Rimettere in carreggiata l’obiettivo Fame zero in seguito alla pandemia Covid-19

E’ nata la Food Coalition, proposta dall’Italia e guidata dalla Fao

Un’alleanza globale per migliorare l’accesso al cibo e promuovere sistemi agroalimentari sostenibili

[6 Novembre 2020]

La Fao ha formalmente dato il via alla Food Coalition, una “rete di reti” che è «un’alleanza multilaterale e multisettoriale istituita su base volontaria per supportare iniziative innovative che garantiscano l’accesso al cibo, aumentino la resilienza dei sistemi agroalimentari e li indirizzino verso percorsi più sostenibili» e un nuovo strumento «per un’azione concertata finalizzata a evitare che l’emergenza sanitaria mondiale legata alla pandemia Covid-19 inneschi una crisi mondiale dagli effetti catastrofici».
Oltre 30 paesi hanno già manifestato il loro interesse ad aderire all’iniziativa nata da un’idea del Governo italiano e che «sosterrà le azioni in corso e future per contrastare gli effetti devastanti della pandemia e riportare i Paesi sulla strada giusta per il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile entro il 2030, primo fra tutti l’eliminazione della fame e della povertà».

La Food Coalition è stata varata dal direttore generale della Fao, Dongyu durante una cerimonia inaugurale virtuale di alto livello alla quale hanno partecipato il presidente del consiglio dell’Italia Giuseppe Conte e la vice-premier dei Paesi Bassi  Carola Schouten, due Paesi che hanno già espresso un impegno concreto in favore della Food Coalition, mettendo a disposizione risorse finanziarie. Hanno partecipato all’evento anche Tawakkol Karman, Premio Nobel per la Pace 2011, e Muhammad Yunus, Premio Nobel per la Pace 2006, entrambi membri dell’Alleanza Fao – Premi Nobel per la Pace per la sicurezza alimentare e la pace.

In aggiunta ai 690 milioni di affamati registrati nel 2019, quest’anno la pandemia Covid-19 potrebbe far sprofondare in tutto il mondo fino a 132 milioni di nuove persone nelle fila dei sottoalimentati, uno scenario che descrive in maniera efficace le difficoltà che la pandemia pone al raggiungimento dell’obiettivo dell’eradicazione della fame entro il 2030. Inoltre, secondo la Fao, «L’attuale crisi sanitaria avrà effetti cronici sulla sicurezza alimentare, compromettendo la produzione alimentare, la salute degli agricoltori e il loro accesso ai mercati, nonché il lavoro e i mezzi di sussistenza delle popolazioni rurali, con un conseguente calo della domanda e dell’offerta di generi alimentari nelle zone sia rurali che urbane, che a sua volta pregiudicherà lo stato nutrizionale della popolazione».
Per scongiurare questo scenario, la Food Coalition promuove« un’azione globale unificata in risposta alla pandemia Covid-19 e ai rischi che essa pone ai sistemi agroalimentari». Concretamente, l’iniziativa offre un fondo fiduciario dedicato e un polo informatico in rete, che consentono ai partecipanti di accedere a un “paniere” di dati e informazioni specifiche per progetto, nonché alle risorse e alle tipologie di aiuti necessari per numerosi progetti sul campo. La Fao ha elaborato Schede d’azione contenenti informazioni specifiche, che saranno continuamente aggiornate. Gli ambiti di intervento vanno dalle politiche integrate di tutela sociale in America latina al sostegno ai lavoratori migranti del settore agricolo in Asia centrale ed Europa orientale, dal rafforzamento delle capacità per contrastare la resistenza agli agenti antimicrobici in Africa fino all’accelerazione nell’uso di dati geospaziali da parte della nuova banca dati della Fao.

L’economista capo della Fao, Maximo Torero, ha spiegato che «L’emergenza Covid-19 ci ha insegnato che è necessario rafforzare la resilienza dei sistemi agroalimentari, sia per essere pronti a ridurre al minimo i rischi sia per imparare a far fronte ai rischi emergenti. “La Food Coalition è un valido aiuto in questo senso. In luglio, la FAO ha avviato un Programma di risposta e ripresa dall’emergenza Covid-19 articolato in sette ambiti di intervento prioritari per aiutare i paesi a far fronte alle crisi immediate innescate dalla pandemia e per preparare la ripresa e una ricostruzione efficace dei settori agroalimentari».
Qu ha sottolineato che «In tutto il mondo dobbiamo assicurarci che le filiere alimentari continuino a funzionare… e che i lavoratori agricoli e i consumatori più fragili, sia urbani che rurali, non siano spinti oltre la soglia della povertà. Dobbiamo promuovere lo scambio di conoscenze e approfittare dello slancio globale per promuovere la sicurezza alimentare e la nutrizione. Lo scopo è creare un’alleanza globale, una rete di governi nazionali, organizzazioni internazionali, leader di pensiero, attori della società civile e del settore privato che collaborino per un’azione globale unificata. Beviamo tutti acqua dallo stesso fiume e godiamo del sole sotto lo stesso cielo».
Secondo Conte, «Nessun leader dovrebbe permettere che, in un mondo ricco di cibo, le persone soffrano la fame. Di fronte alla pandemia, dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi e rafforzare il nostro impegno abituale per sostenere i più vulnerabili. L’Italia promuoverà questa causa quando assumerà la Presidenza del G20 l’anno prossimo».

Tra i Paesi membri del G-20 l’interesse per la Food Coalition è notevole, il che fa ben sperare per un ampliamento della base di aiuti e risorse in termini di esperienze e competenze, impegno politico e mobilitazione di fondi.

Per la Schouten, «La Food Coalition rappresenta un’opportunità per mostrare solidarietà e per rendere soluzioni innovative disponibili e accessibili a tutti, Il governo dei Paesi Bassi ha riconosciuto il valore dell’iniziativa italiana decidendo di sostenerla fin dalla sua prima ideazione. La conoscenza è una delle poche cose si moltiplica quando la si condivide».

Alle tavole rotonde previste nell’ambito dell’evento inaugurale sono intervenuti anche  i ministri di Costa Rica, Israele, Italia e Nigeria e gli ambasciatori di Cina e Stati Uniti d’America.

Karman ha ricordato che «La pandemia di Covid-19 ha reso la Fao l’organizzazione che guida gli forzi per sconfiggere la fame, così come era stata concepita per  fare dopo la maledizione della guerra. L’umanità oggi ha sufficiente capacità di mettere fine a questa crisi umanitaria».
La Food Coalition mobiliterà aiuti di alto livello in ambito politico, finanziario e tecnico, che permetteranno la realizzazione di azioni tempestive ed energiche in risposta alle esigenze e alle richieste dei singoli paesi individuate attraverso il Programma. E la direttrice generale aggiunta della Fao, Beth Bechdol ha evidenziato che «La Fao è dotata di una struttura e di capacità uniche per portare a compimento questa alleanza globale. L’Organizzazione ha gli strumenti per promuovere un dialogo costruttivo tra i suoi 194 membri, vanta legami con numerosi altri partner di spicco e dispone di un’estesa rete di nazioni grazie alla quale è possibile definire interventi estremamente mirati e stabilire un adeguato ordine di priorità per quanto concerne i pareri dei singoli Paesi«.
Yunus, ha concluso: «Le economie rurali devono essere ricostruite come economie indipendenti».