Alla Cites vincono gli elefanti: confermato il divieto di vendere avorio

E la Cina si impegna a proteggere la fauna selvatica a rischio estinzione

[28 Settembre 2016]

I delegati della 17esima Conferenza delle parti della Convention on international trade in endangered species of wild fauna and flora (Cites) in corso a Johannesburg hanno sconfitto un tentativo di  riprendere le vendite di avorio. Si tratta del cosiddetto Decision Making Mechanism (Dmm) del quale si sta discutendo da 8 anni e che era sostenuto da alcuni Paesi dell’Africa australe che puntavano a trovare il modo per far ripartire le vendite di avorio in un prossimo futuro

Ma la Cop Cites di Johannesburg ha respinto l’idea che aveva già aspramente diviso la Cop Cites dell’Aia del 2007. Nel 2008, alla ricerca di un compromesso tra gli Stati africani, era stata permessa una vendita di avorio  un una tantum a  Cina e Giappone, poi i Paesi che aderiscono alla Cites si erano accordati per una moratoria sulle proposte di nuove vendite almeno fino al 2017.

Un accordo fragile, che si basava sul fatto che il Dmm avrebbe permesso nel frattempo di trovare un modo efficace per permettere che le vendite di avorio legale. Ma negli ultimi 8 anni sono stati fatti pochissimi progressi e uil bracconaggio è esploso, quindi il problema del traffico di avorio africano è diventato l’elemento centrale di scontro alla Cop Cites di Johannesburg. I padroni di casa del Sudafrica, sostenuti da Namibia e Zimbabwe, hanno tentato di forzare la mano alla Conferenza proponendo l’adozione immediata di un Dmm, ma la Cop ha respinto la proposta decisamente: 76 voti contrari e solo 20 a favore, anche se il  nuovo sistema di voto elettronico adottato dalla Cites ha creato non poca confusione.

Patrick Omondi, n rappresentante del governo del Kenya alla Cites, è tra i vincitori e sottolinea: «Questo è un passo molto significativo verso la salvaguardia dell’elefante africano e siamo molto felici che la Cop abbia finalmente messo fine a questo Dmm. Eravamo molto preoccupati per questo processo perché stava mandando segnali sbagliati alle organizzazioni criminali, eravamo contrari e siamo felici».

Diverse associazioni ambientaliste parlano di un autogoal del Sudafrica: «Le dimensioni della maggioranza hanno sorpreso i sostenitori del commercio di avorio – ha detto a BBC News Robert Hepworth,  ex presidente del Comitato permanente della Cites e attualmente consulente dei campaigners della David Shepherd Wildlife Foundation – Credo che pensavano di ottenere un maggiore sostegno da una conferenza in Sudafrica, dopo tutto stanno giocando in casa, ma questo è tutto quello che in realtà hannoottenuto. E’  chiaro che l’escalation del bracconaggio nel corso degli ultimi 9 anni è stata decisiva. Quelli che hanno vinto sono gli argomenti a favore degli elefanti».

Alcuni osservatori sostengono che in realtà il voto cambia molto poco e che rappresenta più il risultato di una divisione sull’avorio e gli elefanti tra gli Stati africani. Ma molti Paesi stanno sostengono l’idea di una maggiore protezione per gli elefanti, mentre Namibia e Zimbabwe propongono un approccio più liberista per le vendite di avorio. Probabilmente alla fine entrambe le proposte saranno respinte e il Dmm tornerà come ipotesi per un futuro ancora più remoto a conclusione della Cop17 Cites.

Qualcuno ha anche fatto notare che tra i principali Paesi  che hanno votato contro il Dmm ce ne sono alcuni che hanno un trasso di bracconaggio tra i più alti e che stanno facendo pochissimo per fermare la rete dei trafficanti delle zoomafie. Proprio il Kenya, che ha capeggiato il fronte del no, sarebbe il Paese in cui più è transitato più avorio illegale nel corso degli ultimi 7 anni. Come ha detto un delegato alla BBC, «Gli elefanti potrebbero avere un maggiore beneficio se si ripulisse Mombasa [dai trafficanti, ndr], che da qualsiasi fine del Dmm».

