E ora la Lega vuole cacciare il lupo. Dalle Marche una Pdl al parlamento
Legambiente e LAC: proposta che viola le normative italiane ed Ue ed è inutile e dannosa
[27 Dicembre 2022]
Praticamente in contemporanea con i parlamentari di Fratelli d’Italia, che hanno presentato l’emendamento per consentire la caccia nelle aree protette, nei centri abitati e in tutti i giorni e periodi dell’anno, due consiglieri regionali delle Marche, Mirko Bilò della Lega – Salvini premier e Giacomo Rossi di Civici Marche hanno presentato La Proposta di Legge 12/22 che, propone l’abbattimento del lupo in deroga alla direttiva Habitat e Bilò spiega che «Anche nella provincia di Ancona gli attacchi di lupi e di ibridi sono all’ordine del giorno e non possiamo far finta di nulla. Dopo gli attacchi di Senigallia dei mesi scorsi, questi episodi si fanno sempre più frequenti, anche a ridosso dei nostri centri abitati. Noi siamo stati eletti per risolvere i problemi e anche questo problema va affrontato. La normativa è statale ed europea, per questo abbiamo usato lo strumento normativo della Proposta di Legge alle Camere, affinché lo stato chieda le dovute deroghe all’Europa così come avviene in altre nazioni europee. L’obiettivo della Pdl è quello di proteggere gli animali d’allevamento e da compagnia, non di uccidere i lupi. Vogliamo tutelare chi subisce gli attacchi come gli allevatori che vivono del loro lavoro».
Sulla questione è intervenuto Marco Ciarulli, presidente di Legambiente che, commentando le dichiarazioni di Bilò ha detto: «Si fermi la scellerata alleanza anti-lupi siglata in questi giorni anche nelle Marche, che propone al Parlamento improbabili e preoccupanti deroghe alle norme nazionali, alle norme comunitarie ed ai trattati internazionali che regolano la tutela di questa specie particolarmente protetta. La proposta dei consiglieri regionali delle Marche sono una trovata che, oltre a non affrontare il reale problema della corretta coesistenza tra lupo e attività antropiche, rappresenta un favore unicamente all’ala più oltranzista del mondo venatorio che con la fauna selvatica ha un rapporto distorto e vecchio».
Dopo aver ricordato che il lupo è una specie «fortemente tutelata da normative nazionali ed internazionali e su cui la Commissione Europea ha ripetuto più volte anche recentemente, nonostante le pressioni da parte di alcuni gruppi parlamentari, di non ritenere che lo status di protezione dei grandi carnivori debba essere abbassato» Ciarulli ha aggiunto: « «Per poter abbattere i lupi si mettono erroneamente sullo stesso piano situazioni ben diverse, ossia le predazioni della specie sul bestiame che possono essere affrontate e risolte, ed i rischi di aggressione del lupo alle persone che è una totale invenzione poiché non esiste un pericolo imminente per l’incolumità pubblica perché non esistono casi documentati di attacchi di lupo alle persone nell’ultimo secolo. È scorretto mettere sullo stesso piano i presunti attacchi di lupi nella provincia di Ancona e le aggressioni ad opera di cani inselvatichiti poiché sono fenomeni che hanno origini diverse soluzioni diverse. Al contrario, con questa confusa proposta, non viene affrontato il vero tema che è quello della presenza consolidata di lupi (e delle loro prede, essenzialmente ungulati) e la messa in campo di misure di contenimento efficaci sulla falsariga di quanto già accade in altre aree del nostro Paese».
Danilo Baldini, Delegato della Lega per l’abolizione della caccia (LAC) per le Marche, spiega che la Pdl di Bilò e Rossi «Propone l’abbattimento del lupo in deroga alla Direttiva Habitat è’ stata avanzata dai consiglieri di maggioranza Bilò e Rossi. Quest’ultimo recidivo a simili iniziative contro il lupo. L’anno scorso infatti aveva proposto di aprire la “caccia di selezione” al predatore».
Rossi replica: «Dire che la Regione “apre la caccia al lupo” significa non capire nulla né di leggi né di procedimenti amministrativi, dimostrando di non conoscere le competenze istituzionali e/o di non capire cosa sia una Proposta di Legge alle Camere presentata da due consiglieri regionali. La proposta di legge alle Camere è stata dettata dalla realtà marchigiana, dove quotidianamente branchi di lupi ed ibridi di lupi non solo attaccano animali d’allevamento, ma si spingono alle porte delle nostre città attaccando animali da compagnia e persino uomini. Vorrei capire questi della Lac in che mondo vivono: aprano i giornali e vengano con me a trovare le centinaia di persone terrorizzate da questi attacchi. Io, in maniera responsabile, chiedo solo che in caso di sovrannumero ed attacchi cronicizzati, i lupi e gli ibridi di lupi possano essere gestiti e selezionati, come avviene in altri paesi europei o anche da noi per altre specie. Nessuno chiede di sterminare i lupi, ci mancherebbe ma bisogna affrontare il problema».
