Clima: le coltivazioni non ce la faranno a tenere il passo delle temperature in aumento

Se non si accelera l’introduzione di nuove varietà, le rese potrebbero calare a partire dal 2018

[21 Giugno 2016]

Secondo lo studio “Current warming will reduce yields unless maize breeding and seed systems adapt immediately”, pubblicato su Nature Climate Change da un team di ricercatori britannici, colombiani e keniani, «Lo sviluppo di varietà di colture che siano più adatte  alle nuove condizioni climatiche è di vitale importanza per la futura produzione di cibo». Ma gli aumenti delle temperature medie accelereranno lo sviluppo delle piante «con conseguente durata delle colture più breve e tempi ridotti per accumulare biomassa e resa».

La conclusione dell’università di Leeds è che «I rendimenti delle coltivazioni caleranno entro il prossimo decennio a causa del cambiamento climatico se non si interviene immediatamente per accelerare l’introduzione di varietà nuove e migliorate».

Il principale autore dello studio, Andy Challinor, del  Priestley International Centre for Climate  e dell’università di Leeds, ha sottolineato  che «In Africa, a poco a poco, l’aumento delle temperature e più siccità e ondate di calore causate dai cambiamenti climatici,  avranno un impatto sul mais. Abbiamo esaminato in particolare l’effetto della temperatura sulla durate delle colture, che è la lunghezza di tempo tra la semina e la raccolta. Temperature più elevate significano periodi più brevi e quindi meno tempo per accumulare biomassa e  resa».

Lo studio evidenzia che il processo di sviluppo, fornitura e adozione (breeding, delivery and adoption – BDA) di nuove varietà di mais agli agricoltori può richiedere dai 10 ai 30 anni e per questo il team dell’università di Leeds, del CGIAR e dell’nternational Maize and Wheat Improvement Centre hanno valutato per la prima volta le conseguenze del  riscaldamento globale durante il processo di BDA,  utilizzando 5  modelli climatici globali e 4 percorsi rappresentativi basati su scenari realistici delle tempistiche BDA per il mais in Africa e dicono che «I risultati di mostrano che la differenza di temperatura previste tra l’inizio e la fine del ciclo BDA del mais danno come risultato periodi di coltivazione più brevi che sono al di fuori della variabilità corrente». Ma l’adattamento e la mitigazione climatica possono ridurre le perdite dovute alla diminuzione del periodo di crescita: «In particolare, le proiezioni climatiche hanno il potenziale per fornire target di temperature elevate per la riproduzione». Mentre le opzioni per ridurre i tempi di BDA sono fortemente dipendenti dal contesto, le azioni per favorire la resilienza climatica delle coltivazioni comprendono il miglioramento dei dati e della loro  condivisione tra le regioni per l’intero ciclo BDA, la razionalizzazione dei regolamenti e il capacity building. Ma lo studio dimostra anche che  ci saranno conseguenze per il mais – e per altre colture alimentari – in tutti i Paesi tropicali, dove si accorcerà il periodo di coltivazione.

I ricercatori hanno scoperto che la durata del periodo di coltivazione  in alcune località diventerà molto più breve già nel 2018 e entro il 2031 nella maggior parte delle regioni nelle quali si coltiva mais in Africa. Solo nello scenario più ottimistico –  nel quale l’agricoltura, la politica, i mercati e la tecnologia si alleano per realizzare nuove varietà in 10 anni – potrebbe permettere alle specie agricole di tenere il passo del riscaldamento delle temperature da ora al 2050.

Il team di ricercatori ha esaminato le opzioni per fare in modo che le nuove varietà di colture possono essere sviluppate e fornite ai contadini in modo più rapido. Queste vanno dal miglioramento  delle tecniche degli screening biochimici  a quello delle  politiche di governo sulle sperimentazioni e dell’accesso degli agricoltori ai mercati.

Andy Jarvis, dell’ International Centre for Tropical Agriculture ha detto che «Gli investimenti nella ricerca agricola per lo sviluppo e la diffusione di nuove tecnologie di semi è uno dei migliori investimenti che possiamo fare per l’adattamento climatico. Il fondi per il clima potrebbero essere utilizzati per aiutare gli agricoltori di tutto il mondo a restare diversi passi avanti ai cambiamenti climatici, con importanti benefici per la sicurezza alimentare globale».

I ricercatori hanno anche proposto un piano alternativo: utilizzare  modelli climatici globali per determinare le temperature future, costruire serre che riproducano quelle stesse temperature e coltivarci le varietà alimentari del futuro.

Challinor conclude: «La sfida è nel sapere quali saranno le emissioni future e garantire che i modelli climatici siano  in grado di produrre informazioni abbastanza accurate sulle temperature future, sulla base di tali emissioni. Al Priestley Centre, i ricercatori stanno lavorando a queste sfide,  migliorando i modelli climatici e con l’obiettivo di utilizzarli  direttamente per risolvere questi problemi».