Ma cosa dice il convitato di pietra di tutta questa discussione, la Cina dove finisce gran parte dell’avorio illegale e che è il terminale della rete internazionale dei trafficanti?   Liu Dongsheng, capo della delegazione cinese alla Cop17 Cites ha affermato che «La Cina, il più grande Paese in via di sviluppo del mondo, si è impegnata ad adempiere ai suoi obblighi verso la  Convention on international trade in endangered species of wild fauna and flora e si impegna nel miglioramento della legislazione nazionale, nell’applicazione delle leggi pertinenti, nella lotta contro i crimini della tratta degli animali, nella sensibilizzazione dell’opinione pubblica, nel rafforzamento delle capacità di protezione della vita selvatica e della cooperazione internazionale».

Selon Liu, «La Cina ha migliorato il suo sistema giuridico, comprese le leggi sui sistemi di allevamento della fauna, sulla protezione della fauna e della flora, così come sull’importazione ed esportazione di specie in via di estinzione. La protezione delle risorse è prioritaria. Anche la gestione e l’utilizzo dei prodotti della fauna e sono regolamentati e la sorveglianza è rafforzata. La Cina continua a condurre programmi essenziali di sviluppo della fauna, tra I quali delle riserve naturali e la conservazione delle risorse naturali della foresta. Gli impegni e gli sforzi della Cina nella protezione delle specie in via di estinzione a cominciato a dare i suoi frutti. La Cina ha vietato l’utilizzo del corno di rinoceronti, delle ossa di tigre e ha sospeso le importazioni di avorio. Il Paese ha organizzato delle azioni mirate per applicare la legge, il che ha inferto un duro colpo alle attività illegali e criminali, compreso il bracconaggio, il trasporto e il traffico dei prodotti della fauna. Noi insistiamo sulla sensibilizzazione dell’opinione pubblica e sull’organizzazione di attività commemorative importanti durante la celebrazione della Giornata mondiale della fauna. Queste attività sono organizzate nei porti di importazione ed esportazione. Vengono inviati anche dei messaggi di avvertimento per telefonia mobile per accrescere la sensibilizzazione del pubblico sulla conservazione. Anche internet e le agenzie turistiche sono stati mobilitati per attrarre l’attenzione dell’opinione pubblica sulla lotta contro il commercio illegale di specie selvatiche. La Cina fornisce anche aiuto per la conservazione della vita selvatica nel mondo».

Forse quella di Liu è una ricostruzione un po’ troppo ottimistica, ma anche Traffic  si è complimentata con Pechino per le importanti iniziative prese per impedire il traffico di prodotti di specie in pericolo. Steven Broad, direttore della coalizione tra Wwf e Iucn che si batte contro il traffico di specie protette, intervistato dall’agenzia ufficiale Cinese Xinhua alla Cop!7 Cites di Johannesburg, ha detto che «L’impegno della Cina per la preservazione delle specie animali e vegetali è incoraggiante. Traffic e il Word wildlife fund sono fortemente incoraggiati dall’impegno annunciato nel settembre scorso dal presidente cinese Xi Jinping di imporre un divieto alle importazioni di avorio. Dei progressi considerevoli sono stati ottenuti come conseguenza delle diverse misure messe in opera dalla Cina».

Traffic dice di aver notato «Degli sviluppi molto positivi» in un certo numero di settori riguardanti il traffico di prodotti animali, compresa la legislazione cinese, la ristrutturazione degli enti preposti, la gestione del commercio, del mantenimento dell’ordine, dei controlli e della cooperazione internazionale. Broad ha sottolineato che «Un gran numero di questi successi sono delle buone pratiche e dei modelli che li altri Paesi possono imitare».

Anche il segretario generale della Cites, John Scanlon, ha detto che «La Cina svolge un ruolo efficace a livello nazionale e internazionale per combattere il traffico dei prodotti della fauna. La Cina applica delle pene molto severe a livello nazionale e le persone riconosciute colpevoli di traffico di prodotti animali, in particolare di avorio, sono passibili di condanne al carcere molto lunghe». Scanlon si è complimentato con la Cina per il successo dell’Operazione Cobra ce ha preso di mira la criminalità internazionale del traffico di fauna selvatica e ha aggiunto che «Le misure di lotta condotte dalle autorità cinesi contro la corruzione hanno ugualmente avuto un impatto positivo nella lotta contro il traffico dei prodotti della fauna».

Se il mercato cinese dell’avorio avesse davvero una forte flessione sarebbe inutile ri-tirare fuori il Decision Making Mechanism per consentire la vendita di avorio e soprattutto il bracconaggio vedrebbe scomparire il suo mercato più vasto e probabilmente gli elefanti sarebbero davvero salvi.