Ripetute segnalazioni nei dintorni di Arezzo e in provincia di Siena

Alieni grigi sopra le nostre teste. Nuove popolazioni di scoiattoli americani in Toscana

A rischio gli scoiattoli rossi autoctoni, biodiversità e ambiente

[8 Luglio 2016]

Lo scoiattolo grigio orientale (Sciurus carolinensis) è considerato una delle 100 peggiori specie invasive del  mondo e nello studio  “Alien shades of grey: new occurrences and relevant spread of Sciurus carolinensis in Italy” pubblicato da un team di ricercatori italiani sull’ European Journal of Ecology,  si sottolinea che questa specie di origine americana sta attualmente sostituendo lo scoiattolo rosso euroasiatico (Sciurus vulgaris) autoctono  nella maggior parte del Regno Unito, così come in alcune aree dell’Irlanda e dell’Italia e che può anche danneggiare foreste e piantagioni di alberi, «Pertanto, la sua diffusione può essere deleteria per la biodiversità e l’ambiente», quindi è necessario individuare rapidamente le zone dove compare lo scoiattolo grigio.

Lo studio  del team guidato da Emiliano Mori, del dipartimento di scienze della vita dell’università di Siena, e che comprende anche Giuseppe Mazza e Mattia Menchetti (università di Firenze), Andrea Sforzi (Museo di storia naturale della Maremma), Rachele Amerini (Associazione Faunisti Veneti), Roberto Battiston (Musei Canal di Brenta) e Sandro Bertolino (università di Torino),  riporta per la prima volta, la presenza di nuove popolazioni di questa specie invasive in Toscana e alcuni aggiornamenti e  analisi sullo stato della specie invasiva in Veneto. I nuovi dati sulle presenze di scoiattoli grigi in Toscana sono state  raccolti attraverso citizen science, foto e  segnalazioni di scoiattoli grigi investiti lungo le strade e campionamenti di peli.  In Toscana Sono state effettuate indagini sul campo ad hoc  per confermare le ripetute segnalazioni  nei dintorni di Arezzo e in provincia di Siena.  I ricercatori dicono che questi dati probabilmente  possono riguardare  individui erratici o singoli fuggiti dalla cattività, ma sia in Toscana che in Veneto sono state rilevate popolazioni riproduttive e sono stati osservati giovani e/o femmine in allattamento.  Lo studio avverte che anche se la presenza di scoiattoli grigi in Toscana e Veneto «è ancora scarsa e localizzata», vista la presenza di Habitat boschivi favorevoli, «Sarebbe  necessaria una rapida rimozione degli animali per impedire la loro diffusione».

I ricercatori spiegano che «La competizione tra scoiattoli grigi e rossi è dovuta principalmente alla maggiore capacità della specie introdotta di sfruttare le risorse trofiche rispetto a quella nativa».  Gli scoiattoli grigi, a differenza dei rossi,  riescono a mangiare le ghiande acerbe con molto tannino e quindi riducono la possibilità per gli Sciurus vulgaris di accumulare ghiande nelle loro “dispense”. Inoltre gli scoiattoli grigi sono portatori di un Poxvirus, che colpisce gli scoiattoli rossi e possono trasmettere parassiti “alieni” ai loro cugini autoctoni.

