Benvenuti nel club: anche gli aye-aye si mettono le dita nel naso (VIDEO)

Poi mangiano il moccio estratto. Un comportamento comune in 12 specie di primati

[28 Ottobre 2022]

Lo studio “A review of nose picking in primates with new evidence of its occurrence in Daubentonia madagascariensis”, pubblicato sul Journal of Zoology da un team internazionale di ricercatori guidato da  Anne-Claire Fabre del Naturhistorisches Museum Bern, Universität Bern e Natural History Museum  London, rivela che l’aye-aye (Daubentonia madagascariensis), un piccolo lemure e raro del Madagascar, è l’ultimo membro di un club esclusivo che comprende anche gli esseri umani: gli animali che si infilano le dita nel naso.

Gli aye-aye sono stati osservati e filmati per la prima volta mentre inserivano il loro lungo dito di 8 centimetri quasi interamente nella loro cavità nasale, per poi ritirarlo fuori e leccarlo.

Come ricordano al Natural History Museum  London, «E’ qualcosa che quasi tutti noi abbiamo fatto a un certo punto della nostra vita, anche se non vogliamo ammetterlo, ma non c’è una buona spiegazione del perché ci rovistiamo il naso. Nel corso degli anni sono stati suggerite cose come alleviare l’irritazione, acquisire nutrimento e sostenere il sistema immunitario, ma per il momento gli scienziati non hanno una solida ragione sul motivo per cui questo comportamento dovrebbe essersi evoluto. Non è nemmeno solo una stranezza dell’umanità. Anche 11 specie di primati non umani, tra cui scimpanzé, macachi e gorilla , sono note per scaccolarsi di tanto in tanto».

L’aye-aye e stato solo l’ultimo primate ad essere visto sondare le profondità della loro cavità nasale e  uno degli autori del nuovo studio, Roberto Portela Miguez, senior curator in charge of mammals al Natural History Museum  London, racconta che «Quando ho visto questo video per la prima volta, sono rimasto davvero colpito dal dito nel naso. Non avevo mai sentito di niente di simile prima al di fuori degli esseri umani. E’ stata una sorpresa perché, sì, sono una specie piuttosto iconica, quindi si penserebbe che una cosa come questa sarebbe stato segnalata da qualcuno prima d’ora. Ci aspettava una sorpresa ancora più grande quando abbiamo utilizzato la scansione TC per vedere come funziona il prelievo del naso internamente e la scansione è stata strabiliante. Siamo rimasti scioccati dalla ricostruzione: il dito dell’aye-aye poteva arrivare, attraverso il naso, quasi fino alla parte posteriore della gola».

Gli aye-aye sono piccoli lemuri notturni che hanno rischiato l’estinzione a causa della superstizione che associava il loro richiamo un po’ lugubre al malaugurio, hanno 6 dita per mano, incluso uno pseudo-pollice che li aiuta ad afferrare oggetti e due dita estremamente lunghe che usa per trovare ed estrarre le larve dagli alberi. Sfortunatamente, il loro habitat forestale è minacciato in tutto il Madagascar, quindi molti  aye-aye ormai vivono negli zoo e nelle strutture di conservazione, incluso Kali che è ospitato al Duke Lemur Center nella Noth Carolina. Ed è stato propri vedendo Kali inserire completamente il suo terzo dito lungo 8 centimetri nel naso e successivamente leccare il muco nasale dalle sue dita, che ha ispirato il nuovo studio. Il comportamento di Kali è stato registrato dalla Fabre, che ricorda: «Sono stata davvero sorpresa di vederlo fare questo. Inserire l’intero terzo dito nel naso è davvero impressionante! Stavo cercando di immaginare dove stesse andando, il che ha contribuito a ispirare questo studio»

Le scansioni TC hanno rivelato che una volta inserito il dito è abbastanza lungo da passare attraverso l’intero canale nasale, finendo nella faringe tra la parte posteriore della bocca e l’esofago. Tuttavia, il suo scopo esatto rimane poco chiaro. Gli scienziati fanno notare che «I confronti con altre specie in tutto il mondo suggeriscono che gli animali con la capacità di manipolare finemente gli oggetti tendevano ad essere raccoglitori di materiale dal naso. Le scimmie cappuccine, ad esempio, si distinguono dai loro parenti stretti per essere in grado di afferrare con precisione gli oggetti muovendo le dita in modo indipendente».  Portela Miguez aggiunge; «Abbiamo scoperto che il comportamento tendeva a essere segnalato in specie che hanno un alto livello di destrezza con le dita. I non primati potrebbero non possedere la stessa destrezza nel ficcarsi le dita nel naso, e quindi potrebbe essere solo un fenomeno che si verifica tra noi e nelle specie strettamente imparentate con noi».

Molti primati sono stati anche visti utilizzare strumenti,  come ramoscelli, anche per sondarsi il naso, il che può estendere la potenziale gamma di specie oltre a quelle con dita abbastanza piccole da entrare nelle loro narici.

