno Unito e Germania)».

Ma ci sono segnali di miglioramento: le donne sono sempre più tra gli autori che pubblicano di più, rappresentano il 18% dei firmatari più giovani mentre rappresentano solo il 3% dei firmatari più anziani.

Lo studio appena pubblicato su Conservation Letters conclude: «Gli elenchi dei più importanti autori di pubblicazioni in ecologia, evoluzione e scienze della conservazione sono ancora influenzati dalla sottorappresentazione delle donne e degli scienziati del Sud del mondo, riducendo la diversità della leadership accademica in questi campi. Avendo leader diversi con prospettive diverse, potremmo risolvere meglio i problemi ambientali internazionali come gli effetti del cambiamento climatico e la perdita di biodiversità globali e fornire modelli di ruolo per la prossima generazione di ecologisti. Incoraggiamo quindi la comunità scientifica internazionale, in particolare chi è in posizioni di leadership, a promuovere in modo proattivo la diversità e l’inclusione in discipline come l’ecologia e la conservazione. Molte opportunità per aumentare la rappresentanza di donne e scienziati del Sud del mondo sono semplici e quindi dovrebbero essere implementate immediatamente nella buona pratica scientifica, accompagnate da misure che promuovono la consapevolezza e l’ulteriore valutazione della disuguaglianza nelle carriere scientifiche».