Creare riserve forestali strategiche per mitigare i cambiamenti climatici e proteggere la biodiversità

Indispensabile se gli Usa vogliono raggiungere davvero il 30% di aree terrestri e marine protette entro il 2030 e poi arrivare al 50%

[17 Dicembre 2021]

Secondo lo studio “Strategic Forest Reserves can protect biodiversity in the western United States and mitigate climate change”, pubblicato su Communications Earth & Environment da un team di ricercatori statunitensi, «Gli Usa dovrebbero immediatamente attivarsi per creare una raccolta di riserve forestali strategiche negli Stati Uniti occidentali per combattere i cambiamenti climatici e salvaguardare la biodiversità».

Bev Law e William Ripple del Department of Forest Ecosystems and Society dell’Oregon State University – Corvallis (OSU), Polly Buotte dell’università della California – Berkeley; David Mildrexler dell’Eastern Oregon Legacy Lands e Logan Berner of Flagstaff di EcoSpatial Services sostengono che «Il cambiamento climatico e la biodiversità sono indissolubilmente legati e le riserve forestali strategiche affronterebbero entrambe le “emergenze” promuovendo al contempo la protezione delle risorse idriche».

Delineando un quadro per lo sviluppo delle riserve forestali, i ricercatori descrivono i sistemi boschivi naturali degli Stati Uniti come «L’Amazzonia americana» e la protezione delle foreste come «L’opzione di mitigazione del clima più economica», sottolineando «La capacità delle foreste più antiche di accumulare enormi quantità di carbonio negli alberi, nella vegetazione e nel suolo, per fornire rifugi alla fauna selvatica. e per servire come fonti di acqua potabile e per altri usi».

Law ricorda che «I responsabili politici, compresi quelli dell’amministrazione Biden, parlano spesso della necessità di proteggere le foreste nei Paesi in via di sviluppo. Le foreste nel nord-ovest del Pacifico hanno un enorme potenziale di stoccaggio del carbonio, ma i terreni pubblici statunitensi vengono spesso trascurati. Poca attenzione è stata data al nesso tra foreste ad alta densità di carbonio e ad alta biodiversità nella regione temperata e alla loro importanza per la mitigazione e l’adattamento climatico».

Gli scienziati fanno notare che  «Più nazioni si sono impegnate a raggiungere obiettivi comunemente noti come 30×30 e 50×50; il primo chiede di proteggere il 30% delle aree terrestri e marine a livello globale entro il 2030, il secondo del 50% entro il 2050. Il raggiungimento dell’obiettivo 50×50 è ampiamente considerato necessario per garantire la biodiversità della Terra».

Per questo studio, i ricercatori hanno realizzato un inventario delle protezioni del territorio in 11 Stati Usa: Washington, Oregon, Idaho, California, Nevada, Arizona, New Mexico, Utah, Colorado, Wyoming e Montana, dividendoli in due categorie: GAP 1, come definita dall’US Geological Survey, che si riferisce alla protezione permanente come le wilderness areas e i Parchi nazionali, dove i disturbi naturali come gli incendi possono procedere senza interferenze o sono utilizzati persino nelle attività di gestione. GAP 2, territori  dove possono essere consentiti usi o pratiche che degradano la qualità delle comunità naturali esistenti, come la costruzione di strade, ed è consentita anche la soppressione dei disturbi naturali. E’ così che hanno scoperto che «L’8%, 57 milioni di acri, della superficie totale della regione di studio ha protezione GAP 1, inclusi 32 milioni di acri di foresta. Un altro 5%, 44 milioni di acri di cui 11 milioni di acri boschivi, è protetto al livello GAP 2».

Law fa notare che «Per raggiungere il 30% di protezione dell’area forestale nel West entro il 2030, devono essere protetti a questi livelli altri 25 milioni di acri di foresta. La protezione a livello equivalente alla wilderness sarebbe la cosa migliore per la biodiversità, che aumenterebbe la superficie aggiuntiva necessaria da 25 a 36 milioni di acri».

Le aree permanentemente protette equivalenti alle aree wilderness coprono in media il 14% dell’area forestale negli Stati Usa studiati,  e vanno dal 7% dell’Oregon al 37% del Wyoming. Questo significa che, «A livello regionale, la protezione delle aree equivalenti alla designazione di aree naturali dovrebbe aumentare del 16% per raggiungere l’obiettivo del 2030 e del 36% per raggiungere l’obiettivo del 2050».

Attualmente, la percentuale di habitat forestale preservata per specie di uccelli, mammiferi, anfibi e rettili è di circa il 18% e del 14% per le specie arboree. Preservare una foresta vetusta aiuterebbe uccelli come la murietta marmorizzata (Brachyramphus marmoratus) e l’allocco maculato americano (Strix occidentalis caurina) a sfuggire all’estinzione. Anche grandi carnivori minacciati come il lupo grigio (Canis lupus) e la lince canadese (Lynx canadensis) trarrebbero vantaggio da una protezione forestale regionale estesa.

Law  avverte che «A meno che non intraprendiamo azioni aggressive per ridurre i gas serra atmosferici e proteggere piante, animali e i ricchi pozzi naturali di carbonio, stiamo spingendo gli ecosistemi al punto in cui potrebbero non riprendersi. Nel solo Oregon, l’80% dell’acqua potabile proviene da territori boschivi e la protezione aiuterebbe a far fronte alla scarsità d’acqua e fornirebbe sicurezza di fronte al cambiamento climatico».

I ricercatori dicono che, per arrivare al 30% di protezione dell’area forestale nel West Usa entro il 2030, i hanno identificato le aree che potrebbero fungere da riserve climatiche strategiche utilizzando un quadro di analisi che, con dati sufficienti, potrebbe essere applicato in altre regioni, e spiegano che «Il quadro produce classifiche di priorità di conservazione utilizzando metriche spaziali di biodiversità, stock di carbonio e accumulo in caso di cambiamenti climatici e futura vulnerabilità alla siccità o agli incendi. Nel West le foreste con la massima priorità sono principalmente di proprietà federale, con aree sostanziali controllate da entità private e governi statali e tribali».

Law conclude: «Molte territori federali raggiungerebbero la protezione GAP 2 semplicemente eliminando gradualmente il pascolo, l’estrazione mineraria e il disboscamento e rafforzando la protezione con regole amministrative, Le aree senza strade inventariate costituiscono quasi 42 milioni di acri di foresta nazionale nel West e sono prontamente disponibili per una protezione permanente. “Riserve forestali strategiche potrebbero essere istituite su terreni federali attraverso azioni esecutive, regolamenti e norme e potrebbero essere un modo a basso costo per raggiungere contemporaneamente gli obiettivi di protezione del carbonio forestale per mitigare i cambiamenti climatici e per proteggere la biodiversità. Le terre private e tribali presentano notevoli opportunità per aumentare lo stoccaggio del carbonio e proteggere la biodiversità attraverso incentivi, misure di conservazione volontarie e un’acquisizione equa a prezzi di mercato».