Astori e sparvieri sono le guardie del corpo dei colibrì, anche se non lo sanno

I colibrì golanera utilizzano i rapaci per proteggere i loro nidiacei dalla ghiandaie

[7 Settembre 2015]

Science Advances  pubblica oggi un sorprendente studio che dimostra che il mondo è tutto attaccato, che tutto in è collegato e che togliendo una specie da un ecosistema (o introducendone un’altra) anche quelle apparentemente non legate a quella specie ne potrebbero soffrire.

Infatti nello studio “Trait-mediated trophic cascade creates enemy-free space for nesting hummingbirds” un team di ricercatori ecuadoregni, statunitensi e canadesi sottolinea che «Gli effetti indiretti dei predatori sui livelli trofici non adiacenti, mediati attraverso i tratti dell’intervento delle specie, sono collettivamente noti come le cascate trofiche mediate dai tratti. Anche se gli uccelli sono predatori importanti negli ecosistemi terrestri, chiari esempi di effetti indiretti mediati dai tratti che coinvolgono i predatori di uccelli non sono quasi mai stati documentati. Tali effetti indiretti sono importanti per strutturare le comunità ecologiche e sono suscettibili di essere influenzati negativamente dalla frammentazione degli habitat, dal cambiamento climatico e da altri fattori che riducono l’abbondanza di grandi predatori».

I ricercatori hanno che in Arizona i colibrì  «ottengono ottimi successi riproduttivi quando nidificano in associazione con i falchi. Un spazio di nidificazione libero dai nemici  si crea  quando le ghiandaie, una fonte importante di mortalità per nidiacei di colibrì, alterano il loro comportamento di foraggiamento in presenza dei falchi loro predatori»,

In Arizona, colibrì golanera (Archilochus alexandri)  collocano i loro nidi vicino a quelli degli  in tutto quelli di astori settentrionali (Accipiter gentilis) e dello sparviero di Cooper (Accipiter cooperii), così i minuscoli colibrì non interessano ai grandi rapaci, mentre il più temibile predatore dei nidiacei di colibrì, la ghiandaia messicana (Aphelocoma wollweberi)  se ne sta lontana dai sui possibili predatori.

A quanto pare i colibrì sono abbastanza scaltri da raggruppare i loro nidi sotto l’ombrello protettivo di un posatoio o di un nido  di astori e sparvieri  per assicurare più chances di  sopravvivenza ai loro pulcini fino all’involo.

Gli ornitologi avevano notato da tempo la presenza dei colibrì golanera vicino ai nidi dei falchi ma fino ad ora nessuno aveva capito il perché di questo strano fenomeno.  Per risolvere il mistero il team internazionale di ricercatori ha osservato con attenzione il via vai di colibrì, falchi e ghiandaie nelle Chiricahua Mountains  per tra  stagioni di nidificazione. E’ così che hanno stabilito una forte correlazione tra i livelli  di successo della nidificazione dei colibrì nidificazione e la presenza di sparvieri e astori, due uccelli rapaci che i colibrì sembrano cercare deliberatamente. Dei 342 nidi di colibrì censiti il team ha scoperto, solo il 20% erano stati costruiti fuori dell’are frequentata dalle coppie nidificanti di rapaci.

Inoltre hanno dimostrato che il comportamento di predazione delle ghiandaie messicane viene condizionato per oltre un terzo dalla presenza di un rapace, quindi le l ghiandaie adeguano attivamente i loro strategie alimentari  a seconda che ci sia il rischio  di poter diventare a loro volta cibo per falchi.

Le ghiandaie evitavano i nidi dei rapaci sia quando erano posati nei dintorni o sorvolavano l’area. Astri e sparvieri preferiscono attaccare dall’alto, così le ghiandaie evitano di volare troppo basse, mettendo insieme tutte queste strategie di caccia e di elusione, i ricercatori hanno scoperto che determinano una sorta di cono di sicurezza per i colibrì, nel quale il nido dei rapaci è il vertice.

La prova è venuta dalla distruzione da parte di altri predatori di 4 nidi di astori e sparvieri: due settimane dopo che i rapaci avevano abbandonato l’area dei loro nidi distrutti, le ghiandaie erano penetrate nel cono di sicurezza ed avevano saccheggiato praticamente tutti i nidi di colibrì presenti.

Rapaci e colibrì non sembrano interagire mai e, anche se nessuna delle 4 specie di uccelli coinvolta nello studio è minacciata di estinzione,  i risultati illustrano bene i legami nascosti che rendono così meravigliosa, intricata e feroce la natura. I ricercatori sottolineano che questo significa che la protezione interi ecosistemi, piuttosto che una sola specie favorita è probabilmente il modo più sicuro per garantire che le specie in pericolo sopravvivono, dato che la rimozione specie essenziali ma non riconosciute potrebbe mandare in tilt l’intero ecosistema.