Cosa sta uccidendo le balene lungo la costa atlantica Usa? Non sono i parchi eolici offshore

Gli ambientalisti ai repubblicani: proteggere gli oceani e combattere il cambiamento climatico per tutelare le balene

[1 Febbraio 2023]

Dopo che negli ultimi 2 mesi altre 9 balene si sono spiaggiate morte sulle coste degli Stati Usa di New York e del New Jersey, diversi parlamentari repubblicani statali e federali hanno dato la colpa allo sviluppo di un grande parco eolico offshore che è stato proposto nell’area. La settimana scorsa una giovane megattera si è spiaggiata a Brigantine, nel New Jersey, e i repubblicani hanno subito chiesto di interrompere lo sviluppo del progetto eolico offshore pianificato fino a quando non sarà possibile svolgere un’indagine. Il conduttore di Fox News Tucker Carlson è andato oltre, dicendo che l’olico è «Il DDT dei nostri tempi». Ma l’utopsia della megattera condotta dagli scienziati del Marine Mammal Stranding Center (MMSC) ha rilevato che «Ha subito lesioni da trauma contusivo coerenti con quelle di una collisione con una nave».

Per Arlo Hemphill, senior oceans campaigner di Greenpeace Usaa, «Il numero insolito di megattere che si sono lavate recentemente nel New Jersey, New York e nel Maryland è motivo di allarme. Questo fa seguito alla scoperta di oltre 170 balene morte che sono spiaggiate sulla costa orientale degli Stati Uniti dal 2016. Della parte di queste su cui è stata condotta un’autopsia, un’ampia percentuale ha mostrato segni di interazione umana, inclusi impatti di imbarcazioni e impigliamenti con reti da pesca. In questi ultimi casi, è troppo presto per dire quale sia la causa di tutte queste morti, ma sappiamo che i rifiuti di plastica, le collisioni con le navi, il rumore nell’oceano, l’impigliamento e l’annegamento negli attrezzi da pesca sono tra le cause più comuni di mortalità delle balene». Tutte cause che i repubblicani e i loro amici minimizzano da sempre.

Ma la campagna politica dei repubblicani e dei comitati anti-eolico (di solito legati ai repubblicani), si è fatta così insistente che sono dovuti intervenire direttamente la National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) e il Bureau of Ocean Management (BOM). Benjamin Laws, vice capo della divisione permessi e conservazione del NOAA Fisheries Office of Protected Resources ha detto ai giornalisti che «Finora nessuna morte di balene è stata attribuita a progetti eolici offshore. Non ci sono collegamenti noti tra nessuna di queste attività eoliche offshore e gli spiaggiamenti di cetacei, indipendentemente dalle specie. La speculazione secondo cui le apparecchiature sonar utilizzate dalle compagnie eoliche per mappare il fondo dell’oceano potrebbero aver danneggiato mortalmente le balene non è stata provata». NOAA e BOM hanno fatto v notare che «Al progetto di energia eolica del New Jersey è proibito l’uso di livelli di sonar così alti da poter essere fatali per le balene o altra vita marina». E Laws ha ribadito che «Non ci sono informazioni che sostengano alcuna ipotesi che qualsiasi attrezzatura utilizzata a supporto dello sviluppo dell’eolico per le indagini di caratterizzazione del sito possa portare direttamente alla morte di una balena».

In una nota esplicativa La NOOA Fisheries ha ricordato che «NOAA Fisheries è un’agenzia scientifica e, come i nostri partner del marine mammal stranding network, apprezziamo la vita marina e ci sforziamo di conservare queste specie. Ci impegniamo a garantire che il robusto dispiegamento di energia eolica offshore della nazione avvenga in modo da evitare e ridurre al minimo i rischi per le risorse protette, gli habitat e le attività di pesca gestite. Siamo responsabili di diversi procedimenti normativi che aiutano a ridurre l’impatto delle attività umane sugli animali marini e sui loro habitat, anche durante lo sviluppo dell’eolico offshore».

NOOA Fisheries  smentisce categoricamente le accuse dei repubblicani e dei comitati mo-wind: «Alla NOAA Fisheries, lavoriamo con i nostri partner per analizzare e comprendere le cause di morte quando siamo in grado, seguendo la scienza e i dati. A questo punto, non ci sono prove a sostegno della speculazione secondo cui il rumore derivante dalle indagini di caratterizzazione del sito relative allo sviluppo del vento potrebbe potenzialmente causare la mortalità delle balene. Non ci sono collegamenti specifici tra la recente mortalità di grandi balene e le indagini attualmente in corso per lo sviluppo dell’eolico offshore. Continueremo a raccogliere dati per aiutarci a determinare la causa della morte per questi eventi di mortalità».

