C’è speranza per la saiga

Le popolazioni di saiga del Kazakistan in netta ripresa dopo il drammatico calo di pochi anni fa

[5 Luglio 2021]

Un tempo le antilopi europee euro-asiatiche saiga (Saiga tatarica) pascolavano nelle steppe che vanno dall’Ungheria alla Cina, un numero incalcolabile di erbivori che piano piano (e nemmeno tanto) ha cominciato a ridursi e poi ad estinguersi in vaste aree del loro areale originario.  Come spiega Fauna & Flora International (FFI) «Oggi, questo enigmatico ungulato dal naso straordinario è in gran parte confinato in un unico Paese. Si stima che il Kazakistan ospiti ben oltre il 90% della popolazione mondiale di saiga, con Russia, Mongolia e Uzbekistan che rappresentano il resto».

La storia recente di questa strana antilope in pericolo di estinzione è caratterizzata da una serie di morie di massa e di “miracolose” riprese, un effetto yo-yo selvaggio che però resta all’interno di una traiettoria che punta inesorabilmente verso il basso.

A FFI spiegano che «Il bracconaggio su scala industriale – in particolare per le corna del maschio, che sono ambite dai professionisti della medicina tradizionale – ha contribuito in modo significativo al drammatico declino della saiga, ma non è affatto l’unico fattore. Anche la perdita di habitat e l’accesso sempre più limitato alle rotte migratorie storiche hanno dato il loro tributo. Come se ciò non bastasse, la saiga è anche suscettibile a devastanti epidemie di malattie. Nel 2015, un batterio misterioso ha causato un catastrofico crollo numerico che ha visto 200.000 antilopi spazzate via praticamente da un giorno all’altro e ha ridotto la popolazione globale al suo punto più basso in oltre un decennio».

Fortunatamente, sembra che le saiga si stiano riprendendo da quel minimo storico: nel giugno 2019, FFI aveva segnalato che in Kazakistan la popolazione di queste gazzelle era più che raddoppiata nell’arco di 2 anni. Un anno dopo, è arrivata la notizia che la popolazione di saiga più piccola e più minacciata del Kazakistan, quella che vive sull’altopiano di Ustyurt, era stata protagonista del più grande parto di massa degli ultimi anni. FFI aggiunge che, recentemente, «L’ultimo censimento aereo ha registrato un vero e proprio boom demografico, con una stima di 842.000 saiga oggi presenti in Kazakistan, oltre mezzo milione in più rispetto al numero registrato nel 2019 (il censimento dell’anno scorso era stato annullata a causa dei vincoli imposti dal la pandemia di Covid-19)».

Sergey Sklyarenko, direttore scientifico dell’Association for the conservation of biodiversity of Kazakhstan (ACBK) conferma: «I risultati del recente sondaggio indicano che le popolazioni di saiga si stanno riprendendo a una velocità notevole… Il successo dell’iniziativa è promettente e stimolante, ma dovremmo ricordare che, come specie, la saiga ha ancora un grande bisogno di misure di protezione».

Ma, come ricordano a FFI, «Per una specie che è sembrata perennemente condannata a fare un passo avanti e due indietro, questo è un passo avanti da gigante. Un’abbondante offerta di cibo ha aumentato i tassi di sopravvivenza delle saiga e della loro prole, ma tra i molti fattori che contribuiscono a questi incoraggianti segnali di ripresa non c’è dubbio che gli sforzi anti-bracconaggio e le più ampie iniziative di conservazione di FFI e dei nostri partner Altyn Dala Conservation Initiative sta avendo un impatto positivo. Il governo kazako, in particolare, merita un grande merito per il suo impegno nella conservazione della saiga, incluso il suo continuo supporto alle indagini aeree annuali».

L’Altyn Dala Conservation Initiative, guidata dall’ACBK, che lavora in collaborazione con il Comitato per la silvicoltura e la fauna selvatica del governo kazako e che è sostenuta da FFI, Frankfurt Zoological Society e Royal society for the protection of birds RSPB, punta a proteggere e ripristinare gli ecosistemi della steppa, del semideserto e del deserto del Kazakistan e le specie che ospitano, inclusa la saiga in pericolo di estinzione.

L’ultima svolta nella saga delle saiga e della saiga è una notizia meravigliosa per la specie e per il Kazakistan, che è l’ultima roccaforte di questa antilope assediata: quasi 20 anni dopo che la popolazione kazaka di saiga aveva raggiunto il minimo storico con soli 21.000 individui, ora la popolazione è ai livelli più altri degli ultimi 30 anni.

Sklyarenko, che è anche a capo del Centre for Conservation Biology  kazako, elogia le misure messe in atto dal governo autoritario del suo Paese: «Questo è diventato possibile grazie all’aiuto del governo del Kazakistan, che ha consentito la protezione diretta della saiga in tutto il Paese da parte dei team di ranger dell’Okhotzooprom. Gli sforzi governativi sono supportati da partner nazionali e internazionali non governativi che si concentrano su un’ampia gamma di studi sulla saiga, come la migrazione, la promozione della consapevolezza pubblica e il miglioramento delle forze dell’ordine».

FFI conclude: «Gli alti e bassi di questa specie sono leggenda e l’esperienza passata ci ha insegnato che le vittorie duramente conquistate per la conservazione possono essere annullate in un batter d’occhio. Il nome di questo gioco è eterna vigilanza, ma nel frattempo vale la pena prendersi un momento per assaporare il dolce profumo del successo della saiga».