Mentre alcuni degli animali utilizzati nello studio vivono in cattività e quindi potrebbero esibire comportamenti anormali, i ricercatori sottolineano che «Questo non può escludere la possibilità che la raccolta dal naso sia un comportamento diffuso che resta da comprendere correttamente». Per la Fabre, «La mancanza di studi finora potrebbe essere correlata al fatto che è complicato indagare, poiché è il tipo di comportamento che potresti perderti se non osservi un individuo tutto il giorno. I mammiferi possono essere davvero sfuggenti, il che lo rende ancora più difficile da osservare. Per risolvere questo problema, sarebbe interessante sondare i ricercatori per vedere se hanno osservato questo comportamento in natura e lavorare con scienziati di altre discipline per vedere se la raccolta di muco dal naso ha un ruolo funzionale o meno. Sarebbe anche meraviglioso se potesse aiutare ad attirare l’attenzione sugli aye-aye, che sono fortemente in pericolo. Hanno davvero bisogno del nostro aiuto e sarebbe fantastico avere più persone che li sostengono»-

Quel che è certo è che la scoperta che  gli aye-aye si infilano le dita nel naso estende questo comportamento ai lemuri, fornendo ulteriore slancio per comprenderlo.

La raccolta di muco in forma liquida e solida dal naso è chiamata “rinotillessi”, mentre mangiarlo è “mucofagia” si stratta di comportamenti che in molte culture umane sono spesso considerati socialmente inaccettabili, ed è forse per questo che come comportamento è relativamente poco studiato. Ma la ricerca scientifica suggerisce che si tratta di un comportamento è molto diffuso. Ad esempio, un sondaggio condotto negli anni ’90 negli Usa rivelò che il 91% degli intervistati  si metteva le dita nel naso e il 75% era convinto che quasi tutti lo facessero. Scaccolarsi sembra anche essere indipendente da altri fattori come il sesso, l’età e la classe sociale.

L’Ig Nobel Prize for Public Health 2001, un premio che «onora i risultati che prima fanno ridere le persone e poi le fanno pensare», è stato assegnato a due ricercatori che hanno scoperto che gli adolescenti si scaccolano in media quattro volte al giorno. Sebbene questo non possa sembrare un campo di studio serio, può avere serie implicazioni. Può diventare un comportamento compulsivo chiamato rinotillexomania che è stato persino collegato a una morte. «Capire qual è il suo scopo – sottolineano gli autori dello studio sugli aye-aye – potrebbe quindi aiutare a fare una piccola ma importante differenza nella vita delle persone. Ci sono alcuni suggerimenti che sia semplicemente una risposta al disagio quando il muco si asciuga nel naso, mentre altri suggeriscono che potrebbe fornire una piccola quantità di idratazione. Alcuni scienziati ritengono che i microbi intrappolati al suo interno potrebbero aiutare a mantenere la resilienza del nostro sistema immunitario». Lo studio “Salivary Mucins Protect Surfaces from Colonization by Cariogenic Bacteria”, pubblicato nel 2014 su Applied and Environmental Microbiology da Erica Shapiro Frenkel dell’Harvard University e  da Katharina Ribbeck del Massachusetts Institute of Technology, suggeriva che «I composti nel muco nasale possono ridurre la capacità dei batteri che causano la carie di attaccarsi ai denti, contribuendo potenzialmente alla nostra salute orale».

Tuttavia, prima di iniziare a lavarsi i denti con il muco, altre ricerche avvertono che i danni causati dallo stuzzicamento del naso possono aiutare i batteri come lo Staphylococcus aureus ad attaccarsi all’interno del naso, mentre l’atto stesso dello stuzzicamento può aiutare a diffondere i microbi.

Nella rinotillessi  c’è anche un aspetto evolutivo: «La raccolta del naso coinvolge  i principali gruppi di primati, essendo stata registrata nelle grandi scimmie e nelle scimmie del Vecchio e del Nuovo Mondo – spiegano ancora al Natural History Museum  London  – L’apparente ricomparsa di questo comportamento in diversi gruppi suggerisce che potrebbe avere qualche funzione evolutiva, ma i ricercatori sono cauti al riguardo».

La Fabre conclude: «Con solo 12 specie studiate, è molto difficile dire se questo comportamento sia ancestrale dei primati o si sia sviluppato in modo indipendente, o se abbia un ruolo. Non sappiamo nemmeno se è limitato ai primati. Avremmo bisogno di un campione molto più ampio per trarre conclusioni al riguardo, e sarebbe bello se questo documento potesse dare il via alla ricerca su questo argomento. Abitudini disgustose come la coprofagia (mangiare la cacca) hanno molti studi dedicati a loro, quindi non c’è motivo per cui non si debbano studiare anche il naso e il moccio».

Videogallery

  • Aye-aye recorded picking its nose for the first time | Natural History Museum