Per la NOOA non esiste nessuna correlazione tra l gli d sopiaggiamenti cdelle balene e l’eolico offshore. «Da gennaio 2016, NOAA Fisheries monitora un insolito evento di mortalità per le megattere, con spiaggiamenti elevati lungo l’intera costa orientale. Ad oggi, ci sono 178 morti di megattere incluse nell’UME. Sono stati condotti esami necroscopici parziali o completi su circa la metà delle balene. Delle balene esaminate, circa il 40% aveva prove di interazione umana, sia che si trattasse di un attacco o di un intrappolamento. Le collisioni con le navi e l’impigliamento negli attrezzi da pesca sono le maggiori minacce umane per le grandi balene».

Ma perché  ci sono così tante balene vicino a t riva? E’ un fenomeno legato all’eolico offshore? La NOOA spiega pazientemente: «Poiché la popolazione di megattere è cresciuta, si vedono più spesso nel Medio Atlantico. Lungo la costa del New Jersey, queste balene potrebbero seguire le loro prede (piccoli pesci) che, secondo quanto riferito, quest’inverno sono vicino a riva. Queste prede attirano anche pesci che interessano i pescatori ricreativi e commerciali. Questo aumenta il numero di barche in queste aree. Più balene in acqua nelle aree percorse da barche di tutte le dimensioni aumenta il rischio di scontri con le navi. Pertanto, consigliamo ai diportisti di andare lentamente (meno di 10 nodi) e di stare attenti alle balene».

Attualmente, a causa dei recenti rilevamenti di balene franche del Nord Atlantico in via di estinzione,  nelle acque al largo di New York e del New Jersey è in vigore una voluntary slow zone.  A causa della nota presenza stagionale delle balene franche del Nord Atlantico, al largo dei porti di New York/New Jersey e della Delaware Bay esistono anche aree di gestione stagionale dove tutte le imbarcazioni sopra i 65 piedi devono viaggiare massimo a  10 nodi.

La NOAA tocca poi uno degli argomenti dei quali i repubblicani anti-eolico (e pro-fossili) non vogliono sentir parlare: «Sappiamo che il nostro clima sta cambiando e uno di questi cambiamenti chiave è il riscaldamento dei nostri oceani. In risposta a questoò, stiamo assistendo all’adattamento delle popolazioni di molte specie marine che si spostano  in nuove aree dove le condizioni sono più favorevoli. Le mutevoli distribuzioni delle prede hanno un impatto sulle specie marine più grandi che dipendono da esse e si traducono in un cambiamento nella distribuzione delle balene e di altra vita marina. Questo può portare a maggiori interazioni con gli esseri umani poiché alcune balene si avvicinano agli habitat vicini alla costa. Sono in corso lavori per indagare sull’aumento delle morti di megattere a partire dal 2016, e certamente su questa serie più recente di perdite devastanti. Gli impatti delle mutevoli distribuzioni delle specie vanno ben oltre le singole specie che subiscono il cambiamento, per influenzare interi ecosistemi, così come le interazioni della pesca e le economie costiere».

Nel mondo ci sono diverse popolazioni di megattere, alcune delle quali sono elencate come “minacciate” o “in via di estinzione” ai sensi dell’Endangered Species Act Usa. La popolazione di  megattere dell’Atlantico settentrionale (nota anche come West Indies Distinct Population Segment) non è elencata come minacciata o in pericolo. «Tuttavia – ricorda la NOAA –  tutte le megattere sono protette dal Marine Mammal Protection Act». NOAA Fisheries è fortemente impegnata nella conservazione e nel recupero delle balene franche del Nord Atlantico in via di estinzione e ha recentemente proposto una norma per modificare le restrizioni di velocità delle navi esistenti che si applicherebbero a molte navi che lavorano nell’eolico offshore. «Nei nostri permessi e autorizzazioni, richiediamo anche misure di mitigazione per evitare e ridurre al minimo gli impatti derivanti dallo sviluppo dell’eolico offshore – sottolinea l’Agenzia – Infine, NOAA Fisheries e Bureau of Ocean Energy Management hanno recentemente pubblicato una bozza di strategia congiunta per proteggere e promuovere il recupero delle balene franche del Nord Atlantico, sviluppando responsabilmente l’energia eolica offshore. Questa strategia fa parte del percorso globale della NOAA Fisheries per la ripresa delle balene franche del Nord Atlantico».

