Certificazione dei prodotti agricoli: come l’ecologia sblocca i mercati globali per gli agricoltori

Unep, Rainforest Alliance e Olam International al lavoro insieme per migliorare le condizioni dei piccoli agricoltori e della biodiversità

[27 Novembre 2020]

Negli ultimi 30 anni, sempre più coltivatori di tè, caffè e cacao hanno abbracciato pratiche rispettose del clima e sostenibili adottando “standard di certificazione” che aiutano a mantenere la qualità del suolo, aumentare la produttività e ridurre i costi. Inoltre, gli standard assicurano inoltre agli acquirenti di materie prime agricole che i prodotti nelle loro catene di approvvigionamento sono sostenibili dal punto di vista ambientale.

Nel luglio 2020, c’è stata una svolta quando Rainforest Alliance, partener dell’United Nations  environment programme (Unep) ha pubblicato il suo nuovo standard unificato (certification programme) per i sistemi di produzione che salvaguardano la biodiversità e i servizi ecosistemici. All’Unep sottolineano che «Lo standard si applica a oltre 5 milioni di ettari di terreni agricoli tropicali, influendo sui mezzi di sussistenza di oltre 2 milioni di famiglie di agricoltori».

Christopher Stewart, responsabile globale responsabilità aziendale e  sostenibilità di Olam International,  ricorda che «Certificazioni come Rainforest Alliance hanno svolto un ruolo importante nel portare a catene di approvvigionamento sostenibili sia a livello di produzione che di consumo. Collaboriamo da molti anni con Rainforest Alliance e abbiamo o apprezzato molto la loro competenza in materia di sostenibilità e capacità di implementazione per aiutarci a far avanzare i nostri programmi per gli agricoltori. Un marchio Rainforest Alliance come un francobollo può motivare i consumatori ad acquistare prodotti realizzati in modo sostenibile e a sostenere gli agricoltori».

E le cifre dimostrano che  anche gli agricoltori traggono vantaggio dalla certificazione. Nel 2019, più di 209.000 agricoltori hanno partecipato al programma di certificazione Rainforest Alliance in Costa d’Avorio, Ecuador e Ghana, producendo più di 200.000 tonnellate di cacao, sufficienti per produrre 13 milioni di barrette di cioccolato da 100 gframmi al giorno.  Sempre nel 2019, era stato acquistato abbastanza tè certificato Rainforest Alliance per produrre 330 milioni di tazze di tè al giorno , con una produzione certificata che ha coinvolto 936.000 coltivatori di tè e 734.000 lavoratori. I principali Paesi produttori interessati sono stati India, Kenya e Sri Lanka. I dati sul 2020 saranno pubblicati a marzo-aprile 2021.

In Ghana, dove il cacao è la principale esportazione della nazione, con entrate per oltre 3 miliardi di dollari nel 2018 , l’Unep e Rainforest Alliance hanno unito le forze con Olam per favorire l’adozione dello schema di certificazione dell’agricoltura sostenibile di Rainforest Alliance nella regione di Bia-Juabeso.

»Adottando un approccio territoriale, che cerca di bilanciare le esigenze in competizione per l’utilizza del suolo nel miglior modo per il benessere umano e l’ambiente – spiega l’Unpep – , il progetto è stata una delle prime iniziative in Ghana a condurre la mappatura delle aziende agricole e la registrazione degli alberi sui terreni agricoli, mobilitando 2.800 agricoltori in 34 comunità agricole per preservare l’ambiente locale e i servizi ecosistemici da cui dipende la futura produttività del cacao».

Da allora l’approccio è stato replicato in tre diversi territori del Ghana, in collaborazione con Olam, e finanziato attraverso la Partnership for Forests  del governo del Regno Unito e, più recentemente, un nuovo partenariato con l’Unione europea.

L’Unep e Rainforest Alliance, con il sostegno del Global Environment Facility, hanno aiutato gli agricoltori del  Ghana al Vietnam a trarre vantaggio dagli schemi di certificazione, realizzando una nuova prosperità rurale, sviluppando allo stesso tempo filiere verdi e fornendo cibo sano e altri prodotti agricoli alle comunità locali .

In Cina, India, Sri Lanka e Vietnam la partnership ha lavorato con i coltivatori di tè per ridurre l’uso di prodotti agrochimici per il controllo delle infestanti, riducendo i costi per gli agricoltori e migliorando la salute del suolo. Il progetto ha insegnato ai piccoli coltivatori di tè come distinguere le erbacce nocive da quelle innocue che possono essere lasciate nel terreno. «Questo  – evidenzia l’Unep – aiuta a proteggere dall’erosione, migliora il contenuto organico del suolo attraverso la pacciamatura (una potente fonte di nutrimento per le piante e un agente di stoccaggio del carbonio) e migliora significativamente l’umidità del suolo, tutti elementi chiave per la produzione di colture. Con meno erbe infestanti da estrarre, gli agricoltori possono rimuovere manualmente le specie nocive, evitando erbicidi velenosi e riducendo i costi per mantenere un raccolto sano».

E’ basandosi sui successi di queste iniziative, che Rainforest Alliance a luglio ha lanciato il suo Certification Programme potenziato e il  direttore landscapes and communities di Rainforest Alliance, Edward Millard.nel luglio 2020, sottolinea che «Dopo due anni di ampie consultazioni con agricoltori, aziende, organizzazioni non governative, governi e ricercatori – con il contributo di oltre 1.000 persone in quasi 50 Paesi – abbiamo aumentato le nostre ambizioni. Questo significa requisiti rafforzati per le aziende agricole e le imprese, migliori sistemi di monitoraggio e garanzia, innovazioni digitali avanzate e, al centro di tutto, una visione della sostenibilità come percorso condiviso di miglioramento continuo».

Le aziende agricole lavoreranno per aumentare la loro conformità allo standard mentre apprendono nuove tecniche basate sull’utilizzo dei servizi forniti dalla natura.

Max Zieren, esperto di biodiversità e gestione del territorio dell’Unep, conclude: «La cosa grandiosa di questo nuovo programma è che è molto più fattibile per gli agricoltori rispetto ai programmi precedenti. E’ anche al centro di un nuovo progetto sui territori agricoli sostenibili finanziato dal Global Environment Facility in India, che dovrebbe iniziare nel 2021».