Cinghiali all’Elba, anche Coldiretti chiede la fine dell’area vocata

Ferri Graziani: «A urne chiuse, finalmente si va creando anche un fronte di sindaci che si espongono pubblicamente»

[30 Settembre 2020]

Dopo le posizioni espresse da associazioni del territorio contro l’area vocata ai cinghiali, cui sono seguite quelle di ben tre Comuni dell’Elba occidentale, anche il presidente di Coldiretti Livorno interviene a gamba tesa nel dibattito sugli ungulati nell’isola.

«I tempi sono maturi – dichiara Simone Ferri Graziani – La società civile, il tessuto produttivo e ora finalmente anche la politica locale chiedono a gran voce la revoca dell’Isola d’Elba come area vocata al cinghiale. La Regione non può più far finta di niente e deve intervenire. Mentre la politica decide il da farsi gli ungulati continuano a distruggere l’Elba: non si perda altro tempo e si organizzi al più presto una azione di cattura e prelievo. Gli agricoltori lo chiedono da tempo e non abbiamo mai mancato di dar loro il sostegno necessario per questa battaglia».

Le prese di posizione che stanno fiorendo in questi giorni arrivano direttamente dalle sollecitazioni mosse da associazioni presenti sul territorio: «Prima del voto regionale abbiamo visto riaccendersi il dibattito sugli ungulati, grazie a un appello lanciato da numerose associazioni che chiedeva ai candidati regionali di esprimersi in maniera chiara sull’argomento», ricorda il presidente Coldiretti. Il riferimento implicito è all’appello lanciato prima delle elezioni da Archeologia Diffusa, Elba Consapevole, Elba Taste, Italia Nostra Arcipelago Toscano, Legambiente Arcipelago Toscano, Associazione Pedalta e World Biodiversity Association, sembra aver avuto un effetto post elettorale a valanga.

«A urne chiuse, finalmente si va creando anche un fronte di sindaci che si espongono pubblicamente. Lo ha fatto per primo il sindaco di Marciana Simone Barbi, con una posizione condivisa poi anche dal sindaco di Marciana Marina Gabriella Allori e da quello di Campo Dell’Elba Davide Montauti. È finita l’ora delle polemiche e delle finte soluzioni che, dati alla mano, aggravano la situazione. Ora che la Regione Toscana ha un nuovo presidente – conclude Ferri Graziani – non ci sono più ragioni per perdere tempo. Se i tavoli istituzionali non hanno ancora prodotto soluzioni efficaci e durature, si proceda intanto con una decisa azione di cattura e prelievo. Un’azione non cruenta in linea con le procedure e le direttive in materia, che restituisca sollievo immediato all’ecosistema elbano. Solo con la cattura si tutela anche il lavoro delle aziende agricole e i raccolti da cui traggono sostentamento».