Ma Baldini non aveva detto questo, infatti aveva spiegato che «La proposta attuale si ispirerebbe ad un “modello” di normativa recentemente introdotto in Germania, che permetterebbe l’abbattimento di determinati esemplari di lupi, rapportandola e graduandola, in relazione alle predazioni effettivamente compiute da quei particolari individui ed alla loro reiterazione su un determinato territorio. Tutto ciò presuppone però che le vittime delle predazioni siano sottoposte ad accurate e costose indagini genetiche per risalire al DNA del predatore, in modo tale che si possa dimostrare che ad uccidere sia stato proprio quel determinato lupo, piuttosto che un altro. Evidentemente i consiglieri Rossi e Bilò si sono fatti suggestionare dalla tragica fine del pony Dolly, la cavallina personale della Presidente della Commissione UE Ursula Von der Leyen, sbranata da un lupo definito “problematico”, che sarebbe stato identificato grazie a minuziose indagini sul DNA da parte di esperti genetisti tedeschi. A seguito di questo evento luttuoso personale, la Von der Leyen aveva quindi inviato una lettera a tutti gli europarlamentari esortandoli a “riconsiderare” la protezione attuale di cui gode il lupo in Europa, quale specie “particolarmente protetta”, abbassandola ad un livello di protezione inferiore. Nei giorni scorsi però, il Comitato scientifico permanente della Convenzione di Berna, ha respinto una richiesta analoga proveniente dalla Svizzera, per cui il lupo, per il momento, resta una “specie particolarmente protetta».
L’assessore alla caccia e all’agricoltura delle Marche, il leghista Andrea Maria Antonini, aveva annunciato di aver fissato per dopo le feste natalizie l’avvio di un tavolo di confronto tra tutti i soggetti istituzionali competenti sul tema della fauna selvatica, i rappresentanti delle categorie interessate, le associazioni animaliste e ambientaliste, per concertare politiche dirette a contenere il fenomeno, con riferimento ai cinghiali e lupi e aveva detto «Consapevoli che non esista un’unica e risolutiva soluzione, riteniamo che sia opportuno gettare le basi per un piano operativo e di concertazione tra tutti gli enti coinvolti (Regione, Province, Parchi nazionali e regionali, Comuni), con il coinvolgimento fattivo dei cacciatori, delle associazioni ambientaliste e degli agricoltori. Soltanto unendo le forze e condividendo le idee si potrà concretamente arginare gli effetti e le conseguenze negative sull’uomo di questa grave problematica che, dati alla mano, sta prendendo purtroppo sempre più spazio e piede nella nostra regione».
Poi Bilò e Rossi hanno presentato la Pdl e Baldini fa notare che «Le giustificazioni addotte dai due consiglieri per far riaprire la caccia al lupo sono prive di qualsiasi fondamento scientifico e servono solo a fomentare un clima di odio e di paura nella popolazione, specie quando si afferma che il lupo entra nei giardini delle case, sbrana i cani e gli animali domestici nei cortili e rappresenta ormai un pericolo anche per l’uomo stesso. Tutto ciò è smentito dal fatto che, in tutto il Pianeta, negli ultimi 150 anni, non sono mai stati registrati casi di attacchi all’uomo da parte di lupi, inoltre è dimostrato dall’esame delle loro feci che le loro prede preferite non sono i bambini o i nostri cagnolini, bensì i cinghiali ed i caprioli! In realtà quindi, questa proposta di legge, con la scusa di tutelare gli allevatori, è invece l’ennesimo regalo dei politici ai cacciatori, in quanto il lupo rappresenta ormai il loro maggior “competitor”, perché, come detto, le sue prede preferite sono i cinghiali, che guarda caso però, sono anche quelle più ambite dai cacciatori, visto che ne traggono un’importante fonte di guadagno, rivendendo i capi abbattuti ai ristoranti di cacciagione ed alla filiera della selvaggina!»
La consigliera regionale Marta Ruggeri M5S attacca: «Quando sente la parola lupo, il centrodestra mette mano al fucile. La proposta di legge sull’abbattimento selettivo è populista e sbagliata. Vorrei tranquillizzare la maggioranza regionale, ricordando tra l’altro che una sorta di selezione è già in atto. Da alcune recenti stime risulta infatti che dal 2019 ad oggi il centro Cras Marche abbia recuperato una cinquantina di lupi, tra esemplari morti o feriti, a causa di incidenti stradali oppure della deprecabile attività di bracconaggio. Abbattere i lupi è un passo indietro di mezzo secolo. Invece di solleticare come al solito le peggiori paure, per compiacere una quota di consenso elettorale, sarebbe il caso di verificare come funzioni la normativa regionale per attenuare il conflitto allevatori-lupo. Durante la scorsa legislatura la Regione aveva varato una misura, finanziandola con 3 milioni di euro, per proteggere gli animali degli allevamenti dagli attacchi del predatore. I consiglieri di maggioranza hanno per caso verificato i risultati ottenuti finora?. Ulteriore curiosità: la sparata sugli abbattimenti selettivi è per caso un dispettuccio dei suoi proponenti, Mirko Bilò e Giacomo Rossi, all’attuale presidente della commissione parlamentare per l’agricoltura, Mirco Carloni? Quando era vice presidente della Regione, Carloni liberò infatti il lupo catturato in modo incruento a Sassonia di Fano, dopo avere specificato che il rilascio sarebbe avvenuto in un’area per il recupero della fauna selvatica. Il lupo è un animale protetto e sta all’apice della catena alimentare, agendo come selettore dei grandi erbivori e dei cinghiali in particolare, che provocano danni sia all’agricoltura, enormi, sia agli automobilisti. Il ruolo naturale del lupo è dunque fondamentale, a suo modo è un presidio della preziosa biodiversità. La Regione scelga se salvaguardarla a partire da criteri attuali, preservando risorse che la recente conferenza Onu ha definito essenziali per l’umanità, oppure se tornare indietro di mezzo secolo».
