Commissione Ue: proteggere il 30% del mare per promuovere una pesca sostenibile

Pesca, acquacoltura ed ecosistemi marini: la transizione verso l'energia pulita e la protezione degli ecosistemi per una maggiore sostenibilità e resilienza

[22 Febbraio 2023]

La Commissione europea ha presentato un pacchetto di misure per migliorare la sostenibilità e la resilienza del settore della pesca e dell’acquacoltura nell’Unione europea che comprende 4 documenti: una comunicazione sulla transizione energetica nel settore della pesca e dell’acquacoltura dell’UE; un piano d’azione per proteggere e ripristinare gli ecosistemi marini per una pesca sostenibile e resiliente; una comunicazione sulla politica comune della pesca, oggi e domani e una relazione sull’organizzazione comune dei mercati nel settore dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura.

La Commissione Ue spiega che «Le misure previste si prefiggono principalmente di promuovere l’uso di fonti energetiche più pulite, ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e diminuire l’impatto del settore sugli ecosistemi marini. Le azioni proposte saranno realizzate gradualmente per agevolare l’adeguamento del settore. Un “patto per la pesca e gli oceani” sosterrà inoltre la piena attuazione della politica comune della pesca (PCP) in coordinamento con gli Stati membri e i portatori di interessi del settore, tra cui i pescatori, le organizzazioni di produttori, i consigli consultivi regionali, la società civile e gli scienziati. Le proposte, inoltre, intendono rendere la pesca un settore lavorativo allettante per le giovani generazioni».

Secondo la Commissione Ue, «L’attuale dipendenza del settore dai combustibili fossili non è solo insostenibile dal punto di vista ambientale, ma lo rende anche vulnerabile all’aumento dei prezzi dell’energia. Nel 2021 e nel 2022, quando i prezzi del carburante sono aumentati, molte navi sono rimaste in porto e il settore ha avuto bisogno di sostegno finanziario, poiché gran parte della flotta peschereccia dell’Ue non era in grado di sostenere i costi operativi. Anche l’acquacoltura ha sofferto della maggiorazione de prezzi sia dei combustibili che dei mangimi. Il settore ha beneficiato del sostegno finanziario dell’UE». Per questo propone di «Ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e di puntare alla neutralità climatica nel settore della pesca e dell’acquacoltura, in linea con uno degli obiettivi ambiziosi dell’European Green Deal: conseguire la neutralità climatica nell’Ue entro il 2050. In particolare, essa propone misure che aiutino il settore ad accelerare la transizione energetica, migliorando l’efficienza dei combustibili e passando a fonti energetiche rinnovabili e a basse emissioni di carbonio».

Una delle azioni chiave prevista è l’istituzione di un partenariato internazionale per la transizione energetica della pesca e dell’acquacoltura dell’Ue, che riunirà tutti i portatori di interessi, anche nei settori della pesca, dell’acquacoltura, della cantieristica, dei porti e dell’energia, le ONG e le autorità nazionali e regionali, per affrontare insieme le sfide della transizione energetica del settore. Inoltre, la Commissione Ue  si adopererà per colmare i gap nel trasferimento di tecnologia dal campo della ricerca e dell’innovazione alla fase applicativa, promuovere lo sviluppo delle competenze tra i lavoratori e migliorare il contesto imprenditoriale, anche per quanto riguarda le opportunità di finanziamento e la sensibilizzazione.

L’altro pilatro della nuova strategia Ue è quello di proteggere gli ecosistemi marini per promuovere una pesca sostenibile: «I cambiamenti climatici, la perdita di biodiversità e l’inquinamento degli oceani minacciano la sostenibilità delle risorse della pesca e dell’acquacoltura», ricorda la Commissione Ue che ha presentato «In piano d’azione per l’ambiente marino volto a rafforzare il contributo della PCP agli obiettivi ambientali dell’Ue e a ridurre l’impatto negativo che le attività di pesca esercitano sugli ecosistemi marini, in particolare attraverso la perturbazione dei fondali, le catture accessorie di specie sensibili e gli effetti sulle reti trofiche marine. Un ambiente marino in salute, con stock ittici sani e una ricca biodiversità, è l’unico modo per garantire un futuro prospero alle comunità di pesca dell’UE a medio e a lungo termine».

