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Voto Usa, è ormai solo uno sbiadito ricordo l’ambientalismo di Robert Kennedy Jr

Il candidato indipendente, nominato da Time tra gli “Eroi per il pianeta” per le sue battaglie legali per la protezione dei fiumi, ora appoggia Trump in diversi Stati chiave e definisce l’eolico offshore «una catastrofe che bisognerebbe fermare»
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Ormai è chiaro che c’è soltanto un candidato, in America, che può portare avanti le battaglie per contrastare la crisi climatica: Kamala Harris che, non a caso, ha incassato un inedito endorsement da parte della prestigiosa Scientific American. Se Donald Trump dice che «ci sono dei fessi che parlano di riscaldamento globale, quando è semplicemente il meteo che è così», un altro personaggio su cui le sigle ambientaliste statunitensi avevano in parte puntato si sta rivelando tutt’altro che un fautore della transizione green. Stiamo parlando di Robert F. Kennedy Jr., che dopo aver abbandonato le primarie democratiche ed essersi candidato come indipendente, non solo il 23 agosto si è ritirato dalla corsa in alcuni Stati chiave dichiarando che sosterrà Trump, ma sta facendo diventare un lontano e sbiadito ricordo quel RFK Jr. che la rivista Time aveva nominato tra gli “Eroi per il pianeta” per le battaglie legali portate avanti a favore dell’ambiente, l’impegno contro le centrali elettriche a carbone e il suo sostegno negli anni 90 al movimento Riverkeeper per il ripristino del fiume Hudson. 

Ma il sostegno a Trump non sorprende chi negli Stati Uniti ha studiato a fondo la carriera di questo candidato indipendente, che fatti salvi alcuni Stati in bilico correrà comunque in una trentina di circoscrizioni chiamate al voto del 5 novembre. Il sito statunitense Inside climate news ricorda che una ventina di anni fa Robert Kennedy Jr ha svolto un ruolo di primo piano nell’affossare il progetto di realizzazione di un parco eolico offshore a Nantucket Sound, non lontano dalla tenuta di Cape Cod della sua famiglia. La vicenda della «feroce opposizione di Kennedy», viene così riportata: «Quanto avvenuto ha ritardato di oltre 20 anni l’energia eolica offshore negli Stati Uniti», ha affermato Jim Gordon, ex amministratore delegato di Cape Wind, la società che ha tentato di realizzare il progetto Nantucket Sound. Gordon ha detto che Kennedy era spesso la voce più forte e combattiva di un’opposizione al progetto ben finanziata». 

Ora che sono passati circa venti anni e che Kennedy ha deciso di sostenere Trump, un candidato che spesso prende in giro l’energia eolica, Inside climate news ha interpellato il figlio 70enne di Bob Kennedy e il nipote di Jfk circa questo ruolo che potrebbe aver svolto nel ritardare significativamente una delle fonti più promettenti di energia rinnovabile negli Stati Uniti. E la risposta di RFK Jr è stata: «Beh, se l'ho fatto, ne sono molto felice perché l’eolico offshore è stato una catastrofe. Dovrebbe essere smantellato. Non ha senso».

Varie sigle ambientaliste che un tempo vedevano in Robert F. Kennedy Jr un punto di riferimento ora si dicono scoraggiate, leggendo le sue recenti dichiarazioni sulla transizione e non solo (durante la pandemia, RFK Jr ha portato avanti una battaglia contro i vaccini anti-Covid). «L’intera storia mi rende profondamente triste», ha detto l’attivista per il clima e autore di diversi libri di settore Bill McKibben. «Non so se sia iniziato con la roba del vaccino o se è iniziato con il fatto che non voleva guardare le turbine eoliche al largo di Cape Cod, ma a un certo punto ha iniziato questa scivolata apparentemente implacabile verso qualcosa di molto, molto diverso da quello che era stato». McKibben ha ricordato che Kennedy soffriva di un parassita cerebrale nel 2010 e si è chiesto se ciò possa aver avuto un ruolo nel suo cambiamento di visione sull’eolico offshore e altre questioni. Kennedy ha detto di essersi ripreso dal parassita e che quella brutta vicenda non ha avuto effetti collaterali. «Avrebbe potuto usare il suo nome e la sua piattaforma per aiutare davvero la spinta iniziale per l’energia rinnovabile», ha aggiunto McKibben. «Avrebbe potuto farlo dicendo, sai, 'Che onore poter partecipare a questo, nel posto che amo'. E invece ha fatto esattamente il contrario».

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.