Riceviamo e pubblichiamo

Bracconaggio, due corvi imperiali detenuti illegalmente in Calabria

L’intervento della Polizia provinciale di Cosenza, denunciato un uomo e sequestrati gli animali protetti

[29 Settembre 2016]

Un’operazione per la tutela della rara fauna selvatica calabrese è stata portata a termine dalla Polizia Provinciale di Cosenza nel territorio dell’Alto Ionio cosentino. A intervenire sono stati gli agenti Giovanni Mancina, Gianluca Congi ed Emanuele Scalzo, tutti in servizio nel distaccamento di San Giovanni in Fiore e particolarmente specializzati in reati a danno degli animali, che hanno individuato, a seguito di una attenta ricognizione e in un’angusta gabbia, due maestosi esemplari di Corvo imperiale (Corax corax). Tale specie, oltre ad essere protetta dalla legge in materia di tutela della fauna selvatica e disciplina dell’esercizio venatorio, è inserita nell’appendice 3 della Convenzione internazionale di Berna, ratificata in Italia con la legge n. 503/1981 e nel Libro rosso dei vertebrati d’Italia dell’Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN).

«I poliziotti provinciali intervenuti hanno potuto verificare – spiega il coordinatore delle guardie del Wwf Italia della Calabria, Saverio Feudale – che i due uccelli protetti, nonostante il divieto di detenzione, erano oltremodo detenuti in un ambiente angusto non idoneo per la natura e per le caratteristiche etologiche della specie in oggetto, che come ben noto necessita sicuramente di ampi spazi aperti, inoltre, dagli accertamenti ispettivi condotti sul posto, un esemplare presentava presunti problemi alla vista mentre l’altro a un’ala. Al riguardo è stato richiesto l’intervento del servizio veterinario dell’ASP di Cosenza. Dopo l’espletamento delle formalità di rito, gli agenti hanno proceduto al sequestro penale degli esemplari protetti che sono stati messi a disposizione della competente autorità giudiziaria in un centro di recupero degli animali selvatici gestito dal CIPR a Rende (Cs). Il presunto responsabile è stato individuato e denunciato in stato di libertà alla Procura della Repubblica presso il tribunale ordinario di Castrovillari e dovrà ora rispondere dei reati di detenzione di specie protette (ai sensi della L. n. 157/1992) e di maltrattamento di animali (ai sensi dell’art. 544 ter del codice penale).

Il Coordinamento calabrese del servizio di vigilanza del Wwf Italia esprime il suo apprezzamento – ha concluso Feudale – per l’importante operazione a tutela del patrimonio faunistico dello Stato, che conferma l’importanza dei presidi della Polizia provinciale, purtroppo fortemente depotenziati dalle recenti riforme in materia, per il contrasto al triste fenomeno del bracconaggio, particolarmente diffuso in tutto il territorio nazionale, soprattutto in questi giorni in cui ha avuto inizio la nuova stagione venatoria».

di Coordinamento regionale guardie WWF Calabria