Citizen science e videogiochi: per camuffarsi il grigio è meglio delle strisce zebrate

Il camuffamento opaco e privo di caratteristiche fornisce una migliore protezione dai predatori rispetto alle strisce zebrate

[13 Gennaio 2021]

Per spiegarsi l’esistenza di strisce vistose come quelle che esibiscono le zebre gli scienziati proposto l’ipotesi dell’abbagliamento attraverso il movimento, secondo la quale le livree con un forte contrasto possono rendere difficile ai predatori seguire un bersaglio in movimento.

Ora lo studio “The evolution of patterning during movement in a large-scale citizen science game”, pubblicato su Proceedings of the Royal Society B da un team di ricercatori delle università di Exeter e dell’Essex di FoAM Kernow, mette in dubbio questa convinzione che era stata corroborata recentemente anche da altre ricerche.

Gli scienziati dell’università di Exeter lo hanno testato utilizzando il gioco touch-screen Dazzle Bug nel quale i  visitatori dell’Eden Project della Cornovaglia dovevano catturare un “insetto” rettangolare in movimento.

I modelli degli insetti digitali sono stati programmati per “evolversi” per trovare la migliore strategia di mimetizzazione e l’autrice senior dello studio, Laura Kelly del Center for Ecology and Conservation di Exter, spiega che gli “insetti” si sono evoluti in modo inaspettato: «I nostri risultati indicano che i bersagli a basso contrasto e privi di caratteristiche erano i più difficili da catturare quando erano in movimento».

La principale autrice dello studio, Anna Hughes del Department of psychology cdell’università dell’Essex (ora a Exeter), ricorda che «La presenza di modelli altamente visibili e sorprendenti su molti animali come le zebre ha lasciato perplessi i biologi per oltre un secolo, poiché questi segni sono evidenti per i predatori.

I primi naturalisti suggerivano che questi modelli potessero creare un “abbagliamento del movimento”, rendendo difficile per i predatori stimare la velocità o la direzione delle loro prede. Il modello Dazzle è stato utilizzato sulle navi durante la prima guerra mondiale ed è stato testato in numerosi studi, ma i suoi effetti protettivi rimangono poco chiari, in gran parte a causa degli esperimenti che sono stati realizzati con test su piccola scala per una gamma limitata di modelli».

Gli scienziati britannici hanno affrontato questo problema utilizzando la citizen science: più di 77.000 persone hanno giocato a Dazzle Bug all’Eden Project, scovando in totale più di 1,5 milioni di “bug”.

La Hughes conclude: «I nostri risultati forniscono la prova più chiara fino ad oggi contro l’ipotesi di abbagliamento da movimento e suggeriscono che la protezione in movimento può fare affidamento su meccanismi completamente diversi da quelli precedentemente ipotizzati».