Difendere i difensori dei diritti umani ambientali
Michelle Bachelet: «Sono oggetto sia di omicidi che di campagne diffamatorie»
[3 Marzo 2022]
Aprendo la 49esima sessione dell’Human Rights Council – High Level Event on Environmental Human Rights Defenders, l’Alto Commissario Onu per i diritti umani. Michelle Bachelet, ha ricordato che «Ogni giorno, i difensori dei diritti umani ambientali affrontano abusi, minacce e molestie per il loro lavoro, mentre stanno affrontando la triplice crisi planetaria del cambiamento climatico, dell’inquinamento e della perdita della natura.
Parlare apertamente e difendere i diritti umani ambientali può comportare un costo enorme sia per gli individui che per le comunità. Sono oggetto sia di omicidi che di campagne diffamatorie. Particolarmente a rischio sono le persone che si esprimono contro la deforestazione, l’attività estrattiva, la perdita del patrimonio culturale o dell’identità, o contro le grandi imprese agroalimentari e i progetti di sviluppo, compresi quelli destinati alla produzione di energia pulita, come le mega dighe. Molti difensori dei diritti umani ambientali sono essi stessi membri di popolazioni indigene o di comunità locali, oppure li rappresentano. Altri sono membri di gruppi o comunità minoritarie che subiscono discriminazioni razziali e che hanno maggiori probabilità di essere esposti al degrado ambientale o di vivere in prossimità di industrie inquinanti. E quando qualcuno parla a loro nome, intere comunità possono essere soggette a minacce e intimidazioni».
La ex presidente socialista del Cile ha sottolineato che «Gli Stati hanno l’obbligo di rispettare, proteggere e soddisfare i diritti dei difensori dei diritti umani ambientali e delle comunità che rappresentano. Devono inoltre prevenire e garantire la responsabilità per gli attacchi.Questo è l’obiettivo della risoluzione 40/11 del Consiglio dei diritti umani. Anche la risoluzione 48/13 del Consiglio per i diritti umani sul diritto umano a un ambiente pulito, sano e sostenibile si è aggiunta alla cassetta degli attrezzi che può aiutare gli Stati a difendere meglio i diritti dei difensori dei diritti umani ambientali. Inoltre, è fondamentale che gli Stati regolamentino efficacemente le imprese e le ritengano responsabili delle violazioni dei diritti umani. Le imprese stesse hanno la responsabilità di rispettare e porre rimedio alle violazioni dei diritti umani, come delineato nei Principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani».
La Bachelet ha poi affontato un tema molto delicato che a volte – anche se va detto abbastanza raramente – rischia di rompere l’alleanza tra gli ambientalisti “occidentali” e difensori dei diritti umani ambientali: «Prima di intraprendere qualsiasi progetto climatico, sia le imprese che gli Stati devono effettuare valutazioni del rischio per i diritti umani. Se i diritti delle popolazioni indigene rischiano di essere pregiudicati da tali progetti, è fondamentale che venga ottenuto il loro consenso libero, preventivo e informato. I diritti all’informazione, alla partecipazione e all’accesso alla giustizia – che sono protetti dal diritto internazionale dei diritti umani – sono ulteriormente sanciti dal Principio 10 di Rio, dalla Convenzione di Aarhus e dall’Accordo di Escazú. Quando questi diritti sono difesi – quando c’è uno spazio civico pienamente funzionante, dinamico e diversificato – sono meglio tutelate sia la terra che le persone che lo difendono».
L’appello lanciato dal segretario generale dell’Onu António Guterres ad agire per i diritti umani dà istruzioni al sistema delle Nazioni Unite per sostenere gli Stati nella protezione dei difensori dei diritti umani e nel promuovere il diritto umano a un ambiente sano e, insieme ai partner dell’Onu, l’ufficio della Bachelet sta attualmente sviluppando una guida per il sistema delle Nazioni Unite per rafforzare la protezione dei difensori dei diritti umani ambientali.
Poi l’Alto Commissario Onu per i diritti umani ha fatto alcuni esempi del lavoro svolto in giro per il mondo a tutela dei difensori dei diritti umani ambientali: «Nel Pacifico, il mio ufficio ha formato oltre 200 difensori dei diritti umani sullo sviluppo sostenibile, sulle imprese e sui diritti umani nel contesto del cambiamento climatico. Hanno organizzato forum regionali che riuniscono gli Stati, il settore privato e la società civile per trovare un terreno comune volto a proteggere i diritti umani, compreso il diritto a un ambiente pulito, sano e sostenibile. Nel sud-est asiatico stiamo monitorando casi di molestie, arresti, uccisioni e sparizioni di difensori dei diritti umani ambientali. E, lavorando con i governi della regione, li esortiamo a interrompere l’uso di tutte le misure punitive di routine contro i difensori. In Messico e Kenya, il mio ufficio sostiene i difensori dei diritti umani ambientali e le loro reti. In Kenya, insieme all’Unep, abbiamo sostenuto il Land and Environment Defenders Network sin dalla sua costituzione 5 anni fa. Questa rete è stata un forum prezioso per lo scambio, il rafforzamento delle capacità e la solidarietà tra i difensori dei diritti umani ambientali, anche in materia di contenzioso strategico, impegno con le imprese e strategie mediatiche. In tutto il mondo, il mio Ufficio è impegnato a sostenere gli Stati, le imprese e i difensori dei diritti umani ambientali in tutti i loro sforzi per proteggere il nostro pianeta».
La Bachelet ha concluso: «La tutela dell’ambiente va di pari passo con la tutela dei diritti di chi lo difende. Le loro voci devono essere ascoltate e protette. Dobbiamo avere tolleranza zero per le uccisioni o le minacce e gli attacchi contro di loro. Uniamoci per intraprendere un’azione immediata e rendere il mondo un posto più sicuro per i difensori dei diritti umani ambientali».