Droni per studiare e tenere sotto controllo la salute di pinguini, elefanti marini e altri animali
Una soluzione per censire e studiare gli animali nella remota South Georgia sub-antartica
[18 Novembre 2022]
I droni ad ala fissa di nuova generazione, in grado di operare autonomamente oltre la linea visiva standard, stanno creando un dataset delle principali popolazioni di fauna selvatica che vivono nella South Georgia, sia per il monitoraggio a lungo termine che per aiutare il lavoro di salvaguardia delle specie.
Un team del British Antarctic Survey (BAS) è sbarcato nella South Georgia all’inizio di questo mese per intraprendere rilevamenti aerei delle popolazioni animali a rischio a causa degli effetti del cambiamento climatico. L’isola è un importante rifugio per la fauna selvatica e si trova a circa 1.400 km a sud-est delle Isole Falkland.
Lavorando in collaborazione con il governo autonomo del territorio di oltremare britannico della South Georgia and the South Sandwich Islands (GSGSSI) il team sta utilizzando UAV (Uncrewed Aerial Vehicles) ad ala fissa per ispezionare le principali colonie di elefanti marini e prima aveva osservato pinguini Papua, pinguini reali, albatri urlatori e otarie orsine.
I ricercatori del Bas ricordano che «l clima della South Georgia sta cambiando ed è particolarmente sensibile agli effetti del riscaldamento globale. Storicamente foche, cetacei e balenottere comuni sono stati sfruttati nella Georgia del Sud con devastanti impatti a lungo termine. Grazie agli sforzi di conservazione, molte specie si stanno riprendendo e le indagini aeree sono urgentemente necessarie per fornire censimenti accurati delle popolazioni animali mentre il pianeta si riscalda».
Philip Hollyman, ecologo del British Antarctic Survey, ha sottolineato che «Molte di queste colonie non sono state esaminate frequentemente a causa dei costi e delle difficoltà, questo progresso tecnologico aumenta notevolmente la nostra capacità di stabilire un monitoraggio di routine. Ci auguriamo che questo progetto sia la base per il monitoraggio a lungo termine di questi siti in collaborazione con il GSGSSI, costruendo un quadro di come queste importanti specie rispondono alle mutevoli pressioni ambientali».
Nathan Fenney, geomatics specialist del BAS ha aggiunto: «Questa nuova tecnologia con la capacità di operare autonomamente oltre la linea di vista visiva, ci consente di esaminare più colonie da un’unica posizione, riducendo al minimo il nostro impatto sul sensibile ecosistema della South Georgia»
Secondo Mark Belchier, direttore pesca e ambiente per il governo della South Georgia and the South Sandwich Islands, «Questo entusiasmante progetto collaborativo apre la possibilità di un monitoraggio economico per una serie di specie iconiche che hanno colonie riproduttive nella South Georgia. Queste informazioni sono fondamentali per stabilire dati di base che ci aiuteranno a valutare nel tempo l’efficacia delle nostre vaste aree protette marine e terrestri».
Gi UAV di nuova generazione possono raggiungere aree isolate e viaggiare nelle condizioni meteorologiche estreme dell’Oceano Antartico, volando a velocità fino a 110 km/h e operando con venti fino a 46 km/h. Sono un modo efficiente per contare e monitorare le popolazioni di fauna selvatica e possono prendere decisioni sulle rotte migliori con il minimo intervento umano, utilizzando piani di volo pre-programmati. Gli UAV ad ala fissa consentono il rilevamento di aree più ampie e operano autonomamente a una distanza maggiore dal pilota rispetto a quanto normalmente possibile attraverso un avanzato sistema di gestione del volo. Questo consente al team del BAS di ispezionare aree altrimenti di difficile o impossibile accesso, riducendo al minimo qualsiasi impatto sulla fauna selvatica locale.
Al BAS sono convinti che «I dati delle indagini ad ala fissa forniranno informazioni vitali sulle principali specie di predatori al vertice nella South Georgia che saranno utilizzate dal governo per garantire una pesca sostenibile e un impatto minimo sull’ecosistema marino».
Lo studio confluirà anche nel programma Blue Belt del Regno Unito, che sostiene i territori d’oltremare nella protezione e nella gestione sostenibile dei loro ambienti marini.