Cinghiali all’Elba: la Comunità del Parco chiede alla Regione di dichiarare l’intera isola “area non vocata al cinghiale”

6 Sindaci su 7 favorevoli all’eradicazione. Porto Azzurro no

[30 Settembre 2021]

Si è svolta oggi l’attesa seduta della Comunità del Parco dell’Arcipelago Toscano convocata dal Presidente Angelo Zini. Oggetto della riunione la situazione  degli ungulati all’Isola d’Elba e  la discussione e approvazione di un documento condiviso.

Alla riunione, che si è svolta parte in presenza e parte in collegamento da remoto,  erano rappresentati: la Regione Toscana  con il Dr. Riccardo Burresi dello staff dell’Assessore, nonché Vice Presidente, Stefania Saccardi;   i sindaci dei Comuni  di Capraia,  Portoferraio, Marciana,  Marciana Marina, Campo nell’Elba,   Capoliveri, quest’ultimo  con delega da Porto Azzurro, il Vice sindaco  Barbagli del Comune di Rio, Solforetti delegato per  la Provincia di Livorno.  Presenti alla seduta anche  il  Presidente del Parco Giampiero Sammuri, il consigliere Angelo Banfi e  il Direttore Maurizio Burlando.

Sul tema si è svolto un ampio dibattito e confronto  arricchito dalle informazioni del referente regionale  e del Presidente del Parco, che hanno  risposto  sulle procedure e sulla tempistica delle eventuali azioni da intraprendere.  Il Sindaco di Porto Azzurro, non presente alla seduta,  ha delegato il sindaco Montagna a riferire di essere favorevole al forte contenimento ma non alla completa eradicazione della specie, mentre tutti gli altri sindaci elbani presenti hanno  votato all’unanimità di  chiedere alla Regione Toscana  di  definire il territorio dell’Isola d’Elba come  “area non vocata al cinghiale”, di concordare con i Comuni dell’Isola d’Elba e con il Parco Nazionale le azioni di contenimento, con l’ipotesi di giungere alla completa eradicazione;  di chiedere altresi alla Regione Toscana e agli altri Enti interessati di mettere a disposizione le risorse economiche tecniche e umane al fine di attuare gli interventi necessari.

Zini ha concluso: «Sono soddisfatto di questo primo passo avanti per la decisione unitaria del territorio e  per la apertura dimostrata dal rappresentante della Regione Toscana»

Ecco il testo completo del documento votato che  sarà formalmente inoltrato alla Regione Toscana:

Ordine del giorno

Premesso che:

Nel 2020 alcuni sindaci dell’isola d’Elba hanno posto a vari livelli la richiesta di un’azione risolutiva del problema legato alla presenza dei cinghiali sul territorio insulare.

Diverse realtà del tessuto civile, produttivo e culturale dell’isola hanno elaborato un rapporto sulla presenza degli ungulati all’Elba e formulato una petizione per l’eradicazione del cinghiale in cui sono richiamate diverse realtà in cui questa è stata attuata.

Nel dibattito pubblico di questo ultimo anno la richiesta di eradicazione del cinghiale dall’isola ha trovato significativi consensi.

La natura elbana (ricompresa in un’area protetta di rilevanza internazionale) è un patrimonio di biodiversità di interesse regionale, nazionale ed europeo, oltre ad essere un patrimonio in termini di capitale naturale di importanza primaria per un’isola che vive in gran parte di turismo.

La determinazione a promuovere una transizione ecologica ha posto all’ordine del giorno l’urgenza di adottare misure a tutela della biodiversità e dei diversi servizi ecosistemici a questo collegati; l’esperienza e i danni che il territorio e gli equilibri naturali continuano a subire a causa della presenza drammatica degli ungulati impongono di assumere una posizione chiara e responsabile.

Il patrimonio di biodiversità del territorio insulare, i numerosi endemismi che dovrebbero essere difesi e valorizzati, sia che si tratti di vegetali o di piccola fauna, si sta progressivamente e irrimediabilmente impoverendo; il sottobosco è pressoché scomparso; i muretti a secco non resistono all’assalto degli animali; i      versanti perdono stabilità.

