Caccia: ambientalisti – Regione Veneto 4 a 0

Il TAR accoglie il ricorso AVC: annullata l’ultima delibera sull’aumento delle giornate di caccia. Salvi canapiglia, frullino, beccacino e mestolone

[25 Gennaio 2022]

Con l’Ordinanza cautelare n.182/2022 del 24 gennaio 2022, il Tribunale amministrativo regionale (TAR) del Veneto ha accolto il ricorso dell’Associazione Vittime della Caccia (AVC) per l’annullamento parziale della delibera del 19 gennaio 2022 con la quale la Regione Veneto consentiva la caccia all’avifauna acquatica fino al 31 gennaio, in disprezzo del parere Ispra del 11.05.2021.

L’Ispra infatti indicava che la caccia alle specie canapiglia, frullino, beccacino e mestolone doveva terminare il 20 gennaio per «evitare rischi di confusione e\o perturbazione con altre specie, anche non oggetto di attività venatoria, come indicato nella Guida alla stesura dei calendari venatori».

L’AVC sottolinea che «Ancora una volta, una delle regioni al top degli incidenti venatori, si vede bocciare l’ennesimo tentativo di forzatura per compiacere un sempre più sparuto numero di cacciatori. Infatti, anche in questa stagione venatoria ormai al termine, il Veneto ha dato il peggio di sè, come l’imminente* Dossier AVC 2021/2022 potrà in modo inconfutabile evidenziare».

Andrea Zanoni, consigliere regionale del Partito Democratico, ha commentando con soddisfazione la decisione della magistratura amministrativa: «Ha avuto vita breve la modifica al calendario venatorio decisa dalla Regione la scorsa settimana: oggi il Tar del Veneto, con decreto monocratico del presidente, ha accolto il ricorso presentato dall’associazione Vittime della Caccia annullando la delibera di Giunta di martedì 18, che riapprova la caccia agli acquatici nelle giornate del 26, 29 e 31 gennaio. Era scontato che andasse così, scrivere leggi sotto dettatura di una sola parte e contro i pronunciamenti della magistratura non è mai una buona idea».

Infatti, con la precedente  sentenza n. 155 depositata il 21 gennaio, su ricorso della Lega per l’Abolizione della Caccia (LAC), il TAR Veneto, aveva definitivamente annullato alcune parti del calendario venatorio regionale approvato dalla giunta del leghista Zaia lo scorso luglio. La Lac spiegava che «In particolare il TAR, pronunciandosi nel merito dopo un complesso contenzioso amministrativo, che ha visto sconfitte Regione Veneto , Federcaccia ed Ente Produttori Selvaggina, ha stabilito l’illegittimità: della caccia alla specie Pavoncella; della caccia alla quaglia dopo il 31 ottobre 2021; della caccia alle specie Cesena e Tordo sassello dopo il 20 gennaio 2022; della caccia dopo il 20 gennaio 2022 alle specie acquatiche: Germano reale, Folaga, Alzavola, Canapiglia, Codone , Mestolone, Marzaiola e Beccaccino. La scorsa estate il TAR aveva sospeso in via cautelare la caccia alle specie Tortora, Moriglione , Pavoncella e Combattente, nonché sospeso le due giornate “ aggiuntive” settimanali di caccia ai migratori nei mesi di ottobre e novembre, oltre alle canoniche tre per settimana a disposizione di ciascun cacciatore; per quest’ultimo punto, dato il tempo trascorso, è stato dichiarato formalmente cessato il contendere».

Anche gli attivisti della LAC avevano sottolineato «La scarsa attenzione della Giunta regionale alle esigenze di salvaguardia del patrimonio faunistico», puntando il dito contro «La spropositata pressione venatoria che la fauna selvatica subisce nelle zone umide venete».

Zanoni conclude: «Niente caccia a Canapiglia, Frullino, Beccaccino e Mestolone nelle giornate del 26, 29 e 31 gennaio: è stato ripristinato il calendario con le date fissate dallo stesso Tar che si era attenuto alle prescrizioni dell’Ispra, disponendo la chiusura della stagione al 20 gennaio per tutte le specie di uccelli acquatici in declino, in seguito a un ricorso della Lac. È incredibile che siano le associazioni animaliste e ambientaliste, ogni volta, a dover ricordare alla Regione di legiferare in maniera adeguata, rispettando le indicazioni delle normative statali e delle Direttive dell’Unione Europea. Quella modifica al calendario venatorio, approvata in fretta e furia martedì scorso all’ultimo momento utile, rappresentava un serio pericolo per la biodiversità, poiché in Veneto passa la più importante rotta di uccelli migratori provenienti da Nord. La Giunta Zaia ci ha provato, sconfessando una decisione della magistratura, ma ancora una volta le è andata male: dopo i tre precedenti di agosto e settembre, sempre su ricorso di Lipu, Wwf, Enpa e Lav e Lac, oggi  è arrivato l’ennesimo stop, per un clamoroso 4-0».