Caccia alla fauna protetta, la Cassazione conferma la condanna per l’ex presidente della provincia di Bolzano

Durnwalder ed Erhard dovranno pagare 468.000 euro ciascuno per aver consentito la caccia a volpi, marmotte e specie di uccelli protette

[24 Settembre 2020]

La Corte di Cassazione ha confermato la sentenza della Corte d’Appello di Bolzano dello scorso febbraio relativa alla condanna dell’ex Presidente della Provincia autonoma di Bolzano Luis Durnwalder (Südtiroler Volkspartei) e dell’allora direttore dell’Ufficio caccia e pesca provinciale Heinrich Erhard.

Una condanna che aveva fatto seguito alla denuncia del 2018 della Lega Antivivisezione (LAV) contro Durnwalder ed Erhard «per aver emanato decine di decreti che consentivano ai cacciatori altoatesini l’uccisione di migliaia di animali selvatici – tra cui volpi, marmotte e varie specie di uccelli –  protetti dalle norme nazionali e europee».

La Procura della Repubblica presso la Corte dei Conti ha rilevato una perdita di 1.136.250 euro di fondi pubblici perché numerose marmotte, stambecchi, volpi e tassi sono stati cacciati grazie a circa 100 decreti emanati tra il 2010 e il 2014. Si tratta di  animali selvatici sono protetti dalle norme nazionali ed europee. Allora si  parlava di “abbattimenti selettivi”, ma la LAV e la Lega contro la caccia (LAC) e si erano rivolte alla Corte dei conti. In primo grado, Durnwalder ed Erhard furono assolti. Ma la Procura aveva presentato ricorso e l’assoluzione venne ribaltata in secondo grado. Sono stati allora Durnwalder ed Erhard a presentare ricorso, che è stato dichiarato inammissibile dalla Corte di cassazione. Secondo la stampa sudtirolese, i due condannati stanno pensando di presentare un altro appello alla corte di Strasburgo

La LAV esulta e sottolinea che «La Corte di Cassazione, sezione civile, respingendo il ricorso di Durnwalder e Erhard ha confermato così l’esecutività della sentenza della Corte dei Conti: i due ex amministratori provinciali dovranno versare 468.000 euro ciascuno nelle casse dello Stato!

Per anni Durnwalder – ex Presidente della Provincia di Bolzano e per due legislature presidente della regione autonoma del Trentino-Alto Adige, e l’ex dirigente dell’ufficio caccia, avevano consentito ai cacciatori l’uccisione di specie protette utilizzando decreti che si sono rivelati illegittimi, «condannando a morte – dice la LAV –  migliaia di marmotte, stambecchi, tassi, volpi e altri animali, per questo siamo intervenuti denunciando alla Corte dei Conti il danno procurato dai due al patrimonio faunistico nazionale».

Gli animalisti concludono: «La pronuncia della Cassazione ribadisce che gli amministratori devono garantire la rigorosa tutela degli animali selvatici in quanto considerati patrimonio indisponibile dello Stato, e deve quindi essere da monito per tutti coloro che pensano ancora di poter utilizzare gli animali selvatici favorendo gli interessi dei cacciatori: così facendo d’ora in poi saranno chiamati a risponderne mettendo mano al loro portafogli».

Un monito anche per gli amministratori trentini e sud-tirolesi che sono alla testa di chi chiede l’abbattimento di lupi e orsi.