Il focus della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa

Come gli stress climatici impattano sulla produzione di frutta, ortaggi e sulla crescita dei fiori

«Lo scopo è comprendere le risposte a questi stress di colture importanti per gli imprenditori agricoli, le loro capacità di adattamento e le soluzioni agronomiche utili ad alleviarne gli effetti negativi preservandone la produttività o addirittura migliorandone la qualità»

[28 Ottobre 2019]

Gli stress climatici riducono le prestazioni e la resa delle colture, e questo è un dato scientifico assodato oltre che una drammatica esperienza empirica per il nostro Paese: gli agricoltori della Coldiretti stimano che i cambiamenti climatici e gli eventi meteorologici estremi  abbiano già colpito le colture con un danno complessivo nelle campagne stimato in 14 miliardi di euro per l’ultimo decennio.

«Alla luce dei cambiamenti climatici in atto – commenta Luca Sebastiani della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa – gli effetti degli stress, causati da carenze o da eccessi idrici, da salinità e da temperature non ottimali, sono costantemente studiati dalla comunità scientifica internazionale applicando approcci multidisciplinari. Lo scopo è comprendere le risposte a questi stress di colture importanti per gli imprenditori agricoli, le loro capacità di adattamento e le soluzioni agronomiche utili ad alleviarne gli effetti negativi preservandone la produttività o addirittura migliorandone la qualità».

Non tutti gli stress climatici vengono infatti per nuocere: la ricerca ha dimostrato che stress di lieve entità possono avere effetti positivi sulla qualità dei prodotti, grazie all’attivazione di meccanismi di difesa che inducono l’accumulo di molecole bioattive. Proprio agli effetti negativi e positivi degli stress climatici sulla produzione di frutta, ortaggi e sulla crescita dei fiori è dedicato un numero speciale della rivista scientifica internazionale open access Horticulturae, il cui coordinamento è stato affidato a Luca Sebastiani e ad Alessandra Francini, rispettivamente direttore e tecnico dell’Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.

«Quando gli stress climatici sono di lieve entità – conclude Francini – si possono registrare anche effetti positivi sulla concentrazione di molecole bioattive, di natura antiossidante. Queste sostanze sono in grado di migliorare le prestazioni post-raccolta e la qualità nutrizionale dei prodotti. Lo dimostra il caso della migliore conservazione del peperone irrigato con acqua moderatamente salina, come riportato in uno degli articoli dello speciale e come già noto per altre specie, come per l’olivo, come dimostra una recente pubblicazione del nostro Istituto».