Rossi,ha risposto scompostamente alle accuse della consigliere regionale pentastellata: «La collega Ruggeri oramai vittima come tutto il M5S dell’ambientalismo estremistae dei vagabondi/parassiti del eddito di Cittadinanza dimostra di non conoscere la materia ed evidentemente non ha nemmeno letto la mia proposta di legge alle Camere per la gestione e la selezione del lupo e degli ibridi (sostenuta anche dal collega Bilò), parlando a sproposito. Infatti quello che proponiamo avviene anche in altri paese europei, in deroga alle normative comunitarie (indipendentemente se il lupo è protetto) o in Italia per altre specie. Non chiediamo lo sterminio di tutti i lupi come la Ruggeri crede (o come le è stato fatto credere da qualche suo collaboratore), ma la gestione di questo animale in caso di sovrannumero e attacchi cronici. La Ruggeri, che ci addita come dei “populisti”, farebbe bene a girare e conoscere meglio quello che avviene nel nostro territorio dove si verificano attacchi di branchi di lupi ed ibridi non solo in campagna e verso animali d’allevamento ma anche verso animali domestici e persone alle porte delle nostre città. Invece di fare discorsi filosofici, la consigliera analizzi quello che sta succedendo e si assuma le responsabilità, senza elucubrazioni mentali e dietrologie».
Baldini concorda con La Ruggeri e fa notare a Rossi e Bilò che «Naturalmente, se un branco di lupi si imbattesse in un gregge incustodito o in qualche animale domestico lasciato vagante, potrebbe facilmente predarlo, perché ovviamente non distinguono tra un’animale selvatico ed uno allevato. Adottare misure di prevenzione e di custodia responsabile degli animali è l’unica soluzione valida ed efficace. Utilizzare adeguate recinzioni e difese, soprattutto con l’ausilio di cani pastori abruzzesi, una specie che per secoli è stata selezionata e quindi si è “specializzata” proprio nella difesa delle greggi dai lupi. Lo dimostrano i progetti Life MedWolf e Life WolfAlps, solo per citarne alcuni, ma anche imparando dall’esperienza sul campo degli allevatori abruzzesi che convivono pacificamente da secoli con i lupi. Purtroppo però queste misure vengono spesso palesemente ignorate e non applicate da molti pseudo-allevatori, che pretendono di allevare gli animali, senza però poi preoccuparsi di custodirli. E comunque, la Legge Regionale delle Marche n. 17 del 1995 prevede indennizzi agli allevatori sia se le predazioni sono causate da lupi, che da cani randagi o inselvatichiti. Riaprire la caccia al lupo, quindi, farebbe solo ritornare in serio pericolo di estinzione. Questo stupendo animale, già decimato dal bracconaggio, dagli incidenti stradali e dalla selezione naturale e priverebbe la biodiversità del predatore al vertice della catena biologica, che ricopre un ruolo fondamentale nel contenimento di specie invasive introdotte dai cacciatori come i cinghiali. Infine, come dimostrano numerosi studi scientifici, non servirebbe a limitare le predazioni, perché nei rarissimi casi ove essa è stata effettivamente consentita, come in Francia e in Spagna, gli attacchi agli animali negli allevamenti sono addirittura aumentati ad opera di branchi di cani inselvatichiti, che sono di gran lunga più numerosi dei circa 3.000 lupi attualmente censiti in Italia!»
Stefano Raimondi, coordinatore dell’ufficio aree protette e biodiversità di Legambiente conclude: «Il provvedimento proposto non solo è in contrasto con la direttiva comunitaria Habitat e con gli obiettivi e orientamenti della Strategie UE sulla tutela della biodiversità, ma rischia anche di essere oltre che inutile anche dannoso come dimostrato da recenti studi che illustrano come l’abbattimento di alcuni esemplari di lupo destrutturano i branchi ed aumentano la dispersione dei suoi componenti, cosa che può determinare nel medio e lungo termine un incremento della predazione sul bestiame domestico».