La presenza massiccia di ungulati rappresenta una costante minaccia per ogni attività agricola presente e un freno rispetto all’ipotesi di specifiche tipologie di attività future. Ad oggi gli animali vagano per le strade e all’interno dei paesi e nel tempo sono costantemente aumentati i danni alle proprietà private e pubbliche e il pericolo per le persone.

I terreni storicamente destinati all’agricoltura, perfino quelli nei pressi delle abitazioni, sono sempre più ridotti a favore degli incolti; le colture agricole che resistono posizionano indispensabili recinzioni, spesso peraltro realizzate con materiali di recupero che deturpano il paesaggio. I danni causati alle aziende agricole sono ingenti e preoccupanti tali da determinare in alcuni casi l’abbandono delle colture.

 

La parte naturale più rilevante dell’isola è inclusa nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano che è anche l’autorità con competenze, sia tecniche che istituzionali, più adeguate a coordinare e dirigere interventi che hanno ricadute rilevanti sull’ecosistema, sugli habitat, sulla flora e sulla fauna locale.

Considerato che:

L’area esterna ai confini del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano è stata classificata come “area vocata” al cinghiale, con lo scopo di conservare tale specifica specie a fini venatori; ciò ha creato e crea le condizioni per un progressivo e drammatico aumento della popolazione degli ungulati con i conseguenti danni al territorio di cui in premessa.

Il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano investe da due decenni risorse umane ed economiche significative nel tentativo di contenere le popolazioni di questi animali e limitare i danni, ma ormai è più che evidente che tale azione non sarà mai efficace, cioè capace di produrre gli effetti necessari alla ripresa dei boschi e al recupero complessivo del territorio, se essa non verrà accompagnata da parallela, significativa azione nelle aree esterne al Parco.

All’Elba, ai sensi del Piano Faunistico Regionale, sono aree vocate per la caccia al cinghiale tutte le aree esterne al Parco Nazionale, alcune delle quali però sono ricomprese nelle Zone di Protezione Speciale (Zps – Direttiva uccelli) e Zone Speciali di Conservazione (Zsc Direttiva Habitat ) di Monte Capanne- Promontorio dell’Elba e dell’Elba Orientale, dove i cinghiali producono effetti distruttivi sulla fauna e la flora che l’Unione Europea e lo Stato Italiano ci chiedono di proteggere assolutamente.

Le misure adottate in passato, seppur hanno provvisoriamente ridotto il danno, si sono rivelate inefficaci sia in termini di entità della riduzione che di controllo nel tempo.

Le condizioni sembrano essere mature, vista la drammatica situazione, per affrontare e valutare in via dettagliata e analitica l’ipotesi di eradicazione del cinghiale dall’Elba, la cui condizione insulare sembra offrire la possibilità di attivare indagini preliminari per valutare scientificamente la messa in atto di un tale processo.

L’ISPRA ha più volte ribadito che l’unica soluzione per proteggere la flora e la fauna unica dell’Elba è rappresentata dall’eradicazione di cinghiali e mufloni.

L’unica scelta possibile e responsabile, considerata la situazione in atto, e, in direzione dell’ipotesi dell’eradicazione, si ritiene sia quella di revocare la decisione che ha visto divenire l’Elba “area vocata al cinghiale”.

Chiede

Alla Regione Toscana  di  definire il territorio dell’Isola d’Elba come  “area non vocata al cinghiale” .

Alla Regione Toscana di concordare con i Comuni dell’Isola d’Elba e con il Parco Nazionale le azioni di contenimento, con l’ipotesi di giungere alla completa eradicazione; un’azione che, se risulterà attuabile, previa verifica tecnica e scientifica preliminare, dovrà diventare un impegno da perseguirsi in via prioritaria.

Alla Regione Toscana e agli altri Enti interessati di mettere a disposizione le risorse economiche tecniche e umane al fine di attuare gli interventi necessari.