Biodiversità: dall’accordo all’azione. La strada verso l’attuazione del Global Biodiversity Framework

Quando la biodiversità ha un problema, l'umanità ha un problema

[22 Maggio 2023]

Ogni anno l’International Day for Biological Diversity ha un significato speciale, ma, dopo l’adozione del Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework alla 15esima Conferenza delle Parti della Convention on biological diversity (COP15 CBD) tenutasi nel dicembre 2022, quello che si celebra oggi porta con sé un rinnovato senso di speranza. E il tema di quest’anno “Dall’accordo all’azione: ricostruire la biodiversità” si basa proprio sugli storici risultati della COP 15, per spostare rapidamente l’attenzione sulla loro attuazione.

L’Unitad nAtions environment programme (Uneep) ricorda che «La diversità biologica è spesso intesa in termini di grande varietà di piante, animali e microrganismi, ma include anche differenze genetiche all’interno di ciascuna specie, ad esempio tra varietà di colture e razze di bestiame, e varietà di ecosistemi (laghi, foreste, deserti, paesaggi agricoli) che ospitano molteplici tipi di interazioni tra i loro membri (umani, piante, animali). Le risorse della diversità biologica sono i pilastri su cui costruiamo le civiltà. Il pesce fornisce il 20% delle proteine ​​animali a circa 3 miliardi di persone. Oltre l’80% della dieta umana è fornita dalle piante. Ben l’80% delle persone che vivono nelle aree rurali dei Paesi in via di sviluppo si affidano a medicinali tradizionali a base vegetale per l’assistenza sanitaria di base».

Ma la perdita di biodiversità minaccia tutti, compresa la nostra salute. Quando la biodiversità ha un problema, l’umanità ha un problema: è stato dimostrato che la perdita di biodiversità può favorire la diffusione di zoonosi – le malattie trasmesse dagli animali all’uomo – mentre mantenere intatta la biodiversità fornisce ottimi strumenti per combattere pandemie come quelle causate dai coronavirus.

Mentre è sempre più chiaro e riconosciuto che la diversità biologica è una risorsa globale di enorme valore per le generazioni future, le attività antropiche provocano la forte riduzione della biodiversità. La Giornata internazionale per la diversità biologica serve proprio ad evidenziare l’importanza di informare ed educare l’opinione pubblica sull’importanza della biodiversità per il benessere del nostro pianeta e dell’umanità.

Infatti, le risorse finanziarie, la volontà politica e un forte processo decisionale saranno fondamentali per il successo dell’attuazione del Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework e per riuscirci è necessario il coinvolgimento dell’intera società globale.

La direttrice esecutiva dell’Unep. Inger Andersen, sottolinea che «La biodiversità è la complessa rete da cui dipende l’esistenza umana. Il Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework è il nostro piano globale per riparare questa rete e sostenere tutta la vita sulla Terra, compresa la nostra. Con solo 7 anni per attuare il Framework, dobbiamo tutti agire ora. E dobbiamo continuare ad agire finché la nostra rete della vita non sarà sicura».

Mentre in tutto il mondo  la natura e i benefici che offre si deteriorano a un ritmo senza precedenti, la  Giornata della biodiversità ci ricorda l’urgente necessità di agire sui sistemi alimentari, la finanza e la protezione e il ripristino degli ecosistemi per affrontare la crisi della natura. Gli ecosistemi assicurano la stabilità della Terra, producono ssigeno, forniscono acqua potabile e regolano il clima. Gli ecosistemi sani forniscono anche servizi fondamentali, tra cui medicine naturali, impollinazione e terreno fertile per la produzione alimentare. Ma sia la natura terrestre che marina stanno diminuendo più velocemente che in qualsiasi altro momento della storia, con circa 1 milione  di specie animali e vegetali minacciate di estinzione. Intanto, solo il 17% delle aree terrestri e il 10% delle aree marine sono “protette”.

