Buone notizie per il minuscolo geco gioiello dei Caraibi: la sua popolazione è in ripresa

A Union Island un esercito di isolani proteggere un geco delle dimensioni di una graffetta

[27 Dicembre 2022]

Un minuscolo geco caraibico  che ha la pelle con disegni simili a gioielli ha fatto un piccolo ma significativo passo indietro rispetto al baratro dell’estinzione, come spiegano Fauna & Flora International (FFI), Re:wild: «Grazie al duro lavoro e all’impegno della comunità locale, del governo isolano e di una coalizione di organizzazioni ambientaliste locali e internazionali,  l’abbagliante e minuscolo geco di Union Island sta facendo un grande ritorno nel poco conosciuto hotspot di biodiversità da cui prende il nome, la punta meridionale della catena di isole di St Vincent e Grenadine».

Secondo un recente censimento, la popolazione del geco di Union Island (Gonatodes daudini) è passata da 10.000 individui nel 2018 a circa 18.000 oggi, un aumento dell’80% che ripaga FFI, Re:wild e i loro partner locali che piuntano a realizzare progetti simili in tutti i  Caraibi.

Roseman Adams, co-fondatore dell’Union Island Environmental Alliance (UIEA) ha detto: «In qualità di unionite e leader comunitario, sono estremamente orgoglioso di far parte di questa storia di successo. Senza dubbio, la nostra dedizione e il nostro sacrificio condivisi e incrollabili ci hanno portato fin qui. Ora dobbiamo essere del tutto coerenti con ulteriori miglioramenti nella nostra gestione e protezione dell’habitat del geco affinché questo successo venga mantenuto».

A FFI spiegano che «L’intera popolazione globale del geco di Union Island, un rettile grande all’incirca come una graffetta, è confinata in un singolo frammento di 50 ettari di foresta antica che è estremamente vulnerabile ai disturbi umani e ai disastri naturali come gli uragani sempre più violenti che sdevastano i Caraibi. Descritta per la prima volta dalla scienza nel 2005, la specie è diventata immediatamente un ambito animale domestico esotico. Quando viene portato alla luce, il geco si trasforma lentamente dal marrone scuro a un glorioso technicolor, come un’immagine Polaroid in via di sviluppo. Forse non sorprende che il suo aspetto sbalorditivo e la sua rarità si siano rivelati un’arma a doppio taglio. Nel 2017, il geco di Union Island era ufficialmente il rettile più trafficato della regione. Un censimento condotto l’anno successivo ha rilevato che, a causa del bracconaggio aggressivo per il commercio internazionale di animali domestici, la popolazione selvatica si era ridotta a solo il 20% della sua dimensione precedente. A peggiorare le cose, anche il fragile habitat dei gechi rimanenti veniva distrutto da aspiranti bracconieri alla ricerca frenetica di altri esemplari».

Quando si è capito che il minuscolo geco  – lungo al massimo 3 centimetri – era destinato a un’imminente estinzione, diverse associazioni e il St Vincent e Grenadines Forestry Department, sono accorse in suo soccorso. Un piano di recupero delle specie, sviluppato con gli isolani  nel 2016, ha messo in campo una serie di iniziative conservazionistiche. Tra le quali l’espansione e una gestione più rigorosa dell’habitat forestale protetto del geco, pattuglie anti-bracconaggio e sorveglianza 24 ore su 24, 7 giorni su 7.

Jenny Daltry, direttrice della Caribbean Alliance  per Re:Wild e FFI, sottolinea che «E’ davvero una testimonianza della determinazione del dipartimento forestale – e degli straordinari guardiani comunitari di Union Island – che questo geco sia diventato uno dei rettili meglio custoditi al mondo. Questo è qualcosa di cui l’intera comunità di Union Island può essere giustamente orgogliosa».

Glenroy Gaymes, responsabile fauna selvatica del governo di St Vincent e Grenadine ha detto a BBC News che «Il coinvolgimento della comunità è stato fondamentale. Molte persone non sapevano nemmeno che il geco esistesse Siamo andati di casa in casa, abbiamo tenuto riunioni lungo in strada e a scuola per sensibilizzare le persone. Siamo dovuti andare nella foresta per catturarne uno e portarlo alle consultazioni in modo che la gente sapesse di cosa si trattava. Tutti erano sbalorditi: si aspettavano qualcosa di molto più grande. E’ lungo solo un pollice e mezzo, e quindi le persone erano in soggezione».

Ora, vestiti in mimetica e da combattimento e con un addestramento di autodifesa alle spalle, i guardiani di Union Island   proteggono una delle specie di rettili più piccole del mondo che vive in soli i 50 ettari in un angolo remoto di una delle isole più piccole dei Caraibi. Nel 2018, Roxanne Froget è diventata la prima guardiana donna di Union Island e ricorda che «Quando ho saputo che il geco si trovava solo a Union Island, sono rimasta sbalordita. E’ stato fantastico vederlo per la prima volta con tutti i suoi colori. Pattugliamo quotidianamente la foresta e siamo reperibili 24 ore su 24. Proteggiamo tutto: la fauna, la flora, persino le pietre che le persone usavano per le costruzioni poiché fanno parte dell’habitat dei gechi. L’area deve essere totalmente intatta. Adoro stare nella natura, ascoltare i versi degli uccelli. Non vedo l’ora di andare a lavorare ogni giorno. Anche mio figlio di 9 anni ama la foresta. Gli racconto tutto del geco e di come aiuto a proteggerlo. Sono così orgogliosa di far parte di questo lavoro e sta avvenendo tutto sulla mia isola, la mia casa».

