La Carovana internazionale dei semi di Vandana Shiva fa tappa a Firenze

[29 Aprile 2014]

«Salvare i semi tradizionali e quindi le qualità agricole locali, arginare la monocoltura industriale dei semi» è la richiesta delle 26 associazioni italiane che partecipano al Festival dei semi, prima tappa della  “Carovana internazionale dei guardiani dei semi” organizzata da Navdanya International, Seed Freedom e capeggiata dall’attivista indiana Vandana Shiva.

Il Festival di Firenze che si è svolto tra Piazza SS. Annunziata, l’Orto Botanico e  Palazzo Budini Gattai,  rappresenta una sorta di atto di “disobbedienza civile”, durante il quale i semi non sono stati venduti ma scambiati. Dalla grande varietà di fagioli greci portate da Peliti, al farro monococco alle 30 varietà di patate e 20 di fagioli portate da Viviano Venturi fondatore dell’Associazione Agricoltori Custodi. Dai pregiati formaggi prodotti con il latte della Bionda dell’Adamello, la capretta della Val Camonica, alle marmellate del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, sino ad arrivare alle farine anallergiche selezionate tra le sementi di cereali antichi, adatte anche a chi soffre di intolleranze alimentari e macinate a pietra, alla maniera di una volta. Il Festival ha proposto anche attività tradizionali legate alla vita rurale: un grande forno a legna allestito al centro della piazza con un laboratorio di panificazione con farine macinate a pietra. E per valorizzare il concetto di democrazia dei semi, un laboratorio organizzato dall’associazione Seed Vitious che realizzeranno con i bambini dei seed-bomb: piccole “bombe” di semi costruite con argilla, che faranno esplodere negli orti, giardini e balconi cittadini colorate piante caratteristiche del territorio toscano

La carovana è partita dalla Grecia, dal 14esimo “Festival panellenico dello scambio di varietà locali”, e in Italia farà tappa a Firenze, per il “Festival dei semi, del cibo e della democrazia della terra” che si conclude oggi,  ed a  Genova per l’incontro con Terra Onlus e i coltivatori degli orti urbani. Il primo maggio sarà in Francia per il “Festival internazionale dei semi” di Mas d’Azil, ai piedi dei Pirenei francesi. Della carovana fanno parte agricoltori greci, bulgari, americani, italiani, francesi, tedeschi e indiani, mentre al Festival francese sono attesi rappresentanti delle organizzazioni contadine di gran parte d’Europa e del Sud America.

Vandana Shiva ha illustrato i contenuti del “Manifesto di Firenze”, la carta elaborata ieri durante l’incontro internazionale dei movimenti per la salvaguardia dei semi locali, delle colture tradizionali e della democrazia del cibo.

Vandana Shiva, che con la sua associazione Navdanya (‘Nove semi’) ha contribuito a realizzare 111 banche comunitarie di semi, coinvolgendo circa mezzo milione di contadini indiani negli ultimi 20 anni nella difesa della sovranità alimentare, spiega che «Il movimento per il recupero dei semi locali in agricoltura parte dalla cancellazione, di fatto, della possibilità degli agricoltori di tutto il mondo di tramandare le sementi coltivate nei propri campi e che sono libere, rinnovabili, fuori dai brevetti. Le multinazionali monopolizzano il mercato delle sementi, di fatto controllando il cibo in tutto il mondo. Oltre i tre quarti dei semi utilizzati provengono dall’agroindustria. Questo genocidio delle tradizioni alimentari e culturali si traduce in un vero e proprio furto di denaro a danno degli agricoltori, che destinano una parte consistente delle loro risorse all’acquisto di sementi. Ma anche in un vero e proprio furto di democrazia. Rivendicare i semi e la terra come beni comuni è diventato vitale per affrontare e risolvere la crisi economica creando opportunità di vita e lavoro per le giovani generazioni. Salvare i semi significa seminare il futuro»,

L’erosione genetica delle varietà tradizionali colpisce sia i Paesi sviluppati che quelli poveri. La Carovana dei guardiani dei semi spiega che «In Messico, culla storica del mais, si sono perse l’80 per cento delle varietà tradizionali; in Italia sono a rischio circa 500 specie di piante alimentari e un numero difficilmente calcolabile di varietà. La perdita di biodiversità colturale porta – e ha già portato in passato – a forti carestie e problemi per la salute delle colture che, non differenziandosi più a livello genetico, possono ammalarsi gravemente distruggendo interi raccolti».

Maria Grazia Mammuccini, vicepresidente di Navdanya International, sottolinea che «In Europa l’attuale normativa sementiera per garantire varietà commerciali uniformi e stabili a sostegno dell’unico modello di agricoltura industriale sta facendo scomparire le  varietà tradizionali mettendo a rischio la nostra sicurezza alimentare e la proposta di nuovo regolamento che si stava discutendo a  livello europeo rischiava di peggiorare ulteriormente la situazione portando di fatto ad estendere la possibilità di brevetto anche alle sementi non Ogm con un ulteriore passo in avanti nel controllo totale del cibo da parte delle multinazionali. I cittadini europei devono conoscere i rischi che stiamo correndo e chiedere una normativa sementiera che riconosca diritti collettivi sulle varietà locali, consenta agli agricoltori l’autoproduzione e il libero scambio delle sementi e  la loro non brevettabilità. E’ di questi semi che abbiamo bisogno per l’agricoltura e il cibo del futuro».    .