Il cibo del futuro è sulla tavola (di confronto) dei giovani

Dadone: «Dare ai giovani la possibilità di esprimere direttamente la propria opinione». Avviata la consultazione online

[16 Luglio 2021]

Si corre oggi su due strade diverse e contrarie. Chi ha da tempo mosso i piedi per accaparrarsi l’allettante mercato del cibo e dividersi le fette della torta si confronta con chi, dall’altro lato, cerca soluzioni contro il cibo del futuro e a difesa del nostro pianeta. Agricoltura sostenibile, nuovi modelli di sviluppo e parità di accesso alle risorse sono le proposte con le quali la società civile, tanti enti del Terzo settore e singoli cittadini rispondono alla produzione, distribuzione e consumazione di massa.

Sicurezza alimentare e sicurezza ambientale si intrecciano infatti più di quanto pensiamo e, su questo sfondo, è necessario interrogarsi e trovare soluzioni innovative per garantire cibo accessibile, sufficiente, sicuro e sostenibile per tutti, riducendo i danni alla biodiversità, l’inquinamento e gli sprechi. Bisognerebbe impegnarsi nel quotidiano per lasciare il pianeta più vivibile alle nuove generazioni ed è da questa consapevolezza che, secondo la ministra per le Politiche Giovanili, on. Fabiana Dadone, si deve partire.

In occasione del Forum mondiale sull’alimentazione la ministra, supportata dal dipartimento per le Politiche giovanili e dal Servizio civile universale e dell’Agenzia nazionale giovani, ha infatti avviato una consultazione pubblica sui temi dell’alimentazione sostenibile, raggiungibile online sul portale www.giovani2030.it (qui per partecipare https://giovani2030.it/iniziativa/wff-survey/, fino al 20 luglio).

“Ritengo opportuno, per una materia così importante e vitale, dare ai giovani la possibilità di esprimere direttamente la propria opinione. In quest’ottica le iniziative Onu del Forum mondiale sull’alimentazione (World food forum) e del summit sui sistemi alimentari (UN’s food systems summit – Unfss) rappresentano occasioni preziose per coinvolgerli proattivamente” dichiara la ministra, aggiungendo che “con questo obiettivo, ho inteso promuovere, con il supporto del Dipartimento per le politiche giovanili e del servizio civile universale, una consultazione ad hoc […] Le ragazze e i ragazzi saranno chiamati ad esprimere le loro preferenze rispetto a cinque quesiti e avranno la possibilità di formulare proposte di nuove soluzioni attraverso risposte aperte”.

Tra i cinque temi caldi dell’indagine l’accesso ad alimenti nutrienti e sicuri per tutti, il consumo sostenibile, la produzione con impatto positivo sull’ambiente, i mezzi di sussistenza e uguaglianza e la resilienza. L’esito della consultazione sarà il contributo dell’Italia ad un più ampio processo al quale, in questi mesi, stanno lavorando cittadini, organizzazioni pubbliche e private di tutto il mondo e che culminerà nell’evento organizzato dal Wff a Roma dal 1° al 5 ottobre 2021, con la partecipazione di rappresentanti dei Governi e dei vertici delle Nazioni Unite.

Anche i ragazzi e le ragazze del Servizio civile universale in forza a Cospe, quest’anno, aderiscono all’iniziativa.

Fermarsi a cambiare i modi in cui i sistemi agroalimentari controllano e condizionano il nostro mondo è ad oggi essenziale. Questi, colpiti da conflitti, cambiamenti climatici, disastri economici e naturali, possono ancora funzionare e recuperare la loro forza ma per farlo è il caso di fare i conti con quel che abbiamo attorno e ripartire con nuove proposte e altrettante conoscenze messe a confronto dalle menti più giovani, e non solo.

di Cospe per greenreport.it

COSPE si impegna, attraverso una conversione ecologica e sociale, a restituire alla terra la sua centralità, per cambiare il modo di produrre e consumare cibo, rimettendo al primo posto la salute degli eco-sistemi, delle economie locali, delle persone, e valorizzando tutti i servizi e le opportunità che un territorio ben conservato può offrire alla tutela dell’ambiente e allo sviluppo. COSPE, in occasione della giornata della Terra, lo scorso 22 aprile, ha anche aderito all’appello “Fermare ed invertire il degrado del suolo: una priorità per il Green Deal Europeo”, con una rete di venti associazioni della società civile dell’Unione europea, consapevoli che si arriva alla tavola partendo dalla terra.