Riceviamo e pubblichiamo

A tutela della biodiversità nasce la Rete dei Parchi del centro-sud

Sottoscritto il Protocollo d’intesa tra Parco Nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise, Parco Nazionale dell’Appennino Lucano, Val d’Agri-Lagonegrese, Parco Nazionale del Pollino e Parco Nazionale della Sila

[22 Febbraio 2021]

La biodiversità e i servizi ecosistemici, nostro capitale naturale, sono conservati, valutati e, per quanto possibile, ripristinati, per il loro valore intrinseco nelle aree protette del Paese, perché possano continuare a sostenere in modo durevole la prosperità economica e il ben-essere umano nonostante profondi cambiamenti in atto a livello globale e locale.

La tutela e il mantenimento di ecosistemi sani aiuta a mitigare gli effetti estremi dovuti al clima e la qualità della vita del genere umano. Più genericamente si può dire che la presenza di una ricca varietà di specie in un ambiente ne aumenta la sua resilienza, ossia la sua capacità di ricostituirsi dopo avere subito uno stress.

I Parchi svolgono queste funzioni e ne studiano le variazioni al fine di evitare i tanti danni determinati da un’agricoltura, che invece di aumentare la biodiversità a causa dell’uso massiccio di poche varietà standard di sementi, sta diminuendo l’offerta variegata di una sana alimentazione.

Presso la sede della Camera di Commercio di Cosenza, lo scorso 15 febbraio 2021, è stato sottoscritto il Protocollo d’intesa tra il Parco Nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise, il Parco Nazionale dell’Appennino Lucano, Val d’Agri-Lagonegrese, il Parco Nazionale del Pollino e il Parco Nazionale della Sila. Oltre al Presidente della Camera di Commercio, Klaus Algieri, erano presenti, il Presidente Giovanni Cannata – Parco Abruzzo, Lazio, Molise, il Commissario Giuseppe Priore del Parco Lucano, Val d’Agri-Lagonegrese, il Presidente Domenico Pappaterra – Parco Pollino ed il Presidente Francesco Curcio – Parco Sila.

Tutti i partecipanti hanno condiviso la volontà di condurre una precisa azione per integrare ecologia ed economia con l’approccio della circolarità, al fine di  incentivare e promuovere la qualità ambientale con la certificazione del turismo sostenibile tramite la Carta europea del turismo nelle Aree protette,valutando i punti di forza locali, per ottenere una situazione di allocazione efficiente delle risorse, ricercando i più validi strumenti per il perseguimento di fini superiori, quali quello del recupero e della salvaguardia del nostro patrimonio ecologico,paesaggistico, artistico, storico e culturale.

“La Camera e i Parchi firmatari dell’accordo – sottolinea il presidente Algieri – condividono l’intento di rimarcare l’importanza e la necessità d’innescare percorsi di animazione territoriale di interesse, di svolgere eventi culturali, oltre che turistici, legati alla valorizzazione di tutte le risorse di beni e di luoghi, che favoriscano una stretta collaborazione tra tutte le istituzioni coinvolte, per programmare, in seguito, attività formative e di sviluppo socio economico e turistico, tese ad un fattivo sviluppo di produzione e diffusione artistico – culturale – ambientale. Grazie alla collaborazione dei Parchi e alla loro conoscenza delle potenzialità delle nostre zone interne, ci proponiamo di approvare al più presto, misure specificamente dirette a sostenere le imprese e i territori che ricadono nel loro perimetro, consapevoli dell’importanza del loro contributo alla crescita dell’intero meridione.”

Per il prof. Cannata, “si tratta di una cooperazione istituzionale che integra il ruolo dei parchi e quello delle Camere di Commercio, con le loro importantissime funzioni per l’economia dei territori e una grande responsabilità nel settore dell’ospitalità e del turismo. L’obiettivo è quello di lavorare insieme per la costruzione di una proposta di sviluppo comune fondata, contemporaneamente, sulla conservazione delle risorse naturali e sulla sostenibilità delle iniziative economiche, sociali e istituzionali locali.”

Dello stesso parere anche Giuseppe Priore, per il quale l’accordo riveste un aspetto ulteriore: “Nel parco Lucano, infatti – sostiene il commissario – si assiste alla presenza contradditoria di un importante giacimento petrolifero che rischia spesso di spostare il baricentro dell’attenzione in senso opposto a quello che è il più comune orientamento in tema di conservazione. La partecipazione all’accordo consente di mantenere vivo lo spirito che è proprio delle aree protette e di poter riprendere più agevolmente, si spera a breve, il cammino della loro valorizzazione, anche grazie all’appoggio del mondo produttivo rappresentato dalle Camere di Commercio.”

“La mission dei parchi si unisce a quella della Camere di Commercio – afferma il presidente Curcio – per dare valore ai territori attraverso un sistema in cui lo scambio di attività e di buone pratiche produca ricadute positive a favore delle popolazioni che vivono all’interno dei parchi, che nella tutela del patrimonio naturalistico e nel turismo sostenibile possono sicuramente trovare importanti occasioni di sviluppo.”