Inoltre il piano d’azione «Contribuisce a realizzare la strategia dell’UE sulla biodiversità per il 2030 e l’impegno a proteggere giuridicamente ed efficacemente il 30% dei nostri mari, di cui un terzo è rigorosamente protetto». Per conseguire questo obiettivo, la Commissione Ue «Invita gli Stati membri ad adottare misure di conservazione nel settore della pesca per proteggere e gestire efficacemente le aree marine protette, con un calendario preciso. Le misure dovrebbero includere la protezione delle zone di riproduzione e di crescita del novellame, la riduzione dei tassi di mortalità degli stock e il ripristino di aree vitali per le specie e gli habitat sensibili».

Il piano mira anche a ridurre l’impatto della pesca sui fondali marini: «La protezione e il ripristino urgenti degli habitat dei fondali nelle aree marine protette sono fondamentali, tenuto conto della loro importanza come punti nodali della biodiversità marina dell’UE e della rilevanza del “carbonio blu” negli habitat marini per lottare contro i cambiamenti climatici». Per questo, la Commissione gli Stati membri a «Proporre raccomandazioni comuni e ad adottare misure nazionali per eliminare gradualmente la pesca di fondo con attrezzi attivi in tutte le aree marine protette al più tardi entro il 2030 e a vietarla in tutte le aree marine protette di recente istituzione. Le prime misure dovrebbero essere adottate già entro marzo 2024 per i siti Natura 2000 della direttiva Habitat, che protegge i fondali e le specie marine».

Il piano d’azione propone anche azioni per aumentare la selettività degli attrezzi e delle pratiche di pesca e a ridurre le catture accidentali di specie minacciate, fissando un calendario che aiuterà gli Stati membri a dare la priorità alle specie che necessitano di maggior protezione.

Dato che gli oceani e i mari coprono il 71% della superficie terrestre e oltre il 65% del territorio dell’Ue, il piano d’azione farà parte del contributo dell’Ue all’attuazione del   Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework approvato dalla 15esima conferenza delle parti della Convention on biological diversiy tenutasi a Montreal nel dicembre 2022.

Secondo la Commissione Ue, «La politica comune della pesca continua ad essere il quadro giuridico adeguato per rispondere alle sfide con cui le attività di pesca dell’Ue, e i mari da cui dipendono, si stanno confrontando, garantendo la necessaria stabilità al settore della pesca e consentendo all’Ue di essere d’esempio nel promuovere una pesca sostenibile nel mondo. I tre principi fondamentali su cui si basa tale politica sono tuttora di attualità: sostenibilità ambientale, sociale ed economica; cooperazione regionale efficace; e decisioni basate su dati scientifici».  Ma la stessa Commissione ammette che «Permangono tuttavia diverse criticità per la piena attuazione della PCP ed è necessaria una trasformazione più rapida e più strutturale per ridurre l’impatto ambientale e climatico della pesca e dell’acquacoltura. Tale trasformazione è necessaria, da un lato, per risanare l’ambiente marino e garantire la sicurezza alimentare, dall’altro per aiutare il settore a diventare più resiliente, aumentare l’efficienza energetica e contribuire rapidamente alla neutralità climatica. Si riuscirà così a risparmiare sui costi del carburante e a rendere l’energia verde un fattore di prosperità».

Per definire una visione unitaria per il futuro del settore della pesca e dell’acquacoltura, riconfermare l’impegno comune ad attuare pienamente la PCP, avviare discussioni tra i responsabili della pesca e i portatori di interessi al fine di adeguare tale politica alle esigenze future in termini di resilienza sia sociale che ambientale, la Commissione Ue  propone «Un “patto per la pesca e gli oceani” che riunirà tutti i portatori di interessi. Il “patto per la pesca e gli oceani” apre una nuova fase di dialogo e cooperazione tra la Commissione e tutti i portatori di interessi del settore della pesca; svilupperà una comprensione comune degli obiettivi da raggiungere e, ove necessario, contribuirà ad adeguare le strategie».