Per prevenire un’irreparabile e catastrofica perdita di biodiversità, il Global Biodiversity Framework, chiede di protetggere e gestire efficacemente entro il 2030 almeno il 30% delle terre, acque interne, zone costiere e oceani del mondo, nonché il ripristino del 30% degli ecosistemi degradati.

L’Unep ricorda che «I sistemi alimentari globali dipendono fortemente dalla natura: l’oceano è la fonte primaria di proteine ​​per oltre 3 miliardi di persone. Eppure i sistemi alimentari sono responsabili della maggior parte del cambiamento dell’uso del suolo e della conversione dell’habitat. Sono il motore numero uno della perdita di biodiversità e sono responsabili dell’80% della deforestazione e del 70% dell’utilizzo di acqua dolce. Il Global Biodiversity Framework prevede la gestione sostenibile delle aree agricole, dell’acquacoltura e della silvicoltura, la riduzione della metà dello spreco alimentare globale e una significativa riduzione del consumo eccessivo e della produzione di rifiuti».

La ricerca dell’Unep  dimostra che «Lo stato di natura è alla base del modo in cui l’economia globale e il sistema finanziario possono prosperare. La natura è un bene capitale vitale che fornisce molti beni e servizi essenziali, con un valore economico di 44 trilioni di dollari. Investire nella natura offre l’opportunità di generare 10 trilioni di dollari di valore aziendale e creare 395 milioni di posti di lavoro». Mentre le istituzioni finanziarie stanno rendendosi finalmente conto dei pericoli a lungo termine dei combustibili fossili e dei progetti che danneggiano l’ambiente, un’attuazione ambiziosa e rapida del Global Biodiversity Framework potrebbe aumentare ulteriormente il capitale privato investito nella nature-positive economy e portare all’allineamento dei flussi finanziari con gli obiettivi globali della biodiversità.

Ma gli investimenti nella natura non stanno aumentando al livello necessaria per affrontare la perdita di biodiversità. Secondo  il rapporto “State of Finance for Nature 2022” dell’Unep, «I finanziamenti per le soluzioni basate sulla natura ammontano a meno della metà dei  384 miliardi di dollari  necessari ogni anno entro il 2025 per raggiungere gli obiettivi di biodiversità e crisi climatica». Un rapporto che dovrebbe leggersi bene la destra italiana che ancora ieri – di fronte alla tragedia della catastrofe climatica dell’Emilia-Romagna, non ha trovato di meglio che accusare gli ambientalisti di bloccare le grandi opere, facendo finta di non vedere che quelle opere, che in Emilia-Romagna certo non mancano, sono finite sott’acqua quando non sono state elementi che hanno acuito e favorito l’impatto delle alluvioni.

L’Unep dice e chiede il contrario: occorre spostare i finanziamenti dalle opere tradizionali a quelle basate sulla naura e per la mitigazione climatica e, per aiutare a colmare il gap di finanziamenti, il Global Biodiversity Framework  (sottoscritto dall’Italia) prevede che entro il 2030 siano mobilitati almeno  200 miliardi di dollari all’anno  in finanziamenti nazionali e internazionali relativi alla biodiversità, provenienti da fonti pubbliche e private. Richiede anche l’eliminazione graduale dei sussidi che danneggiano la biodiversità – a partire da quelli ai combustibili fossili –  per almeno 500 miliardi di dollari all’anno entro il 2030. Il nostro governo sta silenziosamente e testardamente andando nella direzione opposta, impegnandosi all’Onu e all’Ue a fare cose che poi non mette in atto in Italia.

Ma gli esperti sperano ancora che la Giornata della biodiversità contribuirà a guidare l’azione necessaria per implementare il quadro e sfruttare lo slancio esistente per proteggere e ripristinare la natura. E la Andersen conclude con un appello: «Ogni governo, ogni azienda, ogni investitore e ogni individuo deve fare ciò che può: proteggere e ripristinare la natura, affrontare il cambiamento climatico e ridurre in modo massiccio l’inquinamento e i rifiuti. L’Unep sta costruendo alleanze per unire tutti insieme in una vera azione collettiva e porre fine alla tripla crisi planetaria una volta per tutte».