Oltre all’addestramento di pattugliamento attivo e alle abilità di autodifesa – la Gaymes, è cintura nera di quarto grado di taekwondo – ai guardiani viene insegnato a riconoscere le molte specie endemiche di Union Island e gli utilizzi tradizionali delle piante medicinali in modo che possano trasmettere le loro conoscenze a bambini e ragazzi e ai turisti.

Nel 2019, con il sostegno di FFI, a il governo di St Vincent e Grenadine ha ottenuto che il geco di Union Island venisse elencato nell’Appendice I della Convention on International Trade in Endangered Species of Wild Fauna and Flora (CITES), dando alla specie il più alto livello di protezione contro lo sfruttamento e il commercio illegale. Con la nuova legislazione, le autorità di tutto il mondo, comprese quelle dei Paesi che guidano la domanda del piccolo e raro geco, possono  agire contro i trafficanti.

Isabel Vique, program manager di FFI per i Caraibi, evidenzia che «Il nostro lavoro di sorveglianza, insieme alla legislazione CITES, hanno fatto molto per scoraggiare i bracconieri, ma sappiamo che lì in giro  ci sono ancora persone con il geco di Union Island nella loro lista di obiettivi. Inoltre, con il suo paesaggio sensazionale e la miriade di bellissime specie, l’habitat dei gechi è minacciato dalla distruzione. Se non adeguatamente gestito, lo sviluppo di Union Island non solo mette a rischio il futuro del geco, ma avrà un impatto su un gran numero di altre specie minacciate che sono endemiche di quest’area».

Questa areale in miniatura di un rettile minuscolo non è affatto l’unico gioiello prezioso di Union Island, che vanta una ricchezza di tesori naturali, sia terrestri che marini. La ben conservata foresta tropicale secca e le barriere coralline dell’isola sono state definite “globalmente insostituibili”,  dal Critical Ecosystem Partnership Fund  e ospitano molte specie che non si trovano in nessun’altra parte del pianeta, tra cui la tarantola diamante caraibica appena descritta dalla scienza e l’iguana rinoceronte rosa delle Grenadine, entrambe a rischio per il commercio di animali esotici. L’Isola è anche un sito di nidificazione delle tartarughe liuto e embricate.

Basandosi sui loro sforzi per proteggere il geco di Union Island, FFI, Re:wild, UIEA e il dipartimento forestale stanno lavorando a un’iniziativa più ampia per salvaguardare il futuro dell’isola e della sua comunità locale che comporta lo sviluppo di opportunità di sviluppo sostenibile per l’occupazione basata sulla natura e climate-sensitive,mentre la fauna e le foreste uniche dell’isola iniziano ad attrarre visitatori da tutto il mondo.

Fitzgerald Providence, direttore silvicoltura per il ministero dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca di St Vincent e Grenadine, ricorda che «Il recente miglioramento della popolazione dei gechi – grazie al lavoro di FFI, UIEA e Dipartimento Forestale, e al supporto di diverse organizzazioni filantropiche – fornisce prove cruciali che la conservazione di successo è un lavoro collaborativo e inclusivo, in cui il beneficiario complessivo sono le specie che devono sopravvivere. Ora dobbiamo lavorare intelligentemente per proteggere la Chatham Bay Forest come riserva per sostenere l’habitat del geco di Union Island e di altre specie endemiche».

Nel frattempo, l’incantevole  geco gioiello  resta nell’elenco delle specie a rischio critico di estinzione e FFI conclude: «L’eterna vigilanza è il nome del gioco se vogliamo mantenere questo slancio positivo e garantire il futuro del geco di Union Island».

Quel che manca a Union Island in termini di ricchezza monetaria è compensato dalla sua ricca biodiversità. La Vique sottolinea che «La maggior parte dei collezionisti sono naturalisti; vogliono i gechi perché sono diversi. Vogliono imparare come allevarli ed essere i primi a conoscerli in modo che possano mettersi in mostra con i loro colleghi. I collezionisti vengono dagli Stati Uniti e dall’Europa e alcuni arrivano in yacht. Ma da quando siamo sul campo, c’è stata una riduzione dell’80% nel numero [di gechi] pubblicizzati online. Prima i  bracconieri si erano approfittati della natura amichevole degli isolani di Union per individuare l’habitat dei gechi. Venivano sull’isola fingendosi turisti e andavano in giro a chiedere alla gente del posto dove potevano vederli. Abbiamo sensibilizzato la gente, quindi ora la gente non gli dirà dove trovare il geco, gli indicheranno invece alla stazione di polizia». Se arrestati, i bracconieri rischiano una multa salata e una possibile pena detentiva.

James Crockett, project manager di FFI, ha detto alla BBC che «Essendo una delle ultime foreste tropicali secche rimaste al mondo, l’habitat dei gechi a Chatham Bay è una specie di laboratorio vivente per la fauna selvatica delle Indie occidentali. La foresta secca dei Caraibi è uno degli habitat più a rischio di estinzione del pianeta. Pochissime sono indisturbate come Chatham Bay. E questo rende il progetto ancora più prezioso. Credo che il geco di Union Island sia la perfetta mascotte rappresentativa dell’isola per essere conosciuta nel resto del mondo: è piccolo, perfetto e bellissimo».

Adams è d’accordo e conclude: «Alcuni nel governo credono ancora che l’area sia buona per un importante sviluppo turistico. Abbiamo cercato di comunicare il valore di avere questa foresta secca sana e indisturbata in cui troviamo sempre più specie nuove per il mondo. Se perdiamo l’opportunità di trovarle e preservarle, saranno perse per sempre. Il geco ha un simbolismo speciale. Il fatto che sia sopravvissuto per migliaia di anni significa che è molto resistente. Quando alza la coda sembra orgoglioso. Questa specie ci rappresenta come Unioniti: possiamo essere piccoli ma siamo orgogliosi e resilienti».