Il bilancio nel nuovo report di Legambiente sulla biodiversità in Italia

Buon compleanno biodiversità: 30 anni di tutela della natura grazie agli strumenti Ue

Tra il 1992 e il 2020, tramite il programma Life sono stati finanziati nel nostro Paese più di 970 progetti determinando un investimento complessivo di oltre 1,7 miliardi di euro

[19 Maggio 2022]

La direttiva Habitat, insieme al programma finanziario Life della Commissione europea, ha garantito la messa in atto della rete Natura 2000, la più importante infrastruttura europea a tutela della natura, festeggia quest’anno 30 anni di vita.

Un grande traguardo per questi strumenti europei che, se ben applicati a livello territoriale, possono essere uno strumento importante ed efficace nella conservazione e valorizzazione della natura e della biodiversità: è quanto sottolinea oggi Legambiente, che in vista della Giornata mondiale della biodiversità del 22 maggio, dedica il suo report annuale sulla biodiversità facendo un punto su questi trent’anni di protezione della natura, che si incrociano anche il con il 30ennale della Convenzione sulla diversità biologica.

«La crisi climatica e quella legata alla perdita di biodiversità – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – sono strettamente collegate, così come lo sono anche le soluzioni. Così come la Commissione europea promuove e incentiva l’adozione di soluzioni basate sulla natura (Nbs, nature based solutions) per dare attuazione alle priorità̀ politiche dell’Ue, in particolare il Green deal europeo, la Strategia per la biodiversità̀ al 2030 e la Strategia di adattamento ai cambiamenti climatici, anche la nostra agenda politica deve essere orientata su questa strada».

Esempi emblematici arrivano proprio dall’Italia, culla di diversi casi di successo di progetti LIFE Natura che si sono distinti per aver migliorato e ripristinato lo stato di conservazione di diverse tipologie di habitat, specie animali e vegetali presenti nei siti della rete Natura 2000, in particolare attraverso l’implementazione di soluzioni efficaci che hanno prodotto un beneficio diretto sullo stato degli habitat e delle specie target.

Tra le specie al centro dei principali Life italiani di successo ci sono: il grillaio (Falco naumanni) del Mediterraneo al centro del progetto Life Falkon, anfibi e farfalle – come l’ululone appenninico, la salamandrina di Savi, il tritone crestato italiano, la falena dell’edera e il bombice del prugnolo tra le specie target del Life WetFlyAmphibia –, le orchidee spontanee (non coltivate) di Life Orchids, i fiori appenninici come giaggiolo della Marsica o la scarpetta di Venere del progetto Floranet, ma anche il camoscio appenninico al centro di Life Cornata incoronato tra i “Best Life” nel 2015 dalla Commissione europea.

E poi il lupo del progetto Life Wolfnet per arrivare alla tartaruga marina Caretta caretta, la più diffusa tartaruga del Mediterraneo protagonista di Life Tartanet e Tartalife.

Alcune di queste specie sono state salvate dall’estinzione come ad esempio il grillaio, il camoscio appenninico, alcune orchidee spontanee, mentre altre hanno visto un miglioramento del loro stato di conservazione come ad esempio il lupo, anche se rimane ancora a rischio a causa dei conflitti con gli allevatori e il bracconaggio.

A loro Legambiente, in vista della Giornata mondiale della biodiversità del 22 maggio, dedica il suo report annuale sulla biodiversità facendo un punto su questi trent’anni di protezione della natura, che si incrociano anche il con il 30ennale della Convenzione sulla diversità biologica.

In particolare, stando agli ultimi dati ufficiali disponibili, dal 1992 grazie al programma LIFE ad oggi sono stati cofinanziati in Europa oltre 5.000 progetti che hanno mobilitato 12 miliardi di euro di investimenti di cui 5,6 miliardi di euro stanziati dalla Commissione europea a titolo di cofinanziamento.

L’Italia ha raggiunto un primato, sia in termini di cofinanziamenti ottenuti sia di progetti finanziati. Tra il 1992 e il 2020, sono stati finanziati più di 970 progetti determinando un investimento complessivo di oltre 1,7 miliardi di euro, di cui circa 850 milioni di euro stanziati dalla Commissione europea a titolo di cofinanziamento.

Nel report Legambiente indica anche una serie di azioni da mettere in campo per accelerare la tutela della biodiversità e colmare i ritardi costati all’Italia anche una procedura di infrazione, aperta lo scorso giugno dalla Commissione europea, perché la rete nazionale dei siti Natura 2000 non copre adeguatamente i vari tipi di habitat e le specie che necessitano di protezione. Tra le azioni urgenti: dare gambe alla Rete Natura 2000 per potersi dire veramente realizzata, prevedere una maggiore tutela per la biodiversità marina (al centro di un approfondimento nel report insieme alle foreste), incrementare al 2030 le aree protette e le zone di tutela integrale e promuovere la gestione integrata della costa e rafforzare la tutela degli ecosistemi marini.

«La direttiva Habitat – spiega Antonio Nicoletti, responsabile aree protette Legambiente – ha resistito molto bene alla prova del tempo e le sue disposizioni rimangono rilevanti oggi come 30 anni fa, ma il vero e proprio successo sarà, in larga misura, determinato dal modo in cui la rete Natura 2000, istituita grazie alla direttiva Habitat e pilastro importante per la tutela dell’ambiente a cui dobbiamo tanto, verrà gestita e da quanto riuscirà ad integrarsi nelle più ampie politiche europee di sviluppo. Per questo ricopre una grande importanza il progetto Life SeaNet, iniziato pochi mesi fa, il quale ha come obiettivo proprio quello di migliorare la governance dei siti Natura 2000 a mare. I prossimi 10 anni saranno quindi cruciali per la biodiversità in Europa. La nuova Strategia Ue per la biodiversità al 2030 fornisce una rinnovata volontà politica di garantire il ripristino della natura attraverso la piena attuazione delle direttive Habitat e Uccelli e di rendere la rete Natura 2000 più resiliente dal punto di vista ecologico, più connessa e più coerente. Una sfida importate e un obiettivo da raggiungere al più presto visto che stiamo parlando della rete europea di aree protette dall’alto valore ambientale e paesaggistico».