Antichi geni hanno permesso ai delfini di sopravvivere ai cambiamenti climatici
Come i tursiopi sono riusciti a ritornare ad essere animali costieri riconfezionando vecchi geni pre-glaciazione
[8 Novembre 2021]
Secondo lo studio “Selection on ancestral genetic variation fuels repeated ecotype formation in bottlenose dolphins”, pubblicato recentemente su Science Advances da un team internazionale di ricercatori guidato dall’università scozzese di St Andrews, antichi geni risalenti a 2 – 3 milioni di anni fa, prima dell’ultima era glaciale, potrebbero essere la chiave per la sopravvivenza di delfini tursiopi.
Questi geni avrebbero aiutato i tursiopi ad adattarsi a nuovi habitat attraverso cambiamenti nel comportamento e potrebbero essere il segreto della loro sopravvivenza e dell’espansione del loro areale».
I ricercatori ricordano che «Comprendere i processi che consentono alle specie di estendere i propri areali e adattarsi alle condizioni ambientali in un habitat di nuova disponibilità, come gli habitat costieri alla fine dell’ultima era glaciale, è una questione essenziale in biologia».
Questo nuovo studio ha studiato come il tursiope comune, un delfino longevo si sia ripetutamente adattato dall’essere una specie pelagica alla vita nelle acque costiere e ne è venuto fuori che «La chiave della loro capacità di adattarsi agli ambienti che cambiano nel corso delle generazioni sono i geni associati alle capacità cognitive e ai comportamenti alimentari, il che indica che la socialità dei delfini tursiopi li ha aiutati ad adattarsi e sopravvivere».
La principale autrice dello studio, Marie Louis, che al momento dello studio era visiting scholar all’università di St Andrews e che ora lavora per le univversità di
La Rochelle Université, Groningen e Copenhagen, spiega che «I vecchi geni hanno contribuito in modo importante alla capacità dei tursiopi di adattarsi ripetutamente alle acque costiere di tutto il mondo. Inoltre, molti dei geni coinvolti in questo ripetuto adattamento agli habitat costieri hanno ruoli nelle capacità cognitive e nell’alimentazione, suggerendo un ruolo del comportamento sociale nel facilitare la capacità dei tursiopi di adattarsi a nuove condizioni. La conservazione dei vecchi geni può quindi essere fondamentale per qualsiasi specie per far fronte all’attuale rapido cambiamento globale».
Per capire come il tursiope sia stato in grado di adattarsi ripetutamente alle acque costiere, il team di ricerca ha ri-sequenziato e analizzato l’intero genoma di 57 delfini costieri e pelagici provenienti da tre regioni: l’Atlantico settentrionale orientale, l’Atlantico settentrionale occidentale e il Pacifico settentrionale orientale e ha così scoperto che «Gli ecotipi pelagici e costieri dell’Atlantico e del Pacifico si sono evoluti indipendentemente, mentre quelli dell’Atlantico sono parzialmente correlati».
Scansionando i genomi alla ricerca di modelli di diversità e differenziazione genetica, il team ha scoperto che alcune regioni del genoma sono influenzate dalla selezione in tutte e tre le popolazioni costiere geograficamente distanti e quindi sono state robabilmente coinvolte nell’adattamento agli habitat costieri.
I ricercatori evidenziano che «Ancora più sorprendente è stato il fatto che queste regioni genomiche in fase di adattamento parallelo, e presenti a frequenza da bassa a intermedia nelle popolazioni pelagiche, fossero molto antiche». Uno degli autori dello studio, Andrew Foote della Bangor University e della Norges teknisk-naturvitenskapelige universite, conclude: «Il detto “vino vecchio in bottiglie nuove” si riferisce a vecchie idee riconfezionate come nuove. I nostri risultati suggeriscono che antichi geni riconfezionati nelle nuove generazioni di delfini tursiopi li hanno aiutati ripetutamente ad adattarsi alla vita nelle acque costiere di tutto il mondo».