Cites: numero record di specie regolamentate dopo la Cop19 di Panama

Sotto protezione Cites 100 specie di squali e razze, 150 specie di alberi, 160 specie di anfibi, 50 specie di testuggini e tartarughe e diverse specie di uccelli canori

[28 Novembre 2022]

Alla 19esima Conferenza delle parti della Convention on international trade in endangered species of wild fauna and flora (COP19 Cites) che si è tenuta a Panama, i rappresentanti di oltre 160 governi hanno ribadito oggi il loro impegno ad affrontare la crisi della biodiversità adottando proposte per regolamentare il commercio internazionale di oltre 500 nuove specie.

Dopo due settimane di negoziati sulle questioni più importanti del commercio di specie animali e vegetali a rischio di estinzione, la COP19 ha infatti adottato un 46 proposte delle 52 presentate che mettono sotto tutela dei regolamenti Cites  quasi 100 specie di squali e razze, oltre 150 specie di alberi, 160 specie di anfibi, tra cui rane tropicali, 50 specie di testuggini e tartarughe e diverse specie di uccelli canori, tutte specie che negli ultimi anni hanno registrato un calo delle loro popolazioni. La Cites punta così a garantire la sopravvivenza di queste specie in natura, consentendone il commercio internazionale e contribuendo anche alla conservazione degli ecosistemi e della biodiversità globale.

Per alcune delle nuove specie elencate ci sarà un divieto totale di commercio. mentre per altre si avranno nuove restrizioni che mirano a incoraggiare un commercio internazionale più sostenibile.

Per esempio, lo shama groppabianca (Copsychus malabaricus) e il bulbul dalla testa di paglia (Pycnonotus zeylanicus), entrambi presenti nel sud-est asiatico, sono due delle specie le cui popolazioni sono state devastate dal commercio di uccelli canori. In particolare, secondo BirdLife International, il bulbul dalla testa di paglia è stato portato sull’orlo dell’estinzione, con un calo della popolazione dell’80% negli ultimi 15 anni,a causa delle catture che alimentano l’enorme domanda di uccelli da gabbia nel sud-est asiatico. Kanitha Krishnasamy, direttrice di TRAFFIC South East Asia, conferma: «Se c’è una specie che merita questo elenco, è il bulbul dalla testa di paglia».

Entrambi questi uccelli hanno ora protezioni extra attraverso nuove restrizioni commerciali concordate alla COP19 Cites, con un divieto totale di commercio per il bulbul dalla testa di paglia. Ma gli esperti avvertono che molti uccelli canori ancora non elesnz cati restano privi di protezioni anche se sono fortemente minacciati.

Secondo Roger Safford, di BirdLife International, «La decisione è stata una risposta forte e diretta al rapido declino di queste specie. Il commercio insostenibile è un grosso problema. Ed è spesso profondamente radicato nelle tradizioni e nelle società, ma la regolamentazione, che può includere divieti commerciali, è certamente parte della soluzione. Quindi non dovremmo perdere l’occasione di metterla in atto».

La protezione Cites è stata estesa a quasi 100 specie di squali e razze, per evitare qualsiasi commercio della loro carne e pinne, pratiche che hanno spinto alcune specie di squali sull’orlo dell’estinzione. Una decisione che porta sotto il controllo Cites la maggior parte delle specie di squali. E la maggior parte delle nuove specie elencate appartiene alla famiglia degli squali requiem (Carcharhinidae), che comprendono lo squalo tigre (Galeocerdo cuvier), lo squalo toro (Carcharias taurus) e la verdesca (Prionace glauca). Quasi la metà di tutto il commercio internazionale di pinne di squalo è costituito da pinne di squali requiem e Glenn Sant, consulente senior per la pesca e la tracciabilità di Traffic, spiega che «Sebbene alcuni di questi squali non siano considerati minacciati, tutti sono stati aggiunti per tenere conto dei “sosia”, specie difficili da distinguere da quelle in pericolo di estinzione. L’inclusione di specie simili significa che i commercianti non saranno in grado di spacciare uno squalo protetto per uno squalo non protetto in un commercio».

Anche 37 specie di pesci chitarra, razze simili a squali, le cui pinne vengono vendute come pinne di squalo, hanno ricevuto nuove protezioni Cites. Le razze sono una specie costiera, particolarmente vulnerabile ai metodi di pesca industriali come la pesca a strascico. Per Sant. «E’ un primo passo davvero importante. Siamo tutti entusiasti che le specie vengano elencate nella Cites. Ma il lavoro duro inizia quando Paesi devono effettivamente implementarlo».

Le parti della Cites hanno inoltre concordato un approccio congiunto per sostenere il Messico nella sua lotta per salvare dall’estinzione la vaquita  (Phocoena sinus), il più piccolo cetaceo del mondo. Si ritiene che il numero di vaquita nel Golfo sia ormai ridotto a soli 20 esemplari a causa della pesca di una specie diversa, il totoaba (Totoaba macdonaldi). Le parti hanno concordato un approccio coordinato per limitare la pesca illegale al totoaba (la cui vescica viene utilizzata nella medicina tradizionale asiatica) e ridurre così la minaccia per la vaquita.

Altre specie che hanno ricevuto nuove protezioni includono le minuscole e traslucide rane di vetro e dozzine di specie di tartarughe d’acqua dolce. Anfibi e tartarughe sono molto richiesti dai collezionisti di animali esotici. Le tartarughe d’acqua dolce sono uno dei gruppi di vertebrati più a rischio di estinzione ed alcune specie vengono b vendute per migliaia di dollari a esemplare. Tra le tartarughe d’acqua dolce che hanno ricevuto nuove protezioni Cites ci sono entrambe le specie della famiglia matamata (Chelus fimbriata e  Chelus orinocensis). dall’aspetto insolito.

