Come si pesa una balena viva?

Un nuovo metodo utilizza droni e tecnologia 3D per pesare i cetacei direttamente in mare

[2 Ottobre 2019]

Non esiste una bilancia (e finora nemmeno un metodo) in grado di pesare una grande balena viva, ma il nuovo studio “Estimating body mass of free‐living whales using aerial photogrammetry and 3D volumetrics”, pubblicato su Methods in Ecology and Evolution della British Ecological Society  rivela il metodo escogitato da un team internazionale di ricercatori per stimare con precisione il peso delle balene in natura usando solo immagini aeree riprese da droni.

All’Aarhus Institute of Advanced Studies (Aias) che ha guidato la ricerca spiegano che «Misurando la lunghezza del corpo, la larghezza e l’altezza delle balene franche australi vive in natura fotografate dai droni, i ricercatori sono stati in grado di sviluppare un modello che calcolasse accuratamente il volume corporeo e la massa delle balene. In precedenza, a causa delle loro grandi dimensioni e della vita acquatica, l’unico modo per ottenere dati sulla massa corporea delle balene era di pesare individui morti o spiaggiati».

Questo metodo innovativo può essere utilizzato anche per saperne di più sulla fisiologia e sull’ecologia delle balene. Ne è convinto il principale autore dello studio, Fredrik Christiansen, dell’Aias e dell’università di Aarhus, «Conoscere la massa corporea delle balene selvatiche apre nuove strade di ricerca. Ora saremo in grado di esaminare la crescita di individui anziani conosciuti per poter calcolare il loro aumento della massa corporea nel tempo e il fabbisogno energetico per la crescita. Saremo anche in grado di esaminare il fabbisogno energetico giornaliero delle balene e calcolare quante prede devono consumare»

Il modello 3D della balena franca australe (Eubalaena australis) ha anche permesso al team di ricercatori di collaborare con il Digital Life Project dell’università del Massachusetts – Amherst per ricreare prima una rete 3D della balena e quindi lavorare con l’artista Robert Gutierrez de di GTZ Designs per ricreare un modello 3D completamente a colori della balena franca australe. Gli scienziati sottolineano che «Questi modelli possono essere usati sia per scopi scientifici, come lo studio del movimento, sia per scopi educativi. Regolando i parametri del modello, l’approccio potrebbe essere utilizzato per stimare la dimensione di altri mammiferi marini, laddove metodi alternativi, più invasivi, non sono fattibili o desiderabili».

I misticeti, che comprendono specie come la balenottera azzurra (Balaenoptera musculus), sono gli animali più grandi del pianeta e il loro successo come gruppo di animali dipende proprio dalle loro enormi dimensioni corporee. Ma, storicamente, a, i dati sulle loro dimensioni dimensione si limitano a esemplari morti, con la maggior parte dei campioni che proviene dalla caccia alle balene, catture accidentali o spiaggiamenti.

Ma la raccolta di dati dalle balene morte ha forti limiti, come l’impossibilità di raccogliere dati lungo tutta la vita di una balena e per le inesattezze dovute alla distorsione fisica delle carcasse causata da gonfiore e deflazione.

Christiansen ricorda che «La difficoltà di misurare in modo affidabile la massa corporea nelle balene viventi ha impedito l’inclusione della massa corporea in molti studi in ecologia, fisiologia e bioenergetica. Questo nuovo approccio consentirà ora di includere finalmente questa variabile centrale negli studi futuri sulle balene viventi». Per calcolare il volume corporeo e la massa delle balene franche australi, Christiansen e il suo team hanno prima scattato foto aeree di 86 esemplari al largo della Penisola di Valdés, in Argentina, che le acque limpide e il gran numero di balene che si riuniscono ogni inverno per la riproduzione hanno reso un luogo ideale per scattare e girare immagini di alta qualità sia del dorso che dei fianchi delle balene. E’ così che sono stati in grado di ottenere misure della lunghezza, larghezza e altezza dei cetacei che poi hanno utilizzato per modellare accuratamente la forma del corpo e il volume delle balene.

Christiansen spiega ancora: «Abbiamo utilizzato questo modello per stimare il volume corporeo delle balene catturate nelle operazioni scientifiche di caccia alle balene, per le quali era nota la circonferenza corporea e la massa. Da queste stime del volume corporeo e della massa, abbiamo potuto quindi calcolare la densità delle balene, che a sua volta abbiamo potuto usare per stimare la massa delle balene viventi fotografate dai nostri droni».

Sebbene il modello abbia prodotto stime della massa corporea con un alto livello di accuratezza, c’erano alcuni limiti dovuti alla proporzione dei diversi tessuti presenti nelle balene. Christiansen conclude: «Abbiamo dovuto assumere una densità corporea costante delle balene, il che non è realistico in quanto la proporzione di diversi tessuti corporei (grasso, muscoli ecc.) Cambia stagionalmente quando le balene partoriscono o deperiscono fisicamente».