Entro il 2100 il numero delle aziende agricole del mondo dimezzerà e raddoppieranno di dimensione

E non sarà un bene per la biodiversità e i sistemi alimentari

[16 Maggio 2023]

Lo studio “Likely decline in the number of farms globally by the middle of the century”, pubblicato su Nature Sustainability da Zia Mehrabi del The Better Planet Laboratory, e del Mortenson Center for Global Engineering and Resilience dell’università del Colorado – Boulder, dimostra che «Il numero di aziende agricole a livello globale si ridurrà della metà poiché la dimensione delle aziende agricole medie esistenti raddoppierà entro la fine del XXI secolo, ponendo rischi significativi per i sistemi alimentari mondiali».

Si tratta del primo studio a tracciare e prevedere il numero e le dimensioni delle aziende agricole anno dopo anno, dagli anni ’60 fino al 2100 e dimostra che «Anche le comunità rurali dipendenti dall’agricoltura in Africa e in Asia subiranno un calo del numero di aziende agricole operative».

Zia Mehrabi spiega: «Osserviamo un punto di svolta dalla creazione di aziende agricole diffuse al consolidamento diffuso a livello globale, e questa è la traiettoria futura in cui si trova attualmente l’umanità. Le dimensioni dell’azienda agricola e il numero di aziende agricole esistenti sono associate a risultati ambientali e sociali chiave».

Per valutare lo stato globale dell’agricoltura, Mehrabi ha utilizzato i dati della Fao sulla superficie agricola, il PIL pro capite e la dimensione della popolazione rurale di oltre 180 Paesi, ricostruendo prima l’evoluzione del numero di aziende agricole dal 1969 al 2013 e poi proiettando quei numeri fino al 2100 e la sua analisi ha rilevato che «Il numero di aziende agricole nel mondo scenderà da 616 milioni nel 2020 a 272 milioni nel 2100». Un motivo fondamentale di questo calo è che «Man mano che l’economia di un Paese cresce, più persone migrano verso le aree urbane, lasciando meno persone nelle aree rurali a prendersi cura del terra».

Un fenomeno ben conosciuto negli Stati Uniti e nell’Europa occidentale, dove da decenni è in atto un calo del numero di aziende agricole e un aumento delle dimensioni delle aziende agricole. I  dati più recenti  del Dipartimento dell’agricoltura Usa indicano che nel 2022 c’erano 200.000 aziende agricole in meno rispetto al 2007.

Lo studio di Mehrabi indica che «Un punto di svolta dalla creazione di aziende agricole al consolidamento diffuso inizierà a verificarsi già nel 2050 nelle comunità di Asia, Medio Oriente, Nord Africa, Oceania, America Latina e Caraibi. L’Africa subsahariana seguirà lo stesso corso più avanti nel secolo». E dimostra che «Anche se la quantità totale di terreni agricoli non cambierà in tutto il mondo nei prossimi anni, meno persone possederanno e coltiveranno la terra disponibile».

Un trend che potrebbe minacciare la biodiversità proprio in un momento in cui  la conservazione della biodiversità dovrebbe essere al primo posto. Mehrabi conferma: «Le aziende agricole più grandi in genere hanno meno biodiversità e più monocolture. Le aziende agricole più piccole in genere hanno più biodiversità e diversità delle colture, il che le rende più resistenti alle epidemie di parassiti e agli shock climatici».

Ma è a rischio anche l’approvvigionamento alimentare. Lo studio “How much of the world’s food do smallholders prodiduce?” pubblicato nel 2018 su Global Food Security  da un team di ricercatori di cui faceva partei Mehrabi   mostra che «Le fattorie più piccole del mondo costituiscono solo il 25% dei terreni agricoli del mondo, ma raccolgono un terzo del cibo mondiale».

Inoltre, meno fattorie significano meno agricoltori che possono portare con sé preziose conoscenze indigene risalenti a secoli fa. Man mano che le aziende agricole si consolidano, questa conoscenza viene sostituita da nuove tecnologie e meccanizzazione.

Mehrabi  evidenzia: «Proprio come un portafoglio di investimenti diversificato ha prestazioni migliori di uno che non è diversificato, avere diversità nel portafoglio di fonti alimentari mondiali è vantaggioso a lungo termine. Se stai investendo nei sistemi alimentari odierni con circa 600 milioni di aziende agricole nel mondo, il tuo portafoglio è piuttosto vario. Se c’è un danno in un’azienda agricola, è probabile che l’impatto sul tuo portafoglio sarà calcolato in media con il successo di un’altra. Ma se riduci il numero di aziende agricole e ne aumenti le dimensioni, l’effetto di quello shock sul tuo portafoglio aumenterà. Stai correndo più rischi».

Ci sono anche aspetti positivi all’ampliamento delle aziende agricole: lo studio sottolinea che «Il consolidamento nell’agricoltura può portare a una migliore produttività del lavoro e alla crescita economica con una forza lavoro più ampia nell’occupazione non agricola e migliori sistemi di gestione».

Per Mehrabi, «Uno dei maggiori vantaggi del consolidamento delle aziende agricole è il miglioramento delle opportunità economiche per le persone e la possibilità di scegliere il proprio percorso professionale all’interno del nostro settore agricolo e al di fuori». Ma quei futuri lavoratori agricoli potrebbero aver bisogno di maggiore sostegno perché negli Usa i tassi di suicidio nel settore agricolo sono tra quelli più alti per occupazione.

Mehrabi conclude: «Attualmente, abbiamo circa 600 milioni di fattorie che nutrono il mondo e portano sulle loro spalle 8 miliardi di persone. Entro la fine del secolo, probabilmente avremo la metà del numero di agricoltori che sfameranno ancora più persone. Dobbiamo davvero pensare a come possiamo disporre di sistemi educativi e di supporto per sostenere quegli agricoltori. Spero che, aumentando la consapevolezza dei trend agricoli globali, la mia analisi porti a politiche che garantiscano la conservazione della biodiversità, mantengano la resilienza climatica, preservino la conoscenza indigena e forniscano incentivi per migliorare l’economia rurale nei Paesi di tutto il mondo».