Drammatica crisi sanitaria tra gli Yanomami in Brasile

Nuovo rapporto enuncia una crisi sanitaria, alimentare e ambientale causata dall’invasione di cercatori d’oro nel territorio Yanomami

[23 Dicembre 2022]

Secondo il reportage “Crianças Yanomami morrem quase 10 vezes mais por causas evitáveis do que média nacional”, pubblicato recentemente dall’agenzia di giornalismo investigativi Publica e rilanciato da Survival International, in Brasile i bambini yanomami muoiono di malnutrizione a un ritmo 191 volte superiore alla media brasiliana; il tasso di morte di bambini yanomami sotto i 5 anni per malattie evitabili è di 9 volte superiore alla media nazionale.

Survival ricorda che «Altri dati resi pubblici di recente mettono ulteriormente in evidenza l’entità dell’emergenza che ha colpito gli Yanomami: lo studio “Desnutrição infantil, garimpo e Covid: entenda os problemas que afligem a Terra Indígena Yanomami”, pubblicato a maggio da Unicef e Fiocruz  rivela che, nelle regioni di Auaris e Maturacá, nella Terra Indígena Yanomami (TIY), la più grande Riserva del Brasile, 8 bambini yanomami su 10  sotto i 5 anni  soffrono di malnutrizione cronica. L’Urihi Associação Yanomami e il o Conselho Indígena de Roraima (CIR) hanno lanciato la campagna “Salve os Yanomami” che ha l’obiettivo di sostenere le comunità della Terra Yanomami e hanno diffuso foto  che mostrano  bambini e adulti terribilmente malnutriti e denunciano che «Di fronte al peggioramento della situazione, soprattutto nella regione di Surucucu, dove si registra un allarmante aumento di malnutrizione acuta, malaria, malattie infettive, che sono state causate dalla corruzione e dall’accaparramento delle medicine nel Distrito Sanitário Especial Indígena (DSEI) Yanomami. Oltre alla mancanza di monitoraggio da parte della Fundação Nacional do indio (FUNAI) e ai tagli di bilancio da parte della  Saúde Indígena, nella TIY è in corso una vera e propria crisi umanitaria. Stiamo assistendo al genocidio dei popoli protettori delle foreste, senza alcuna azione efficace da parte del governo federale. Il garimpo [l’estrazione di oro e diamanti, ndr] sta causando diversi impatti irreversibili, mettendo a rischio l’esistenza e il futuro del popolo Yanomami. Aiutaci a salvare le vite dei protettori della foresta!»  Survival  denuncia che «Solo due settimane fa, alcuni cercatori d’oro hanno attaccato e distrutto una unità sanitaria [ dell’Urihi Associação Yanomami] che serviva diverse comunità yanomami. Questa stessa unità era già stata abbandonata dagli operatori sanitari, che temevano un attacco».

I cercatori d’oro illegali sono stati avvistati anche in prossimità di una comunità di Yanomami incontattati, ed è stata scoperta anche una nuova strada mineraria illegale, appena costruita.

Secondo Junior Hekurari Yanomami, presidente del DSEI Yanomami, «Questa è una crisi umanitaria e gli Yanomami piangono [i loro morti] ogni giorno e ogni notte. Sono in lutto da mesi… non ci sono medicine né assistenza sanitaria permanente».

La Direttrice del Dipartimento advocacy e campagne di Survival International Fiona Watson, che lavora con gli Yanomami da oltre trent’anni, non si ricorda una situazione così grave: «E’ impossibile esagerare nel descrivere quanto sia terribile, e senza precedenti, la situazione nel territorio yanomami oggi. In circostanze normali, è raro che gli Yanomami soffrano di malnutrizione. Le loro foreste sono abbondanti; sono esperti nel coltivare, cacciare e raccogliere tutto ciò di cui hanno bisogno e godono di ottima salute. Questa è una crisi deliberata, creata dall’uomo e alimentata dal Presidente Bolsonaro, che ha incoraggiato l’invasione massiccia e la distruzione delle terre yanomami. I loro fiumi e i pesci ora sono inquinati da livelli di mercurio tossici, le bande criminali controllano l’accesso a molte comunità, gli Yanomami vengono attaccati, stuprati e uccisi, e i loro bambini muoiono letteralmente di fame. E’ assolutamente cruciale che, non appena entrato in carica, il Presidente eletto Lula intervenga subito per impedire che gli Yanomami siano sterminati: deve mandare squadre sanitarie di emergenza e sfrattare i cercatori d’oro. E poi assicurarsi che questi non facciano più ritorno nel territorio. Non si può aspettare oltre».