Covid-19: confermata l’origine animale del virus Sars-Cov-2

«Non esistono prove per la creazione del Sars-Cov-2 in un laboratorio di ricerca»

[24 Agosto 2021]

Secondo lo studio/Prospective “The animal origin of SARS-CoV-2” pubblicato su Science da Spyros Lytras, Joseph Hughe e David L. Robertson cdell’università di Glasgow, da Wei Xia della South China Agricultural University e da Xiaowei Jiang della Xi’an Jiaotong–Liverpool University, «I dati disponibili indicano che la trasmissione da animale a uomo associato con animali vivi infetti è la probabile causa maggiore della pandemia di Covid-19».

Smentendo nuovamente la teoria del virus costruito in laboratorio, il team britannico-cinese evidenzia che «Fin dalla sua comparsa, il campionamento ha rivelato che i coronavirus geneticamente vicini al SARS-CoV-2 circolano nei pipistrelli ferro di cavallo, che sono ampiamente dispersi in Cina e nel sud-est asiatico. Sebbene sia possibile che uno spillover del virus si sia verificato attraverso il contatto diretto tra pipistrello a ferro di cavallo e uomo, i primi casi di SARS-CoV-2 rilevati nel dicembre 2019 sono stati associati ai mercati umidi di Wuhan».

Ma quel che ribadiscono gli scienziati è che «Non esistono prove per la creazione della SARS-CoV-2 in un laboratorio di ricerca».

Lo studio conferma anche che «Al momento non è possibile essere certi della fonte animale della  SARS-CoV-2; tuttavia, animali vivi, tra cui zibetti, volpi, visoni e cani procioni, tutti sensibili ai coronavirus dei pipistrelli, sono stati in vendita nei mercati di Wuhan, incluso il mercato di Huanan, per tutto il 2019».

I ricercatori britannici e cinesi dicono che «Le prove suggeriscono un ruolo centrale per gli animali ospiti intermedi vivi come fonte primaria del progenitore SARS-CoV-2 a cui gli esseri umani sono stati esposti, come nel caso dell’origine dell’epidemia di SARS (sindrome respiratoria acuta grave) nel 2002».

Gli scienziati concludono: «Per scoprire l’esatta fonte animale della pandemia di COVID-19, dobbiamo continuare a campionare e intervistare le persone collegate alle fonti di fauna selvatica che sono state vendute nei mercati di Wuhan a ottobre e novembre 2019. Per noi, c’è un urgente bisogno di aumentare la sorveglianza per i coronavirus nell’interfaccia uomo-animale per ridurre al minimo la minaccia di varianti consolidate e in evoluzione che eludono i vaccini e per fermare futuri eventi di spillover».