Anche se in Italia i danni provocati dall’estirpazione della corteccia da parte degli scoiattoli grigi sembrano limitati, questa specie introdotta in Gran Bretagna e Irlanda ha provocato gravi danni all’industria del legname e della silvicoltura.  Ma rispetto alla rapida diffusione dei grigi in Gran Bretagna, la situazione italiana è ancora molto preoccupante, anche se l’espansione dell’areale dello scoiattolo alieno può minacciare lo stato di conservazione dello scoiattolo rosso in tutta Europa. Nel nostro Paese lo Sciurus carolinensis  è presente e diffuso  in Piemonte, Lombardia e Liguria, mentre sembra estinta – probabilmente dai gatti rinselvatichiti –  la popolazione introdotta a Villa Celimontana Roma. Dal 2003, una popolazione di scoiattoli grigi vive nei dintorni di Perugia, dove è in corso un progetto Life per la loro eradicazione, e dal 2012, sempre in Umbria, altri individui sono stati ripetutamente osservati nei dintorni di Città di Castello, minacciando ulteriormente le popolazioni appenniniche di scoiattolo rosso. In Veneto il primo avvistamento ufficiale di Sciurus carolinensis  risale al 2009 ad Abano Terme (Padova), vicino ai Colli Euganei, dove sono stati rimossi due individui. Nel 2013, sono stati ripetutamente osservati alcuni individui in Voltabarozzo (Padova), «Ma la distribuzione degli scoiattoli grigi in Veneto non è ancora del tutto definita – dicono i ricercatori –  Gli impatti di cui sopra sottolineano l’importanza di un costante aggiornamento dello stato di distribuzione dello scoiattolo grigio, dato che una volta che una specie aliena si è stabilita e si è diffusa, l’eradicazione e il controllo sono attività generalmente difficili da realizzare».

La prima osservazione dello scoiattolo grigio in Toscana risale al 2012, in provincia di Arezzo, dove si sono avute altre osservazioni nel 2014 e 2015. Secondo lo studio, «La riproduzione è stata accertata solo per le frazioni di Iesa (comune di Monticiano), dove sono stati rilevate almeno due cucciolate (S. Balucanti, osservazione personale) ed è stato raccolto un individuo immaturo ucciso da un gatto nel mese di settembre 2014». Individui morti (due da Iesa, uno da Quarata) sono attualmente conservati presso il Museo di Storia Naturale della Maremma, a Grosseto.

I ricercatori toscani spiegano che «La maggior parte delle osservazioni (75%) si sono verificate nei boschi decidui (principalmente querceti misti con Quercus cerris e Q. ilex come specie predominante) situati nelle immediate vicinanze di città e villaggi, mentre quattro individui sono stati osservati nelle aree urbane (parchi urbani o viali)».  A quanto pare, lo scoiattolo grigio è più diffuso in Veneto che in Toscana  dove ci sono osservazioni continue solo per la provincia di Siena (Comune di Monticiano), dove sono state  osservate  due cucciolate. Lo studio sottolinea che «La popolazione della provincia di Siena ha bisogno di indagini rapide, in quanto si trova in prossimità di aree protette di interesse conservazionistico (Riserva Naturale dell’Alto Merse, Riserva Naturale del Basso Merse, Riserva Naturale del Farma, e Riserva Statale di Tocchi), e in continuità con una vaste aree ricche di boschi». Inoltre, «La popolazione toscana può aumentare il rischio di diffusione in tutto l’areale appenninico, insieme a quella in espansione dall’Umbria».

Fortunatamente sia la popolazione toscana che quella veneta sono costituite da un  numero apparentemente piccolo di scoiattoli grigi, «ma situati in zone potenzialmente adatte per la loro espansione», quindi i piccoli nuclei descritti nello studio potrebbero congiungersi a  popolazioni più grandi, aumentando così il rischio di espansione dell’areale di questa specie invasiva verso nuove aree, il che sottolinea l’importanza di monitorare queste popolazioni e avviare piani di gestione/eradicazione: «Sarebbe auspicabile un intervento di rimozione rapida, per evitare un’ulteriore espansione di questa specie», come è successo nel Nord-ovest dell’Italia e nel Regno Unito. Le esperienze fatte finora dimostrano che l’eradicazione di piccole popolazioni isolate potenzialmente invasive può essere realizzata con pochi fondi ed energie, magari avvalendosi meglio e di più della citizen science, che rappresenta un metodo scientifico utile ed economico per ottenere dati sulla distribuzione delle specie, anche se poi richiedono la verifica puntuale degli esperti.