Legambiente: «Una legge senza un perché, un atto di asservimento ad una minoranza armata, contro ogni logica di tutela ambientale e faunistica»

Caccia: la Regione Piemonte approva la “legge vergogna”

7 nuove specie cacciabili, turismo venatorio e nessuna possibilità di divieto di caccia da parte dei proprietari di fondi

[2 Luglio 2020]

Alla fine la maggioranza di centro-destra della Regione Piemonte ce l’ha fatta è ha approvato le variazioni derivanti dalla revisione degli articoli dal 16 al 27 del DDL 83/2020 riguardanti l’allargamento dell’attività venatoria che prevedono 7 nuove specie cacciabili (allodola, fischione, codone, folaga, canapiglia, marzaiola, pernice bianca), abolizione del divieto di caccia nelle domeniche di settembre, abrogazione dei limiti di ingresso per i cacciatori provenienti da altre regioni e perdita del legame cacciatore-territorio, nessuna possibilità per i proprietari dei fondi di ottenere il divieto di caccia. Oltre all’allargamento delle specie cacciabili, la norma approvata contiene altri aspetti molto contestati: l’apertura della caccia notturna (due ore prima dell’alba e due dopo il tramonto) agli ungulati mette a rischio tutte le specie residenti nelle aree interessate dalle battute; la riduzione dei capi di abbigliamento ad alta visibilità obbligatori rende meno visibili i cacciatori mettendo a rischio i frequentatori delle aree boschive e, in ultima analisi, anche i cacciatori stessi.

Per il Tavolo Animali & Ambiente, Roberto Piana della Lega abolizione caccia Piemonte ha detto che «Ancora una volta la politica di palazzo ha anteposto gli interessi di una minoranza armata agli interessi collettivi ignorando invece le ragioni di tutela della fauna selvatica. La maggioranza del Presidente Cirio (Lega – Fratelli d’Italia – Forza Italia) ha votato compatta l’aumento di ben 7 specie cacciabili, alcune di pochi grammi e in declino come l’allodola e altre in difficoltà in tutta Europa e in Italia. Sono state aggiunte alla lista delle specie condannate a morte: allodola, fischione, codone, folaga, canapiglia, marzaiola, pernice bianca».

Allodola (Alauda arvensis). Attualmente classificata come in declino in Unione Europea, con status di conservazione sfavorevole a livello continentale (la popolazione europea si è ridotta del 50% negli ultimi vent’anni). Anche la popolazione italiana è in consistente calo, mentre la nidificazione nella Regione Piemonte si è dimezzata dall’inizio del secolo.

Fischione (Anas penelope). La caccia appare in grado di modificare sensibilmente presenza, abbondanza e abitudini della specie, che risulta tutt’altro che abbondante nella nostra Regione.

Canapiglia (Anas strepera). Specie molto rara e localizzata come nidificante e risulta piuttosto difficile stabilire il reale trend demografico della specie. Classificata in declino in tutta Europa.

Codone (Anas acuta). Attualmente classificata in declino in Europa.

Folaga (Fulica atra). Specie classificata in declino anche questa.

Marzaiola (Anas querquedula). Attualmente classificabile come vulnerabile, avente status di conservazione sfavorevole anche a livello continentale

Pernice bianca (Lagopusmutus). La pernice bianca presenta problemi relativi alla sottospecie helveticus (quella diffusa in Piemonte), che mostra un evidente declino in numerose province italiane ed è pertanto da considerarsi, nel nostro Paese, in elevate condizioni di rischio, con una riduzione del numero degli individui che sfiora il 50% a partire dall’anno 2000.

Non è stato però vano il lavoro dell’opposizione (PD, M5S, Moderati, Monviso, Le Ancora una volta la politica di palazzo ha anteposto gli interessi di una minoranza armata agli interessi collettivi ignorando invece le ragioni di tutela della fauna selvatica. La maggioranza del Presidente Cirio (Lega – Fratelli d’Italia – Forza Italia) ha votato compatta l’aumento di ben 7 specie cacciabili, alcune di pochi grammi e in declino come l’allodola e altre in difficoltà in tutta Europa e in Italia. Sono state aggiunte alla lista delle specie condannate a morte: allodola, fischione,codone, folaga, canapiglia, marzaiola, pernice bianca) , che ha presentato migliaia di emendamenti, che ha portato alla cancellazione di altre 8 specie dalla lista dei “condannati a morte” stilata dalla giunta Cirio, ma non ha potuto bloccare l’approvazione di quella che gli ambientalisti chiamano «Legge-vergogna».

Secondo Giorgio Prino, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, «Siamo di fronte alla decisione di una Giunta Regionale che ha scelto di anteporre gli interessi ludici di una ristrettissima minoranza dei cittadini a quelli di protezione ambientale e faunistica. Una scelta senza né capo né coda che non ha giustificazione alcuna. Tutte le specie dichiarate ‘cacciabili’ sono classificate come “in declino” o, peggio, in elevate condizioni di rischio, come la pernice bianca che dal 2000 ad oggi ha visto dimezzare la sua popolazione. Gli esemplari di alcune delle specie in questione pesano meno del piombo contenuto in una cartuccia. Questa legge è un vero e proprio attentato alla biodiversità alpina e in particolare piemontese. Quelle approvate, sono norme assolutamente inaccettabili. Nei contenuti e nella forma. Scrivere che i proprietari dei fondi aperti che volessero richiedere il divieto di caccia sui loro terreni dovrebbero inoltrare richiesta entro trenta giorni dalla pubblicazione del piano faunistico-venatorio regionale, un piano previsto dal 1992 e mai approvato, è una provocazione inaccettabile, che sa quasi di presa in giro».

Il Tavolo Animali & Ambiente si ripromette di «tenere viva tra i cittadini la memoria di questa giornata funesta invitando quanti amano la natura a togliere ogni sostegno a coloro che gli animali selvatici li preferiscono morti anziché vivi».