Anche la Laguna di Venezia proposta nella Lista dei Patrimoni in pericolo dell’Unesco

Italia Nostra: è il riconoscimento di quanto sosteniamo da anni

[23 Giugno 2021]

Insieme alla Grande Barriera Corallina Australiana, il World Heritage Committee dell’Unesco  ha deciso di proporre al summit che si terrà dal 16 al 31 luglio in Cina l’inserimento della Laguna di Venezia tra i siti Patrimonio dell’umanità in pericolo.

Secondo l’Unesco, per le Grandi Navi «occorre urgentemente una soluzione di lungo periodo», che dia massima priorità all’ipotesi di «impedire totalmente l’accesso in Laguna, preferibilmente reindirizzandole verso porti più adatti nell’area». Il ministro della cultura Dario Franceschini ha confermato l’avvio della procedura Unesco: «Purtroppo la decisione dell’Unesco è nell’aria da tempo. E’ l’annuncio di una possibile decisione del Comitato Mondiale di metà luglio riguardo l’inserimento di Venezia nella lista del patrimonio in pericolo. Sarebbe una cosa molto grave per il nostro Paese. Credo che non ci sia più tempo per esitare».

Il Comitato italiano Unesco ha ricordato che «Tra le problematiche che affliggono Venezia e minacciano l’eccezionale valore universale riconosciuto dall’Unesco nel 1987, l’eccessivo numero di visitatori in relazione alla capacità della città e alla qualità di vita dei suoi residenti, la minaccia all’ecosistema della laguna rappresentata dal passaggio delle grandi navi, la mancanza di una visione d’insieme per la gestione del sito. Se il Comitato del Patrimonio Mondiale dell’Unesco deciderà di considerare Venezia sito in pericolo, l’Italia avrà la possibilità di presentare una proposta operativa al fine di ottenere una nuova valutazione nel 2022».

Italia Nostra esulta e ricorda che «Esattamente dieci anni dopo la prima delle molte lettere e dossier inviati da Italia Nostra all’Unesco, per chiedere di inserire Venezia e la sua Laguna nella lista dei siti in pericolo, finalmente l’Organizzazione mondiale prende seriamente in considerazione il passo. La bozza della decisione che sarà presa nell’incontro annuale del WHC (Unesco) in Cina fra un mese prevede proprio l’iscrizione nella Danger list. Si riconosce infine quanto Italia Nostra sostiene da decenni e cioè che lo Stato e le amministrazioni locali sono state incapaci di tutelare Venezia e la sua Laguna, anzi, che sia prevalso da tempo un atteggiamento di rapina e di sfruttamento di Venezia non arginato adeguatamente dalle autorità preposte».

L’associazione ambientalista evidenzia che «Il ministro Franceschini, che ha ben compreso come la notizia della ripresa del transito delle grandi navi per il cuore della città – rimbalzata su tutti giornali internazionali – sia stata deleteria per l’immagine dell’Italia, chiede di ripristinare il divieto. Purtroppo per lui (e per l’amministrazione comunale) il sito si chiama Venice and its Lagoon: Venezia e la Laguna sono una cosa sola per l’Unesco. Sin dalla sua iscrizione nella lista del patrimonio mondiale nel 1987 Whc e Unesco hanno decretato che le “bassure paludose … devono essere protette non meno dei palazzi e delle chiese” perché della storia di Venezia fanno parte».

Per questo, secondo Italia Nostra, «Spostare “temporaneamente” (con un progetto da 60 milioni!) le navi a Marghera facendole transitare per il Canale dei Petroli (vero killer della Laguna) significa aumentare il moto ondoso e dunque l’erosione e dunque la sparizione di metà dello stesso sito Unesco: la Laguna. L’unica soluzione al crocerismo è quella proposta da Italia Nostra: riconvertire la Marittima a una portualità di piccola stazza, non inquinante. E per Venezia è necessario uno statuto speciale (e un’autonomia amministrativa dalla fagocitante terraferma) che consenta misure energiche per fermare il genocidio culturale che sta facendo di Venezia, senza più abitanti, una ex città».