NOAA ha anche spiegato perché non effettua necroscopie su tutti i grandi cetacei: «Le grandi necroscopie di balene sono molto complicate, richiedono molte persone e attrezzature solitamente pesanti (caricatori frontali, ecc.). Alcune balene vengono trovate morte galleggianti al largo e devono essere rimorchiate a terra per un esame. Possono esserci limitazioni sul luogo in cui si è arenata la balena, comprese le aree protette (parchi o preoccupazioni per altre specie in via di estinzione) e l’accessibilità (aree remote, maree che impediscono l’accesso in alcune ore del giorno). Inoltre, le autopsie sono le più istruttive quando l’animale è morto relativamente di recente. Alcune balene non vengono trovate fino a quando non sono già decomposte, il che limita la quantità di informazioni che possono essere ottenute. Infine, il finanziamento è limitato e varia a seconda della località e del partner della rete di spiaggiamento».

I repubblicani ce l’hanno con Ocean Wind, il grande progetto eolico offshore previsto al largo della costa del New Jersey per il quale i lavori di costruzione non sono nemmeno ancora cominciati. Finora, la compagnnia danese Ørsted ha solo condotto lavori di indagine e campionamento del suolo del fondo oceanico per determinare dove potrebbero essere installate le turbine eoliche offshore e i cavi per portare l’elettricità a terra. Maddy Urbish, a capo degli affari governativi di Ørsted nel New Jersey, ha detto alla CNN che «Le navi che la compagnia aveva incaricato di svolgere il lavoro di indagine non hanno sperimentato alcuna collisione con  mammiferi marini durante l’attività di indagine offshore negli Stati Uniti. Il nostro attuale lavoro al largo della costa del New Jersey consiste in sondaggi e non comporta utilizzo di sonar o azioni che disturberanno le balene o altri mammiferi oceanici».

Ma è vero che altri lavori di indagine sottomarina possono utilizzare sonar e suoni per mappare il fondo dell’oceano, ma sono gli stessi funzionari governativi statunitensi a dire che «Gli strumenti acustici utilizzati dai progetti eolici sono in genere meno intensi rispetto agli air gun sismici utilizzati dalle operazioni offshore di petrolio e gas per penetrare più in profondità nel fondo marino». Erica Staaterman, bioacustica  del Center for Marine Acoustics del Bureau of Ocean Energy Management sottolinea che «Le sorgenti sonore utilizzate dalle operazioni di energia eolica dovrebbero generalmente avere un impatto molto inferiore rispetto agli air gun sismici». Strumentazioni che però i repubblicani anti-eolico difendono strenuamente.

Inoltre, i regolamenti federali impongono la presenza di più osservatori sulle navi che conducono lavori di ispezione e costruzione e che non appena vedono cetacei e tartarughe marine nell’area fanno interrompere i lavori.

Nonostante tutto questo, anche Clean Ocean Action ha chiesto di interrompere il progetto di Ørsted nel New Jersey e di bloccare tutti i futuri parchi eolici pianificati. Ma la grande maggioranza delle associazioni ambientaliste, tra le quali Sierra Club, League of Conservation Voters e Anglers for Offshore Wind, ribattono che «Nel lungo periodo i parchi eolici aiuteranno sia gli esseri umani che le balene, riducendo l’uso di combustibili fossili e le sue emissioni che riscaldano il pianeta».

Paul Eidman, un capitano marittimo del New Jersey che gestisce la sezione locale di Anglers for Offshore Wind, risponde così ai repubblicani e ai no-wind: «Siamo dalla parte delle balene, tutto ciò che facciamo è prenderci cura delle balene. Stiamo accettando il fatto che gli esseri umani hanno incasinato tutto e che il cambiamento climatico è stato causato da noi. Questo è uno dei modi in cui possiamo smettere di bruciare combustibili fossili: stiamo guardando il quadro generale».

Hemphill di Greenpeace Usa conclude: «C’è molto in gioco e abbiamo bisogno di risposte per garantire che stiamo facendo ciò che è meglio per le persone e il pianeta. In questo momento, a causa della mancanza di prove che suggeriscano danni causati dallo sviluppo dell’eolico offshore, la posizione di Greenpeace rimane che il modo migliore per proteggere le balene è creare santuari oceanici, eliminare la plastica monouso alla fonte e fermare la nostra dipendenza da petrolio e gas. Gli imminenti negoziati per un Global Ocean Treaty e un Global Plastics Treaty sono importanti opportunità che dovremmo cogliere per compiere progressi in queste aree».