Nei giorni scorsi si è tenuto il “2° Parlamento rurale dei Balcani”

L’integrazione europea passa (anche) dallo sviluppo rurale nei Balcani

Campagne dimenticate, arretratezza e povertà si scontrano con la dipendenza dall’agricoltura come fonte di reddito considerevole

[25 Giugno 2021]

Quello dell’economia rurale è un settore importante per i Balcani occidentali che, nonostante tradizioni e pratiche agricole potenziali, spesso presenta tante difficoltà. Campagne dimenticate, arretratezza e povertà si scontrano con la dipendenza dall’agricoltura come fonte di reddito considerevole.

Occorrerebbe quindi prendere in maggiore considerazione il bisogno di migliorare le condizioni di vita e di lavoro per agricoltori e cittadini, garantendo la parità di genere e non dimenticando i problemi legati alla sicurezza e alla qualità dei prodotti alimentari, oltre che fermandosi a riflettere anche sulle sfide ambientali.

In breve, il settore dell’economia rurale non gode oggi di grossi vantaggi. A queste problematiche, si aggiungono poi tutta una serie di conseguenze anche a livello sociale. Si pensi a coloro che son costretti a vivere o in condizioni di estrema povertà e marginalità o, come molto spesso accade, a emigrare.

È quindi necessario impegnarsi in attività alternative per rispondere all’esodo rurale, rafforzando tanto il tessuto economico quanto quello sociale.

Esistono però progetti e programmi avanzati e lungimiranti. Ne è esempio il “2° Parlamento rurale dei Balcani”, organizzato dalla Rete balcanica per lo sviluppo rurale (Brdn), con il sostegno finanziario di SwgRegional rural development standing working group in south eastern Europe, tenutosi il  15 e 16 giugno 2021a Ohrid, nella Macedonia del Nord.

In questa occasione si sono riuniti in presenza più di 60 diversi stakeholder delle aree rurali dei sei Paesi dei Balcani occidentali: Albania, Bosnia Herzegovina, Croazia, Kosovo, Macedonia del Nord e Serbia; a questi si sono aggiunti online rappresentanti della società civile, autorità di gestione dei Paesi dei Balcani occidentali, governi nazionali e alcuni donatori. All’incontro ha partecipato anche Cospe come membro dell’Albanian network of rural development – Anrd, con Rozeta Gradeci come rappresentante per Cospe in Albania.

Il programma dei due giorni è stato arricchito con visite sul campo organizzate nell’area circostante di Ohrid e Struga. L’obiettivo di questi appuntamenti è stato quello di entrare in relazione con le best practices che interessano il turismo rurale nella regione, ascoltando alcune storie locali di successo.

I paesi dei Balcani occidentali stanno attraversando un lungo percorso di trattative up and down sul processo di allargamento dell’Ue, e lo sviluppo rurale ha un ruolo molto importante nei processi di adesione.

Eventi di questa portata rafforzano infatti la fiducia reciproca tra le persone e tra queste e le istituzioni a livello nazionale ricordando che, ancora più direttamente, sono un potenziale nodo d’accordo tra i Balcani occidentali e l’Unione europea nella speranza si costruire partenariati paritari.

Il settore rurale ha bisogno infatti di essere sviluppato e poi valorizzato in maniera multidimensionale, sia con le risorse sia con le capacita umane locali. 

Cospe ha lavorato a Scutari e Lezha, fino al febbraio 2020 con il progetto Alleanza per lo sviluppo e la valorizzazione dell’agricoltura familiare nel Nord Albania”.  La sfida è stata quella di garantire l’aumento della sovranità alimentare, promuovendo uno sviluppo socio-economico sostenibile nelle comunità rurali. Si è cercato di valorizzare i saperi tradizionali, le produzioni tipiche locali e il ruolo delle donne all’interno dell’economia rurale, con un supporto fornito alle aziende agricole familiari.

di Cospe per greenreport.it