Come fermare l’invasione di specie aliene per proteggere biodiversità, economia e salute

Life Asap lancia l’allarme: «87 nuove specie, su 952 analizzate, gravemente pericolose per l’uomo e l’ambiente. A rischio tutti gli ecosistemi terrestri e marini»

[23 Giugno 2020]

Inizia oggi il convegno finale del progetto europeo  di Life Alien Species Awareness Program (Asap)  è il progetto cofinanziato dalla Commissione Europea e coordinato dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) e che vede come partner beneficiari Legambiente, Federparchi, Regione Lazio, Università di Cagliari, Nemo, Tic Media Art; altri cofinanziatori sono il Ministero dell’ambiente  e i parchi nazionali dell’Arcipelago Toscano, dell’Aspromonte, del Gran Paradiso e dell’Appennino Lucano, Val D’Agri e Lagonegrese. Il convegno, dedicato all’informazione e prevenzione delle specie aliene invasive, si tiene online da oggi fino a  giovedì 25 per presentare tutti i risultati ottenuti durante i quattro anni di progetto.

Le specie aliene invasive sono una delle principali cause di perdita di biodiversità e causano gravi impatti sociali, sanitari ed economici, stimati in oltre 12 miliardi di euro ogni anno nella sola Unione europea. Un fenomeno potenzialmente in crescita: il numero di specie aliene è cresciuto negli ultimi 30 anni del 76% in Europa, del 95% nel nostro Paese. In Europa, complici anche i cambiamenti climatici in atto, le specie aliene invasive sono, insieme al consumo di suolo, la principale minaccia alla biodiversità.

Gli esperti di Asap  hanno esaminato 952  nuove specie aliene per valutarne le possibilità di ingresso nel nostro Paese e i potenziali danni per il patrimonio naturale, per la salute dei cittadini e per la nostra economia e spiegano che sono «87 quelle definite “critiche” perché a massimo impatto: piante e animali in grado di invadere tutti gli ecosistemi terrestri (74 specie), marini (9) e le acque interne (4). Un rischio enorme poiché queste nuove minacce andrebbero ad aggiungersi alle oltre 3.000 specie aliene già presenti».

Tra le 87 specie più insidiose indicate dagli esperti, la Crassula helmsii, pianta acquatica originaria dell’Oceania, di grande interesse per i settori florovivaistico e acquariologico. Una specie molto invasiva, capace di proliferare anche in ambiente terrestre, che forma mantelli vegetali in grado di coprire interamente qualsiasi superficie, soffocando le piante native. Causa anche ingenti impatti economici perché impedisce la navigazione dei corsi d’acqua, la pesca e l’accesso alle sponde, ed è inserita nell’elenco delle 100 specie più invasive del mondo.

C’è poi il Callosciurus prevostii, o Scoiattolo di Prevost, scoiattolo arboricolo originario del sud-est asiatico, molto apprezzato e venduto come animale da compagnia per via della sua vivace colorazione, ma molto pericoloso, nel caso in cui dovesse fuggire o essere rilasciato, per il nativo scoiattolo rosso.

Tra gli insetti più pericolosi che potrebbero diffondersi nel nostro territorio, la Solenopsis invicta, o Formica del fuoco. Una specie originaria del Brasile, introdotta come contaminante del suolo e dei prodotti vegetali, altamente invasiva e impattante grazie alla formazione di super-colonie di dimensioni enormi. La formica del fuoco, oltre a creare impatti notevoli sulla biodiversità nativa e le produzioni agricole, è un rischio per la salute umana a causa della puntura dolorosa che può infliggere.

A mettere a rischio anche il Mediterraneo, il possibile arrivo dell’Austrominius modestus, un piccolo crostaceo balanide marino originario dell’Oceania, introdotto in molte parti del mondo in quanto in grado di incrostare le chiglie delle imbarcazioni. È una specie aliena invasiva che costituisce un serio rischio per l’ambiente marino in quanto è in grado di competere con successo con varie specie di invertebrati importanti per questo habitat.

Il ricercatore di Ispra e coordinatore del progetto, Piero Genovesi, sottolinea che «Per affrontare le minacce legate alle invasioni biologiche bisogna puntare sulla prevenzione, identificando gli organismi che potrebbero arrivare nel nostro Paese, ma soprattutto aumentando la consapevolezza sui rischi connessi a questo fenomeno, perché solo cambiando i comportamenti delle persone possiamo ridurre gli impatti causati dalle specie aliene invasive»,

Lo staff di Asap sottolinea che «Le modalità di ingresso, volontarie o involontarie, sono numerose. Molte attività economiche possono favorire l’arrivo per lo più accidentale di nuove specie aliene: la navigazione, l’acquacoltura, l’agricoltura, le attività forestali e, negli ultimi anni, il commercio di piante ornamentali e animali da compagnia. Spesso animali e piante invasive vengono introdotte anche da singoli cittadini, in modo intenzionale, come nel caso dei rilasci di animali da compagnia o per attività di pesca sportiva e venatoria, o in modo inconsapevole, per esempio dai viaggiatori attraverso abiti, attrezzature, bagagli o souvenir contaminati».

Per gli esperti, di fronte al rischio concreto di arrivo di queste nuove specie, «E’ cruciale un’efficace attività di prevenzione, che permetterà di evitare molte delle future introduzioni».

Per questo Life Asap ha reso disponibili e diffuso tra i cittadini e i settori professionali maggiormente interessati una serie di Codici di condotta volontari sviluppati in ambito europeo per frenare l’introduzione e la diffusione di specie aliene invasive. Sette guide tecniche, di facile comprensione, con consigli e buone pratiche riguardanti il florovivaismo e il verde ornamentale, gli animali da compagnia, gli orti botanici, i giardini zoologici e gli acquari, la caccia, la pesca sportiva e la nautica da diporto.

Durante i 4 anni di progetto sono stati realizzati 224 eventi tematici e 445 giornate di formazione e sensibilizzazione con il coinvolgimento di circa 30mila persone.