Apertura anticipata della caccia a settembre: il Wwf attacca la Regione Toscana

«Si aspetta l’ultimo giorno utile per non dare tempo alle Associazioni ambientaliste di avviare un ricorso al TAR»

[28 Agosto 2019]

Con una delibera approvata ieri su proposta dell’assessore all’agricoltura, Marco Remaschi, la Giunta regionale della Toscana  ha deciso che «Nei giorni 1 e 8 settembre 2019  sarà possibile esercitare l’apertura anticipata della caccia ad alcune specie di uccelli. L’attività venatoria sarà consentita esclusivamente da appostamento e nel solo ATC di residenza venatoria o nelle Aziende Faunistico Venatorie». La delibera precisa che le giornate di apertura anticipata non sono consentite all’interno delle Zone di protezione speciale (Zps) e nelle ulteriori aree specificatamente indicate nel calendario venatorio 2019-20.

In un comunicato, la Regione presenta in dettaglio le modalità previste dal provvedimento: «Domenica 1 settembre 2019 si potrà cacciare dalle 6 alle 19 (ora legale) alle specie: tortora (Streptopelia turtur), gazza, ghiandaia e cornacchia grigia. La domenica successiva, 8 settembre, sempre dalle 6,00 alle 19,00 le specie cacciabili sono: gazza, ghiandaia e cornacchia grigia. Il carniere massimo per cacciatore, e per giornata, sarà di 20 capi di cui non più di 10 tortore nella giornata in cui è concessa la caccia a tale specie (1 settembre). Nelle stesse giornate, come previsto dalla delibera 799 del 17 luglio scorso, sarà possibile effettuare, al fine di prevenire i danni all’agricoltura, il prelievo in deroga dello storno (Sturnus vulgaris). Gli abbattimenti di questa specie, che non si sostituiscono, ovviamente, all’impiego di mezzi incruenti di prevenzione, non potranno superare i 20 capi/giornata e dovranno avvenire in vigneti, uliveti e frutteti con presenza di frutto pendente e entro i 100 metri di distanza dagli stessi, senza l’utilizzo di richiami».

E come ad ogni preapertura il Wwf parte all’attacco: «Ci risiamo. Siamo arrivati al consueto appuntamento di fine agosto con la delibera della Giunta regionale della Toscana, con cui la Regione approva l’apertura anticipata della caccia ad alcune specie di uccelli ai primi di settembre (quest’anno: tortora, gazza, ghiandaia, cornacchia grigia, storno). Non è un caso che per l’approvazione della delibera si aspetti l’ultimo giorno utile; la Regione lo fa infatti per non dare tempo alle Associazioni ambientaliste di avviare un ricorso al TAR, segno evidente di come si sappia che si sta legiferando, come su molti aspetti delle norme in tema di caccia, in barba alle norme vigenti e alle indicazioni del mondo scientifico».

Il Wwf Toscana sottolinea che «La caccia ai primi di settembre è particolarmente dannosa per molteplici motivi. Si permette infatti di sparare a fine estate quando molti giovani dell’anno non sono ancora indipendenti, quando le condizioni ambientali e climatiche sono in genere particolarmente difficili, quando sono ancora presenti sul nostro territorio moltissime specie migratrici protette che ancora non hanno iniziato il viaggio migratorio e che saranno coinvolte purtroppo dalla sparatoria (sappiamo bene come, quando si lascia andare in giro i fucili, non certo tutti rispettano le regole). Sarà ovviamente una strage per le Tortore e per le altre specie oggetto di prelievo, ma non solo per loro. Tutto questo dopo che la Regione ha approvato a luglio un calendario venatorio per la nuova stagione ancora una volta in palese contrasto con le indicazioni del mondo scientifico e anche con recente sentenza del TAR sul calendario dell’anno scorso a seguito di ricorso delle Associazioni ambientaliste Wwf, Enpa, Lac, Lav, LipuU. Ed è proprio per questo ricorso che la Regione si è vista costretta quest’anno almeno a diminuire il numero delle specie concesse in preapertura».

Il Delegato regionale del Wwf per la Toscana, Roberto Marini, conclude: «Una situazione assurda, con una Giunta Regionale (e un mondo politico toscano in genere) succube degli appetiti di un mondo venatorio che, seppure sempre più anacronistico, insostenibile e in inarrestabile calo numerico, continua a mantenere una abnorme influenza su politici pronti a svendere la fauna selvatica ed il nostro ambiente per una manciata di voti (che, fra l’altro, anno dopo anno sono sempre meno). Quando i nostri politici si renderanno conto che la biodiversità è un bene di tutti, non è inesauribile (anzi si sta drammaticamente esaurendo), non può e non deve essere svenduta al primo offerente? Quando i loro figli chiederanno loro come mai la maggior parte della fauna selvatica toscana sarà scomparsa?»