Caccia: la Lipu la vuole chiudere a 7 specie, per salvarle

Appello a governo e parlamento: stop alla caccia a Pernice bianca, allodola, moriglione, tortora, coturnice. pavoncella e tordo sassello

[5 Luglio 2018]

La Lipu-BirdLife Italia ha lanciato  una campagna in difesa di alcune specie di uccelli che vivono un declino preoccupante a livello globale: «Soffrono a causa dei cambiamenti climatici e della distruzione del loro habitat naturale ma continuano, nonostante le difficoltà, ad essere oggetto di caccia». Si tratta di  Pernice bianca (5.000/8.000 individui in Italia); Allodola (350.000/500.000); Pavoncella (4.800/6.050); Moriglione    (150/200 nidificanti – 25.488/37.133 svernanti); Tortora selvatica (150.000/300.000 coppie); Coturnice   (10.000/20.000, il 26% del totale europeo), ma anche del Tordo sassello. La Lipu chiede a overno, parlamento e regioni di «intervenire con urgenza, in primis escludendo queste specie dalla lista delle cacciabili nel nostro Paese, ma anche agendo sul contrasto ai cambiamenti climatici, la tutela delle rotte migratorie e degli habitat naturali, lo stop al turismo eccessivo, all’intensificazione agricola e al consumo di suolo».

Il preoccupante stato di conservazione di queste 7 specie emerge dalla terza edizione rapporto Birds in Europe (2017), di BirdLife International, di cui Lipu è partner per l’Italia. Gli ambientalisti italiani spiegano che «In esso troviamo che cinque specie (coturnice, tortora selvatica, moriglione, tordo sassello e pavoncella), rispetto al precedente rapporto (elaborato 13 anni prima, nel 2004), vedono aggravare il declino diventando “Spec 1”, ossia “specie minacciate a livello globale”. E per due di esse (pernice bianca e tordo sassello) il peggioramento è ancora più marcato, in quanto precedentemente classificate addirittura come “non Spec”, ossia prive di problemi di conservazione.

Le 7 specie sono già colpite dai cambiamenti climatici (tordo sassello, pernice bianca, che vive in porzioni sempre più ristrette sulle Alpi e sulla quale la Lipu ha elaborato un modello climatico che prevede una restrizione nei prossimi decenni fino al 50% dell’habitat favorevole alla specie), dalla distruzione dell’habitat (allodola, tortora selvatica, pavoncella e la stessa pernice bianca), dagli scarichi agricoli e dalla caccia illegale (moriglione), dall’inquinamento genetico a causa di immissioni di specie alloctone (coturnice), dalla caccia in periodo “prenuziale” (tordo sassello) e dalle “preaperture” della stagione venatoria di inizio settembre (tortora selvatica), «E’ dunque urgente intervenire subito con misure istantanee quale la sospensione della caccia – dice la Lipu – attraverso interventi normativi o regolamentari di livello nazionale e regionale C’è poi il caso della coturnice, per la cui tutela l’Italia – in base al terzo  Birds in Europe – ha una grande responsabilità: ben il 26% della popolazione europea (quindi 1 coppia su 4) nidifica nel nostro Paese».

Claudio Celada, direttore dell’area conservazione della natura di Lipu-BirdLife Italia, conclude: «Gli uccelli, oltre che parlarci della bellezza della natura, ci indicano il modo in cui trattiamo la terra. Se una specie è in crisi, è quasi sempre perché le nostre attività sono eccessive e mal condotte. E’ il caso delle 7 specie della campagna della Lipu. Si tratta di modificare anche radicalmente alcune pratiche, fermare il cattivo sfruttamento del territorio, aumentare le tutele di siti e habitat naturali ma anche attivare misure di urgenza, come ad esempio lo stop al prelievo venatorio. L’Italia è il secondo Paese europeo con più specie cacciabili. Un record a cui il Paese può tranquillamente rinunciare, facendo prevalere il principio di tutela su quello di sfruttamento, ai sensi delle convenzioni internazionali e delle direttive naturalistiche europee, e prendendosi cura del proprio patrimonio naturale. Una responsabilità che dovrebbe essere assunta e condivisa da tutti gli attori interessati».