Sue Lieberman, vicepresidente politica internazionale della Wildlife Conservation Society, ha detto a su BBC News: «Ci sarebbe piaciuto vedere ancora più tartarughe d’acqua dolce [protette]: tutte le tartarughe di acqua dolce sono in difficoltà e sono sfruttate eccessivamente. Anche se la loro popolarità come animali domestici è aumentata dai primi lockdowns della pandemia, anfibi e rettili in generale hanno ricevuto poca attenzione. In futuro dobbiamo guardare maggiormente al commercio di anfibi, perché gli anfibi sono stati duramente colpiti dai cambiamenti climatici e sono stati duramente colpiti dalle malattie, quindi sono più vulnerabili al commercio».

L’aumento delle temperature in tutto il mondo ha aumentato la diffusione e la gravità delle malattie che colpiscono gli anfibi e possono far sì che i loro habitat diventino troppo secchi.

La Lista rossa dell’ International Union for Conservation of Nature elenca come minacciate di estinzione il 41% delle specie di anfibi, facendone una delle classi di vertebrati più minacciate sulla Terra. La Lieberman fa notare che «Non stiamo dicendo che non dovrebbe esserci commercio, stiamo dicendo che non dovrebbe esistere in un modo che spinge queste specie verso l’estinzione».

Anche se la COP19 di Panama ha respinto le proposte di alcuni governi di riaprire il commercio internazionale di avorio e corni di rinoceronte, la Lieberman  ed altri esperti hanno espresso tutto il loro malcontento per il fatto che ancora una volta la Cites abbia discusso di come allentare le protezioni: «Invia un segnale sbagliato ai commercianti di avorio – ha detto la Lieberman – Non possiamo permetterci di commerciare avorio».

La COP di Panama ha anche raggiunto un numero record di 365 decisioni, consentendo il commercio internazionale di specie, che è alla base del benessere umano, e contribuendo  allo stesso tempo agli sforzi di conservazione. Le decisioni daranno forma al lavoro della Cites per gli anni a venire. All’interno della COP, dal 14 al 18 novembre, si è tenuta la World Wildlife Conference che ha elaborato, definito e concordato i dettagli di queste decisioni e risoluzioni.

Accogliendo con favore le decisioni prese dalle Parti, la segretaria generale della Cites, Ivonne Higuero, ha sottolineato che «Giungono in un momento importante. Le Parti della Cites sono pienamente consapevoli della loro responsabilità nell’affrontare la crisi della perdita di biodiversità agendo per garantire che il commercio internazionale di fauna selvatica sia sostenibile, legale e tracciabile. Il commercio è alla base del benessere umano, ma dobbiamo ricucire il nostro rapporto con la natura. Le decisioni derivanti da questo incontro serviranno gli interessi della conservazione e del commercio di fauna selvatica, che non minacciano l’esistenza di specie di piante e animali allo stato selvatico, per le generazioni future».

Una novità della COP19 di Panama è stata l’adozione di una risoluzione sul genere, per cercare di affrontare la disuguaglianza in relazione al commercio di animali selvatici. Dal meeting  è emerso che è più probabile che le donne non usufruiscano del commercio di specie selvatiche e ora si lavorerà per suggerire modi per affrontare questo problema.

Il summit di Panama ha anche deciso che le COP Cites devono lavorare per diventare un forum più inclusivo aumentando il numero di lingue parlate e tradotte nelle riunioni chiave. E’ probabile che le future COP Cites si svolgeranno in arabo, cinese e russo, oltre alle attuali lingue di lavoro: spagnolo, francese e inglese.

Da indagare anche il contributo che la Cites può dare alla riduzione delle malattie zoonotiche: si stima che il 70% delle malattie emergenti venga trasferito dagli animali selvatici all’uomo e le regole Cites potrebbero svolgere ruolo nel ridurre la probabilità di questo trasferimento.

La Cites, adottata nel 1973, regola il commercio mondiale di specie animali e vegetali minacciate, 183 paesi e l’Unione Europea sono Parti della Convenzione e ogni tre anni partecipano a una COP, quella di Panama è stata la 19vesima negli ultimi 50 anni. La COP19 si è svolta in un momento cruciale: nel 2022 sono stati pubblicati una serie di importanti rapporti scientifici che hanno evidenziato la necessità di arrestare e invertire la perdita di biodiversità se vogliamo che il nostro pianeta e il benessere umano non subiscano danni irreparabili. La Cites riassume: «Le tre principali minacce per le piante e gli animali selvatici sono la perdita di habitat, i cambiamenti climatici e lo sfruttamento eccessivo. Si spera che le decisioni prese a Panama contribuiscano ad affrontare queste crisi e ad aprire la strada alla CoP15 della Convention on Biological Diversity, che si terrà a Montreal il mese prossimo. Tale incontro dovrebbe concordare un quadro per affrontare la perdita di biodiversità, a cui contribuiranno una serie di accordi ambientali multilaterali, inclusa la Cites».

Commentando i risultati della COP19 di Panama su BBC News, Matthew Collis, vicepresidente per la conservazione International Fund for Animal Welfare, ha ricordato che «Se non cambiamo il modo in cui trattiamo la fauna selvatica, oltre un milione di specie sono a rischio di estinzione. I governi della Cites hanno dimostrato che stanno iniziando a comprendere la portata della sfida necessaria per affrontare la crisi che affligge il mondo naturale».