Riceviamo e pubblichiamo

Come proteggere (davvero) il valore ecologico di boschi e Parchi? Se ne parla a Villetta Barrea

Nell'ambito del programma "Parchi per il Clima", finanziato dal Mite, il Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise ha «l’abbattimento di ben 3.410 alberi». Il 22/7 appuntamento con ambientalisti, istituzioni locali, dirigenza del Pnalm e cittadini

[20 Luglio 2022]

Proprio nell’anno in cui si festeggia il centenario del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, proviene  da questo Parco un segnale  molto preoccupante per il futuro dei suoi boschi. Infatti, da qualche settimana, per decisione dell’attuale governance dell’Ente gestore si procede, anche in luoghi particolarmente delicati del Parco, a un eccezionale abbattimento di alberi e di vegetazione destinato inevitabilmente ad avere effetti non solo sul paesaggio, ma anche sulla biologia della  fauna selvatica.  Perfino la pineta di Villetta Barrea, famosa in tutto il mondo per il suo Pinus nigra sottospecie nigra varietà italica, ecosistema unico e irripetibile, potrà diventare oggetto di tagli che, con la giustificazione di prevenire gli incendi, sono destinati ad alterarne la struttura in maniera duratura.

Pertanto l’associazione culturale Futuro remoto in collaborazione con un gruppo di cittadini e di esperti di biodiversità (forestali, botanici, ornitologi, etologi, naturalisti ecc) ha inteso organizzare a Villetta Barrea nel prossimo 22 luglio  alle ore 10,00 a Palazzo Dorotea  un incontro pubblico in cui si  discuterà su  come operare nei boschi delle aree protette, valutando  insieme  quale conservazione,  quale valorizzazione e quale utilizzo economicoè possibile, alla luce del principio oggi contenuto nell’art. 9 della Costituzione (la Repubblica “tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi  anche nell’interesse delle  future  generazioni”) e nel rispetto dell’art. 1  della 394/91 Legge quadro sulle Aree Protette.

Saranno presenti alcuni dei promotori dell’iniziativa, il presidente del Pnalm e i vertici del Parco, la sindaca di Villetta, alcuni consiglieri comunali, le Associazioni ambientaliste abruzzesi e i cittadini che lo desiderano.

Va specificato che gli interventi selvicolturali proposti dal Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise sono previsti nell’ambito del programma di interventi denominato “Parchi per il Clima”, finanziato dal ministero dell’Ambiente prima e da quello della Transizione ecologica successivamente.

Con il  programma ministeriale  si è inteso finanziare progetti da realizzare nei parchi nazionali finalizzati al contrasto ai cambiamenti climatici, alla realizzazione di servizi e infrastrutture per la mobilità sostenibile, all’efficientamento energetico del patrimonio immobiliare pubblico, alla gestione forestale sostenibile e quindi ad interventi selvicolturali che hanno come unico e solo scopo quello di ridurre il rischio di incendio boschivo dei complessi forestali, specie in relazione alla presenza di boschi di conifere di origine artificiale.

Fra  questi interventi selvicolturali, il progetto del Parco ha previsto un diradamento della pineta di Villetta Barrea  attraverso l’abbattimento di ben 3.410 alberi,  come se si trattasse di un bosco di conifere di origine artificiale, ad alto rischio d’incendi . Ma la Pineta di Villetta Barrea non va affatto considerata un bosco di conifere di origine artificiale perché, anche se parte dei pini vennero in passato qui piantati  dall’uomo, si è poi diffusa spontaneamente  tutta la flora e  la fauna  pregiata della Camosciara, rendendo oggi  la pineta un ecosistema prezioso, ricco di endemismi e di rarità che vanno assolutamente protetti.

Molto chiari al riguardo sono gli studi sulla entomofauna e quelli sul  polline di Marchesoni e Paganelli (Università di Camerino 1960) che hanno dimostrato come 12.000 anni fa nell’Appennino centrale fosse diffuso un bosco di conifere, e la più importante formazione residuale conservata nell’Appennino centrale è proprio quella di Villetta Barrea, in cui sia a destra del  fiume Sangro  ( località Camosciara) , che a sinistra del Sangro ( Pineta di Villetta), esisteva  in passato un‘unica grande pineta , con caratteristiche diverse a seconda del suolo.

Va anche sottolineato che i tagli degli alberi non costituiscono affatto una valida misura preventiva degli incendi, in quanto non escludono né il rischio d’innesco né quello di propagazione del fuoco.  E vanno comunque del tutto esclusi in un Parco in cui deve prevalere la tutela della biodiversità. Viceversa, misure preventive appropriate sono costituite da una sorveglianza sistematica con attrezzature adeguate (sistema di video-tele-rilevamento per il controllo antincendio, come ad esempio quello già operante nel Parco regionale della Maremma e in allestimento al Parco del Cilento) e con personale  e volontariato  ben addestrato: ed è quindi su queste misure che andrebbero  spese le somme messe a disposizione del ministero.

Infine stupisce che il progetto del Pnalm non tenga per nulla conto dei gravi danni che con i tagli degli alberi si provocano alle piante, al suolo, all’avifauna e all’altrafauna (la pineta di Villetta è il luogo abituale di frequentazione di orso, lupo, cervo, capriolo, camoscio, martora, scoiattolo e anche di sosta e nidificazione di chirotteri e di molte specie di uccelli ). Né il progetto del Pnalm tiene conto  dei danni agli umani sia per il mutamento radicale del paesaggio (che costituisce una caratteristica identitaria per la comunità di Villetta Barrea), sia per quanto riguarda l’aumento del rischio frana a cui Villetta Barrea è particolarmente esposta.

L’incontro del 22 luglio p.v. è pertanto finalizzato ad interrogarsi, a partire dal caso della pineta di Villetta Barrea, su come tutelare il valore ecologico dei boschi nel nostro Parco e in generale nelle aree protette. Perché appare evidente che a nulla servirebbe avere un Parco nazionale di valore e fama internazionale , se poi questo trattasse i boschi con gli stessi criteri dei tagli selvicolturali anti-naturalistici che oggi stanno devastando l’Italia.

Stefano Allavena  – Coordinatore LIPU  per l’Abruzzo

Giorgio Boscagli – Biologo faunista, già Direttore Parco Regionale Sirente Velino, già Direttore Parco Nazionale Foreste Casentinesi

Alberto D’Orazio – già Presidente della Comunità del Parco – PNALM

Carlo Alberto Graziani – già Presidente del Parco Nazionale dei Monti Sibillini

Mariapia Graziani – Presidente Associazione Futuro Remoto – Villetta Barrea

Giovanni Damiani – Presidente dell’Associazione “I Gufi – Gruppo Unitario per le Foreste Italiane”

Corradino Guacci – Presidente Società Italiana per la Storia della Fauna “Giuseppe Altobello”

Franco Pedrotti – Professore Emerito Università di Camerino

Luigi Piccioni – Professore Unical e storico delle aree protette

Bartolomeo  Schirone – Professore ordinario di Selvicoltura e Assestamento Forestale presso Università della Tuscia -Viterbo

Franco Tassi – Centro Parchi Internazionale, già Direttore del PNALM

Alessandro Ursitti – Pro Natura Abruzzo – Educatore ambientale e Guida Turistica – Direttore Scuola Escursionismo Naturalistico “I Camosci”