Come sottolinea il presidente Pappaterra “i parchi che hanno aderito all’accordo di oggi sono tra i più significativi e antropizzati in Italia e, in quanto tali, devono necessariamente affiancare alla loro missione di tutela e conservazione anche la necessità di far sopravvivere un sistema economico che altrimenti rischia di scomparire. Questo tipo di cooperazione tra istituzioni diverse rappresenta un messaggio al Paese: oggi che i temi dell’ambiente e della c.d. transizione ecologica assumono una centralità straordinaria, le aree protette italiane, e quelle del Sud in particolare, possono rappresentare un grande punto di riferimento sul quale costruire zioni di forte concretezza ma anche di grande crescita economica.”

Questa condivisa e rilanciata unità del “Sistema dei Parchi del Sud” rafforza il ruolo e la funzione di questi Enti che negli anni hanno saputo ergere un baluardo sulla tutela della Biodiversità e dei valori collegati all’attuazione della legge quadro sulle aree protette legata agli articoli 9 e 32 della costituzione italiana che guardava con lungimiranza al rapporto uomo e natura attraverso la tutela del paesaggio e della salute umana.

In questa direzione, la nuova transizione ecologica, che come ha dichiarato il presidente del Consiglio Draghi nel suo discorso alle camere “ va posta agli investimenti in manutenzione delle opere e nella tutela del territorio, incoraggiando l’utilizzo di tecniche predittive basate sui più recenti sviluppi in tema di Intelligenza artificiale e tecnologie digitali. Il settore privato deve essere invitato a partecipare alla realizzazione degli investimenti pubblici apportando più che finanza, competenza, efficienza e innovazione per accelerare la realizzazione dei progetti nel rispetto dei costi previsti.” Ed ancora “la transizione ecologica e digitale stanno da anni cambiando il mercato del lavoro e richiedono continui adeguamenti nella formazione universitaria. Allo stesso tempo occorre investire adeguatamente nella ricerca, senza escludere la ricerca di base, puntando all’eccellenza, ovvero a una ricerca riconosciuta a livello internazionale per l’impatto che produce sulla nuova conoscenza e sui nuovi modelli in tutti i campi scientifici. Occorre infine costruire sull’esperienza di didattica a distanza maturata nello scorso anno sviluppandone le potenzialità con l’impiego di strumenti digitali che potranno essere utilizzati nella didattica in presenza.”

I Parchi nazionali, sono strumenti di accelerazione di questi processi come laboratori a cielo aperto,  rappresentando come afferma la “Strategia nazionale della biodiversità “uno degli strumenti fondamentali ed irrinunciabili per le strategie di conservazione della biodiversità e dei processi ecologici del Pianeta. Negli ultimi anni, le politiche internazionali in materia di tutela della natura si sono arricchite di nuovi riferimenti concettuali ed operativi, di esigenze e di strategie, frutto di esperienze culturali, scientifiche e politiche che hanno aggiornato la missione delle aree protette, rendendola più funzionale e moderna rispetto ai target di conservazione della biodiversità a cui si aggiungono e si integrano altri importanti obiettivi quali la lotta alla povertà ed un reale sviluppo sostenibile.”

Le aree protette debbono quindi unire al loro obiettivo primario ed irrinunciabile di laboratori per la conservazione e l’aumento della biodiversità, servizi aggiuntivi ed integrativi attraverso lo sviluppo di attività sostenibili dal punto di vista ambientale, economico e sociale. L’efficacia delle aree protette è collegata all’appoggio che esse riscuotono presso le comunità locali che vivono al loro interno o che comunque dipendono da esse, nonché dagli altri portatori di interesse a tutti i livelli (locali, nazionali, regionali, globali).

Come accennato negli indirizzi di governo per il Next Generation EU, questo approccio  significa implementare la terza missione dell’Università e la sua funzione di servizio al territorio a partire proprio dalle Aree protette nazionali,  che richiedono una fondamentale integrazione di personale qualificato e mirato alle nuove professioni per invertire ed accelerare la cosiddetta “transizione ecologica” verso la primaria azione della tutela della biodiversità e di sostegno alle imprese green nelle Aree economiche ambientali ormai innovazione acclarata e normata delle Aree protette del Paese.

Implementare la cultura delle aree protette nella nuova dimensione di “Aree economiche ambientali”,  significa estendere il valore della sostenibilità nelle azioni previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per cogliere la grande occasione del Next Generation EU e rendere l’Italia un Paese più equo, verde e inclusivo, con un’economia più competitiva, dinamica e innovativa.

di Domenico Nicoletti*

*Segretario Osservatorio Europeo del Paesaggio di Arco Latino – Direttore del Parco Nazionale dell’Alta Murgia e del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano, Val d’Agri-Lagonegrese.