Materie prime alimentari, Fao: «Prezzi stabili, importazioni valgono 986 miliardi di dollari»

Pubblicato il nuovo rapporto sulle prospettive di settore, determinante l’aumento degli stock

[3 Giugno 2016]

I mercati delle materie prime alimentari sono su un percorso stabile per il prossimo anno, con solide prospettive di produzione e scorte abbondanti che puntano ad un risultato sostanzialmente stabile per i prezzi e per le forniture, secondo il rapporto semestrale della Fao Prospettive alimentari, pubblicato ieri.

Prezzi alimentari inferiori rispetto allo scorso anno indicano che la fattura globale delle importazioni alimentari potrebbe quest’anno scendere a 986 miliardi di dollari – sotto i mille miliardi di dollari per la prima volta dal 2009 – anche se dovesse crescere il volume commerciale. La produzione di grano nel 2016 supererà l’utilizzo per il quarto anno consecutivo, facendo aumentare le scorte del cereale più importante ad un picco mai raggiunto negli ultimi 15 anni, con le maggiori impennate in Cina e negli Stati Uniti.

Il consumo totale di grano in realtà diminuirà leggermente, poiché molti agricoltori in tutto il mondo ricorreranno al mais per nutrire il bestiame. Questa è una scelta sempre più popolare in Cina, dove si prevede che la decisione del governo di ridurre le riserve di mais farà aumentare il consumo dei cereali secondari.  L’iniziativa della Cina dovrebbe avere importanti effetti anche sui mercati internazionali, portando a un forte calo della domanda di orzo e di sorgo. La diminuzione del commercio internazionale potrebbe intensificare la concorrenza tra i maggiori esportatori secondo la Fao. La decisione di rilasciare le scorte governative potrebbe anche influenzare il prezzo del riso, che ha cominciato a stabilizzarsi verso la fine del 2015, dopo un calo prolungato, ed ha perfino iniziato a risalire nel mese di maggio.

I prezzi dei prodotti latto-caseari rimarranno deboli, mentre i prezzi dei prodotti ittici sembrano avviati a rimanere contenuti a causa della vivace produzione dell’acquacoltura. La produzione di carne in generale si pensa rimanga stabile, anche se quella di pollame – in gran parte per l’esportazione – si prevede crescerà.

Sono presenti spinte al rialzo per i prezzi degli oli vegetali poiché la produzione di soia in Sud America e di olio di palma nel sud-est asiatico hanno subito pesanti perdite a causa di El Niño e le prospettive di produzione si sono deteriorate. La produzione mondiale di olio di palma secondo la Fao per la prima volta in 18 anni dovrebbe calare.

Ieri è stato anche pubblicato l’Indice aggiornato dei prezzi alimentari della Fao, che a maggio per il quarto mese consecutivo è salito, in crescita del 2,1% dallo scorso aprile attestandosi a 155,8 punti – ancora circa un 7% al di sotto del livello riportato un anno fa.  I prezzi sono aumentati in tutto l’Indice – un indice ponderato su base commerciale che monitorizza i prezzi di cinque principali gruppi di materie prime alimentari sui mercati internazionali: cereali, oli vegetali, prodotti lattiero-caseari, carne e zucchero – con l’eccezione degli oli vegetali, che sono diminuiti dopo il forte rialzo registrato nel mese di aprile. Ha guidato l’incremento dell’Indice Fao, il prezzo dello zucchero, in aumento dell’11,7% rispetto al mese precedente, conseguenza del deteriorarsi delle prospettive di produzione in India, il secondo produttore a livello mondiale.

La Fao ha inoltre alzato le sue previsioni sulla produzione cerealicola mondiale per il 2016 portandole a 2.543 milioni di tonnellate, appena uno 0,7% al di sotto del livello record del 2014. Il nuovo dato sulla produzione riportato nel Bollettino Fao sull’offerta e la domanda mondiale di cereali è di 17 milioni di tonnellate superiore a quello registrato a maggio, riflettendo revisioni al rialzo per il frumento e il mais nei principali paesi produttori. L’utilizzo di cereali a livello mondiale si prevede sarà di 2.546 milioni di tonnellate per l’anno commerciale, una lieve riduzione rispetto alle proiezioni di maggio.  Allo stesso tempo, le previsioni per le scorte di cereali a livello mondiale sono aumentate e portate a 642 milioni di tonnellate – meno di due milioni di tonnellate inferiori rispetto al loro livello più alto, guidato da una revisione storica dell’inventario di grano in Cina.