Assalto ai torrenti della Lunigiana, l’allarme di Legambiente

Germani reali presi a sassate e torturati, acque intorbidite, abbandono di rifiuti e troppe persone nei laghetti e cascatelle nelle valli remote della Lunigiana

[4 Agosto 2020]

Legambiente Lunigiana ha scritto a Sindaci di Fivizzano, Pontremoli e Zeri e Carabinieri Forestali per segnalare «Una situazione diffusa di pressione ambientale ed utilizzo improprio dei corsi d’acqua minori in Lunigiana, dovuta all’intenso utilizzo ludico e turistico degli stessi nel periodo estivo. Ci giungono infatti diverse segnalazioni di concentramento di persone in ambienti acquatici limitati nello spazio e, in alcuni casi, con ecosistemi vulnerabili».

Il Cigno Verde della Lunigiana descrive tre esempi negativi tra le decine diffusi in tutta la Lunigiana:

I Bozzi di Fiacciano lungo il Canale Albereda in Comune di Fivizzano: «Da segnalazioni e nostri riscontri in questo periodo si concentrano molto spesso in poche decine di metri un numero di persone che causa un concentramento incompatibile con l’ambiente naturale che li accoglie. Le persone permangono a lungo sulle rive e rocce con accessori da balneazione, cani al seguito, balneando nel torrente e nei laghetti e cascatelle. La zona è impervia e non dotata di servizi igienici ne di servizi di smaltimento rifiuti, ne di accorgimenti di soccorso o segnalazione incidenti o antincendio boschivo. Ne consegue un generale intorbidimento del corso d’acqua, oltre a residui e rifiuti abbandonati. Segnaliamo inoltre i rischi per la sicurezza delle persone e l’aumento di rischio d’incendio accidentale».

Stretti di Giaredo lungo il Torrente Gordana nei Comune di Pontremoli e Zeri. (ZSC ex Direttiva UE Habitat): «Ad eccezione di escursioni guidate da professionisti, adottando accorgimenti di sicurezza e rispetto ambientale, da segnalazioni e nostri riscontri in questo periodo si concentrano in modo spontaneo un numero di persone che causa un concentramento incompatibile con l’ambiente naturale che li accoglie. Le persone percorrono le forre allagate, spesso con cani al seguito e accessori da balneazione. Ne consegue un affollamento di persone che praticano in maniera impropria il cosiddetto trekking fluviale, camminando nell’alveo di magra allagato, nuotando, facendo tuffi e spesso schiamazzando. Segnaliamo che il Torrente Gordana è un ambiente naturale tutelato dall’Unione Europea, dallo Stato Italiano e dalla Regione Toscana, individuato come “Zona Speciale di Conservazione” ex Direttiva Ue “Habitat”. In virtù della tutela istituita sono vigenti le relative “Misure di Conservazione”  degli Habitat e delle Specie d’importanza Comunitaria presenti nella zona. Gli Enti territoriali e le autorità sono tenuti al controllo del rispetto delle Misure e della relativa tutela. La fruizione incontrollata e concentrata nel periodo estivo riteniamo non sia compatibile con il valore naturalistico dell’area e con la tutela degli habitat e specie faunistiche e floristiche. La zona è remota, con difficoltà di fruizione, ombrosa e spesso fredda e umida. Non è dotata di servizi igienici ne di servizi di smaltimento rifiuti, ne di accorgimenti di soccorso o segnalazione incidenti o antincendio boschivo, oltre alla completa assenza di segnale di telefonia mobile. Ne deriva il possibile abbandono di rifiuti incontrollato oltre ai rischi per la sicurezza delle persone e l’aumento di rischio d’incendio accidentale».

Bozzetti di Equi Terme, lungo il Torrente Catenelle in Comune di Fivizzano: «Da segnalazioni e nostri riscontri in questo periodo si concentrano quotidianamente in poche di metri un numero di persone che causa un concentramento incompatibile con l’ambiente naturale che li accoglie. Si tratta di alcuni specchi d’acqua ricavati in origine con sbarramenti artificiali in pietra, ma in avanzato grado di naturalizzazione, tanto da aver creato vere e proprie zone umide con vegetazione idrofila e igrofila, formazioni di cannucce di palude ed è presente una colonia di germani reali stanziale e nidificante, oltre ad essere sosta per uccelli acquatici di passo. Riceviamo segnalazioni e riscontri di usi impropri dell’area con accessi e soste in auto non consentite e spesso di bivacchi o campeggi non autorizzati. Addirittura si verificano episodi di angherie contro la colonia di germani reali, presi a sassate, inseguiti e catturati dai bagnanti».

L’associazione chiede con urgenza alle autorità controlli diffusi e adozione di regole e limitazioni da far rispettare.

Matteo Tollini, responsabile parchi e biodiversità di Legambiente Toscana, conclude: «E’ chiaro che il fenomeno della balneazione incontrollata lungo i corsi d’acqua minori, da pratica tradizionale locale e tutto sommato contenuta e compatibile con gli equilibri naturali, ha assunto una concentrazione e diffusione non più sopportabile per i delicati ambienti acquatici delle valli della Lunigiana.

Tale situazione non può più essere lasciata incontrollata, ma sono urgenti controlli e gestione della fruizione, per garantire innanzitutto la tutela dell’ambiente e la sicurezza delle persone. Può diventare un boomerang anche per il turismo, infatti il degrado ambientale e l’insicurezza possono diventare controproducenti per l’immagine turistica della Lunigiana. Si tratta infatti di un territorio che stiamo cercando tutti insieme di accreditare come luogo accogliente, poco affollato e naturale».