Brasile: deforestazione record a gennaio: 430 Km2

Deter/Inpe: è l'area più grande mai registrata in un mese. La deforestazione colpisce clima, ambiente e immagine internazionale del Brasile

[14 Febbraio 2022]

I nuovi dati divulgati dal sistema DETER dell’Instituto de Pesquisas Espaciais (Inpe) confermano che anche nel 2022 la deforestazione nella più grande foresta tropicale del pianeta è fuori controllo: tra il 1° e il 31 gennaio, gli allarmi sulla deforestazione  indicano un totale di 430 km2 (circa il doppio dell’Isola d’Elba)  rasi al suolo nel primo mese dell’anno.  Greenpeace Brasil fa notare che «Questo rappresenta un aumento di oltre il 418% rispetto a gennaio 2021, anche se quest’anno ha visto più piogge nella regione. È stata anche l’area più grande con  allerte per il mese dal 2016, quando sono iniziate le misurazioni del Deter-B. Gli avvisi di deforestazione sono concentrati principalmente negli Stati del Mato Grosso, Rondônia e Pará».

Cristiane Mazzetti, della campanha de Amazônia di Greenpeace Brasil , sottolinea che «Gli incetivi per la deforestazione sono stati così evidenti che anche a gennaio, quando la deforestazione è solitamente più bassa a causa della stagione delle piogge nella regione amazzonica, la distruzione è salita alle stelle. In effetti, questo è un momento d’oro per chi disbosca e/o sottrae terreni demaniali, poiché c’è una deliberata mancanza di ispezione ambientale e l’attesa di modifiche alla normativa per regolarizzare l’invasione dei terreni demaniali».

Secondo un’analisi di Greenpeace Brasil, il 22,5% dell’area con allerta per la deforestazione tra il 1 e il 21 gennaio di quest’anno era concentrato in florestas públicas não destinadas, un obiettivo frequente del land grabbing. Intanto il Senato brasiliano sta discutendo due preoccupanti proposte  di legge che puntano a legittimare e condonare il furto delle terre indigene.

La Mazzetti fa notare che non è un problema che riguard da solo gli indios e qualche avido fazeindero criminale:  «La deforestazione in Brasile è dannosa per il clima e l’economia brasiliani. Più c’è deforestazione, maggiore è il contributo del Paese al verificarsi di estremi climatici, come forti piogge che influiscono drasticamente sulla vita di migliaia di brasiliani. Inoltre, il disprezzo del governo per le foreste e il clima, dimostrato nei dati di gennaio, va contro i segnali che hanno dato i mercati di consumo e gli enti internazionali, chiedendo sempre più il controllo della deforestazione».

In un rapporto pubblicato nel 2021, l’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC)   hanno evidenziato che l’influenza umana sul surriscaldamento del pianeta è inequivocabile: tra il 2011 e il 2020, la temperatura media globale ha già raggiunto 1,09° C al di sopra dei livelli preindustriali (per la NASA siamo già a più 1,1° C). Secondo il Sistema de Estimativas de Emissões e Remoções de Gases de Efeito Estufa (SEEG), un’iniziativa dell’Observatório do Clima, il 46% delle emissioni di gas serra brasiliane nel 2020 proveniva dal cambiamento dell’uso del suolo: cioè dalla deforestazione.

E il Brasile è una delle aree del mondo in cui si fanno più sentire sli effetti del cambiamento climatico: il 2022 è iniziato con tragedie causate da pioggetorrenziali che hanno colpito diversi Stati del Paese. Oltre all’aumento di alluvioni e cedimenti di dighe, il Brasile è stato colpito da ondate di caldo estremo, come quella che ha colpito il sud del Paese, l’Argentina e l’Uruguay  alcune settimane fa. E l’IPCC sottolinea che le temperature estreme potrebbero essere fino a 9 volte più frequenti nel prossimo decennio.

«In altre parole – sintetizza concludendo Greenpeace Brasil – non c’è niente di “normale” in ciò che stiamo vivendo. I livelli di deforestazione del Brasile, inoltre, mettono il Paese in una posizione sempre più difficile rispetto alla comunità internazionale. L’Unione Europea, ad esempio, ha discusso la legislazione che vieta l’importazione di prodotti dalle aree deforestate, mentre la mancanza di misure per contenere la deforestazione può essere utilizzata per impedire al Brasile di aderire all’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE). Non abbiamo tempo da perdere, la deforestazione deve finire».