Dagli anni ’70, nel mondo le specie invasive sono costate oltre 2 trilioni di dollari (VIDEO)

InvaCost: aggiornato lo strumento per valutare il costo delle invasioni biologiche

[19 Settembre 2023]

Lo studio “Recent advances in availability and synthesis of the economic costs of biological invasions”, pubblicato su BioScience da un team internazionale di ricercatori, presenta la nuova versione di, un Un database globale creato per raccogliere dati sul costo economico delle invasioni biologiche a sostegno di efficaci strategie di gestione pubblica, che ora è cresciuto fino a includere tutte le specie invasive conosciute.

InvaCost coinvolge ora 145 ricercatori provenienti da 44 Paesi, ha 3.553 voci in 22 lingue e consente agli scienziati di sviluppare un quadro chiaro sulle principali minacce a livello globale delle specie invasive per gli ecosistemi, la biodiversità e il benessere umano.

Alla Flinders University australiana, che ha partecipato allo studio guidato dal matematico e bioinformatico Danish Ahmed della Gulf University for Science and Technology del Kuwait, ricordano che «Le invasioni biologiche sono causate da specie introdotte di proposito o accidentalmente dagli esseri umani in aree al di fuori dei loro areali naturali. Dai gatti alle erbe infestanti, ai parassiti e alle malattie delle colture, le specie invasive sono un flagello mondiale. A partire dagli anni ’70, le specie invasive sono costate oltre 2 trilioni di dollari a livello globale, danneggiando beni e servizi e i loro costi di gestione, e questi costi economici non fanno che aumentare».

La nuova sintesi pubblicata su BioScience documenta i progressi di InvaCost e fornisce una cronologia dello stato dei costi dell’invasione, partendo dai difetti e dalle carenze precedenti presenti nella letteratura scientifica ed evidenziando  come InvaCost abbia contribuito ad alleviare e affrontare questi problemi e cosa riserva potenzialmente il futuro alla ricerca e ai politici.

Il progetto InvaCost  è stato avviato nel 2014 perché le precedenti stime dei costi delle invasioni biologiche si basavano in gran parte su fonti obsolete, imperfette e non comprovate. Puntava a compilare, descrivere e standardizzare i dati sui costi disponibili provenienti da molte fonti diverse. Inizialmente, l’attenzione era rivolta agli insetti invasivi, perché sono tra le specie più dannose.

Finora, i ricercatori hanno utilizzato il database InvaCost per produrre più di 50 pubblicazioni scientifiche, fornendo valutazioni dei costi su varie scale geografiche, per diversi gruppi di specie, habitat e molti settori economici diversi.

Uno degli autori dello studio, Corey Bradshaw del College of Science and Engineering della Flinders University e dell’ARC Centre of Excellence for Australian Biodiversity and Heritage, che ha lavorato fin dall’inizio a  InvaCost, spiega che «Il database InvaCost continuerà ad espandersi man mano che le invasioni biologiche peggioreranno nei prossimi decenni. Con una migliore informazione, il peggiore dei potenziali danni può essere potenzialmente evitato. Il nostro nuovo studio funge da riferimento e guida non solo i ricercatori, ma informa anche i politici e gli stakeholders a ridurre gli impatti economici delle specie invasive. I tentativi di sintetizzare i costi delle specie invasive dovrebbero essere effettuati frequentemente per acquisire le informazioni più recenti».’

Bradshaw è stato il principale autore dello studio “Massive yet grossly underestimated global costs of invasive insects”, pubblicato nel 2016 su Nature Communications e che è stato il primo importante risultato del database InvaCost . Poi, nel 2021, Bradshaw e i suoi collaboratori hanno combinato InvaCost con altri dataset  australiani riguardanti animali e piante invasivi e agenti patogeni e ne è venuto fuori lo studio “Detailed assessment of the reported economic costs of invasive species in Australia”, pubblicato su NeoBiota che ha permesso di modellare i costi economici delle specie invasive introdotte deliberatamente o accidentalmente in Australia: quasi 390 miliardi di dollari solo negli ultimi 60 anni .

La nuova ricerca avverte che queste cifre probabilmente aumenteranno ulteriormente, a meno che non vengano introdotti migliori investimenti, rendicontazione e interventi coordinati.

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  • Professor Corey Bradshaw, Matthew Flinders Fellow in Global Ecology