Come i lupi killer e i castori ingegneri “ricostruiscono” il territorio di un Parco Nazionale
Predando i giovani castori, i lupi alterano la creazione e la ricolonizzazione delle zone umide e permettono anche ad altre specie di prosperare
[23 Novembre 2020]
I castori tra gli ingegneri ecosistemici più attivi e produttivi del mondo: quasi ovunque vivono creano, mantengono e alterano radicalmente le zone umide. Ma cosa potrebbe tenere sotto controllo questa ingegneria idraulica dei castori, che alla fin e potrebbe rendere meno dinamici i flussi fluviali, e influenzare la formazione delle zone umide del Nord America?
Lo studio “Outsized effect of predation: Wolves alter wetland creation and recolonization by killing ecosystem engineers”, pubblicato recentemente su Science Advances da un team di ricercatori delle università del Minnesota, del Manitoba e del Voyageurs Wolf Project del Voyageurs National Park ha dimostrato che anche i lupi hanno un forte impatto sugli ecosistemi delle zone umide perché predano i castori che lasciano le loro colonie per creare nuovi stagni.
I castori creano zone umide, costruendo dighe che creano l’habitat per numerose altre specie. I giovani castori si disperdono per creare nuove famiglie e nuovi stagni o riparano e ricolonizzano vecchi stagni esistenti e abbandonati. Studiando i modelli di creazione e ricolonizzazione degli stagni insieme alla predazione del lupo sui castori, i biologi e coautori dello studio Tom Gable e Austin Homkes hanno scoperto che «L’84% degli stagni di castori appena creati e ricolonizzati è rimasto occupato dai castori per più di un anno. Ma quando un lupo uccide il castoro che si stabilisce in uno stagno, nessuno di questi stagni rimane attivo».
Questa relazione tra i lupi e i giovani castori in dispersione dimostra come i lupi siano strettamente collegati alla creazione di zone umide nell’ecosistema boreale e a tutti i processi ecologici in atto nelle zone umide,
Gable, che è a capo del Voyageurs Wolf Project, sottolinea che «Il modo in cui i grandi predatori influiscono sugli ecosistemi è oggetto di interesse da decenni tra gli scienziati e l’opinione pubblica. Poiché i lupi sono i predatori all’apice e i castori sono ingegneri dell’ecosistema nel Minnesota settentrionale, sapevamo che potenzialmente i lupi potevano influenzare gli ecosistemi uccidendo i castori». E il team di ricerca ha scoperto che i lupi possono avere questo impatto sulle zone umide senza necessariamente modificare l’abbondanza o il comportamento dei castori. Questo collegamento tra la predazione del lupo, dispersione dei castori e zone umide può avere impatti di lunga durata per i territori boreali e l’habitat di altre specie. Il progetto Voyageurs Wolf sta studiando gli effetti a lungo termine di questa relazione.
Homkes, un biologo del Voyageurs Wolf Project, racconta che «Nel 2015, abbiamo documentato un lupo che uccideva un castoro in dispersione in uno stagno appena creato. Pochi giorni dopo che il lupo aveva ucciso il castoro, la diga è crollata perché non era rimasto nessun castoro per manutenerla. Il lupo sembrava aver impedito al castoro di trasformare questa zona boschiva in uno stagno. Questa osservazione iniziale è stata affascinante e ci siamo resi conto che dovevamo capire come i lupi fossero collegati alla creazione di zone umide nell’ecosistema di Greater Voyageurs».
Dopo cinque anni di intenso lavoro sul campo, il team statunitense e canadese ha stimato che nell’ecosistema Greater Voyageurs i lupi abbiano alterato la creazione di circa 88 stagni e lo stoccaggio di oltre 51 milioni di litri d’acqua all’anno. «A metà settembre di quest’anno, lo stagno osservato nel 2015 non è ancora stato colonizzato da un altro castoro», ha detto Gable e un altro autore dello studio Joseph Bump dell’università del Manitoba, aggiunge: «Il nostro lavoro suggerisce la possibilità che i lupi possano avere un impatto a lungo termine sulla creazione delle zone umide e produrre quella disomogeneità dell’habitat che sostiene molte altre specie in tutto il territorio ma dobbiamo studiare ulteriormente questo meccanismo».
DI solito, si ritiene che i lupi e i grandi predatori abbiano effetti ecologici smisurati, riducendo l’abbondanza delle loro prede o alterandone il comportamento per paura della predazione, entrambi effetti che consentono ai predatori di avere un impatto indiretto sulle basi della catena alimentare come la vegetazione, gli uccelli canori e altri animali selvatici. Alcune ricerche hanno persino affermato che i lupi hanno un impatto sugli ecosistemi fluviali innescando degli effetti trofici a cascata, ma questa teoria è stata accolta con notevole scetticismo e resta oggetto di accesi dibattiti tra gli scienziati.
Un altro autore del nuovo studio, Sean Johnson-Bic dell’università del Manitoba, evidenzia che «Il fatto che abbiamo dimostrato in modo convincente che i lupi possono avere impatti sulle zone umide senza necessariamente modificare l’abbondanza o il comportamento dei castori è una scoperta davvero entusiasmante».
Steve Windels, coautore e ricercatore del Voyageurs National Park, fricorda che «Il Greater Voyageurs Ecosystem si trova all’interno di un territorio piatto dominato da acqua e alberi, creando le condizioni perfette che attualmente supportano alcune delle più alte densità di castori del Nord America. Sebbene non abbiamo prove che i lupi stiano limitando le dimensioni della popolazione di castori nei Voyageurs, comprendere i modi complessi e sfumati in cui predatori e prede si influenzano a vicenda e influenzano il loro ambiente è fondamentale per adempiere alla missione del National Park Service di proteggere e preservare le nostre risorse per le generazioni future».
Bump conclude: «Questo studio ha identificato un modo nuovo e unico con cui i predatori influenzano i processi ecologici, il che alla fine arricchisce la nostra comprensione dei diversi ruoli che i predatori svolgono negli ecosistemi. Ci sono una serie di buone ragioni per mantenere e ripristinare popolazioni di predatori vitali e questo studio dovrebbe essere utile per comprendere appieno il ruolo e quindi il valore dei predatori, specialmente quando mangiano gli ingegneri dell’ecosistema».