Il deposito globale dei semi alle Svalbard custodirà altre 750 antiche sementi

Saranno preservate varietà di patate ritenute perdute anche dalle popolazioni andine che le avevano introdotte

[27 Agosto 2015]

Alcune varietà di una delle più importanti colture di base al mondo saranno oggi conservate per l’eternità nel profondo dei ghiacci artici.  Il direttore generale della Fao, José Graziano da Silva, insieme ad esperti scientifici e delegazioni provenienti dal Perù, dalla Costa Rica e dalla Norvegia assisterà questo pomeriggio a una cerimonia che aiuterà a preservare queste colture vitali per la generazioni future.

Il deposito si trova nello Svalbard Global Seed Vault, (Deposito sotterraneo globale dei semi di Svalbard, N.d.T.), la più importante banca fitogenetica del mondo, una struttura di back-up nel permafrost a nord del Circolo Polare Artico, che attualmente conserva oltre 860.000 semi di colture alimentari provenienti da tutto il mondo. Il suo funzionamento è co-finanziato dalla Global Crop Diversity Trust, la cui missione è conservare la diversità delle colture del pianeta per la sicurezza alimentare delle generazioni attuali e future, e dal governo della Norvegia.

I rappresentanti delle comunità andine indigene che hanno lavorato insieme per stabilire il Parque de la Papa a Cusco, in Perù, depositeranno 750 sementi di patata. I semi sono il risultato di progetti di condivisione dei benefici sostenuti dal Trattato internazionale per le risorse fitogenetiche per l’alimentazione e l’agricoltura della Fao. Gli agricoltori saranno affiancati da scienziati del Centro per la ricerca agricola dell’università della Costa Rica, che aggiungerà anche parenti selvatici delle patate per la più grande collezione di agro-biodiversità del mondo.

La patata ha avuto origine nelle Ande in Sudamerica. Nel corso dei secoli, i contadini andini ne hanno coltivate oltre 2.000 varietà di tutte le forme, colori e dimensioni. In aggiunta, ci sono decine di parenti selvatici della patata dall’Uruguay all’Arizona. La patata è oggi il terzo cibo più consumato al mondo, e nutre ogni giorno più di un miliardo di persone. Questo notevole tubero, a basso contenuto di grassi ma ricco di proteine, calcio e vitamina C, è coltivato in tutti i continenti.

Tuttavia, il cambiamento climatico e malattie come la peronospora della patata – che ogni anno provoca circa 8,5 miliardi di dollari di perdite nel mondo in via di sviluppo da solo – rappresentano una sfida significativa per questa inestimabile risorsa naturale, così come la modernizzazione del settore agricolo e i cambiamenti nell’uso del territorio. Molte varietà di patate sono andate perdute negli ultimi decenni, sia per le comunità andine da cui hanno avuto origine, che per l’umanità intera.

Come risposta a queste sfide, una coalizione di partner locali, regionali e internazionali hanno unito le forze per reintrodurre la coltivazione di molte varietà di patata, e preservare queste vitali risorse genetiche vegetali in banche genetiche. Il Centro internazionale della patata (Cip) in Perù, che ospita la più grande collezione di patate al mondo, è al lavoro per preservare e reintrodurre la diversità delle patate, in collaborazione con iniziative locali e regionali in tutto il mondo. Lavorando insieme alla Asociación Andes-Iied e al Parque de la Papa, il Cip ha portato dal 2002 più di 400 tipi di patate alle comunità indigene.

La condivisione di tali risorse fitogenetiche all’interno dei confini nazionali è facilitata dal Trattato internazionale per le risorse fitogenetiche per l’alimentazione e l’agricoltura. Il trattato, ospitato dalla Fao, opera attraverso un sistema multilaterale di accesso e condivisione dei benefici che aiuta a far sì che gli agricoltori e i ricercatori abbiano accesso a una grande varietà di semi e di materiale fitogenetico e a una congrua parte dei vantaggi derivanti dalle eventuali nuove varietà che ne derivano. L’informazione genetica contenuta in molte varietà di colture e piante selvatiche aiuta lo sviluppo di nuove colture di rapida crescita, ad alto rendimento – così come pure di varietà più resistenti al calore, alla siccità, alla salinità, ai parassiti e alle malattie, tutti elementi critici dovuti al riscaldamento globale.
Ad esempio, con il finanziamento del Fondo di Condivisione dei Benefici del trattato, e un ulteriore sostegno dal Crop Trust, gli agricoltori coinvolti nel Parque de la Papa hanno imparato a impollinare le loro patate e raccoglierne i semi per la conservazione. Alcuni dei semi sono stati utilizzati per sviluppare nuove varietà per sfamare le loro comunità, mentre altri sono stati preparati e spediti alle Svalbard per il deposito di oggi.

Alle 17:50 di oggi, ora locale, il direttore generale della Fao, José Graziano da Silva, e i depositanti dal Perù e dalla Costa Rica saranno accolti da Marie Haga, Direttore Esecutivo del Crop Trust, e da Hanne Maren Blaafjelldal, sottosegretario di stato al ministero dell’Agricoltura e dell’alimentazione norvegese e scortati in profondità nella faglia di stoccaggio sotterraneo per il deposito.

Fondato dieci anni fa dalla FAO e dal Gruppo consultivo per la Ricerca Agricola Internazionale (Cgiar), il Crop Trust è l’organizzazione internazionale dedicata esclusivamente alla salvaguardia della diversità delle colture del mondo. A tal fine, sta cercando di raccogliere un totale di 500 milioni di dollari, che garantirà la manutenzione e la disponibilità delle principali collezioni internazionali di piante di importanza fondamentale per il nostro approvvigionamento alimentare, tra cui quello del Cip.

La Norvegia è uno dei più grandi sostenitori del lavoro del Crop Trust. Attualmente finanzia un progetto di 10 anni che cerca di salvaguardare i parenti selvatici delle più importanti colture alimentari. Ed è proprio grazie al generoso sostegno del popolo e del governo norvegese che il Seed Vault è diventato realtà.
Dal 2006 al 2011, mentre era a capo dell’Ufficio regionale della FAO per l’America Latina, Graziano da Silva ha sostenuto attivamente le iniziative di conservazione delle colture, tra cui il Parque de la Papa. Oggi, quattro anni più tardi, e a molte miglia dalle Ande, supervisionerà il deposito dei semi che custodirà la biodiversità delle patate per il futuro.

La combinazione di conservazione in situ, sul campo, comprese le banche di semi delle comunità, con quella ex situ, in banche genetiche internazionali – che unisce tradizione secolare con la ricerca scientifica più avanzata – chiude il cerchio. Gli agricoltori locali che coltivano varietà che si temeva fossero andate perdute, condividono la variegata collezione di patate – questo bene comune globale – con il mondo, assicurandosi che le copie di backup siano conservate in modo sicuro nella tundra artica delle Svalbard così che essi non le potranno mai più perdere.

«Tra pochi decenni – ha commentato José Graziano da Silva, direttore generale della Fao – i sistemi alimentari del nostro pianeta dovranno alimentare 2 miliardi di persone in più. Produrre più cibo – e più nutriente sarà reso ancora più arduo a causa del cambiamento climatico.  La biodiversità agricola – come quella racchiusa dentro i semi di patata che vengono oggi depositati qui – è essenziale per affrontare queste sfide, aiutando a sviluppare colture migliori e più resistenti».

di Fao