Agroalimentare, in Toscana export da record: più di 2 miliardi di euro a fine anno

[16 Settembre 2015]

L’agroalimentare è uno strumento di soft power per la regione Toscana, riconosciuto in ogni angolo del mondo; i dati mostrati da Coldiretti a Expo, in occasione della Giornata dell’agricoltura italiana, mostrano però come il settore abbia anche accresciuto il proprio ruolo di traino economico durante questi lunghi anni di crisi. Nei primi sei mesi dell’anno il valore delle esportazioni di prodotti agroalimentare toscano è cresciuto del 15% – anche per effetto del palcoscenico offerto all’Expo, sostiene la Coldiretti Toscana – ponendo le basi per superare ampiamente i 2miliardi di euro alla fine dell’anno.

Nel primo semestre – sottolineano gli agricoltori sulla base di dati Istat – il valore complessivo delle esportazioni è stato di 1,170 milioni di euro, 155 milioni di euro in più. L’Europa rappresenta il mercato principale: circa due terzi, il 58%, di vino, pasta,frutta ed ortaggi finiscono sulle tavole del vecchio continente con un incremento del 6,5% ma il Made in Italy a tavola fa registrare un vero e proprio boom soprattutto negli Stati Uniti (+35%) e Cina (+57%). Vino (+25% e 417 milioni di euro di esportazioni), olio (+15% e 319 milioni di euro) e pasta (+10% e 45 milioni di euro) rappresentano eccellenze di punta, all’interno come all’esterno dei confini regionali.  circa che rappresenta una voce importante sulle tavole straniere.

Il patrimonio agroalimentare della Regione si estende molto oltre i tre prodotti finiti sul podio dell’export, e comprende ben 461 “bandiere del gusto” – che contempla le produzioni ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni -, un numero da primato in Italia e seguito dalle specialità alimentari  della Campania (457) e del Lazio (393).

«Il record fatto registrare dall’export – dichiara infatti Tulio Marcelli, presidente Coldiretti Toscana – è il frutto del lavoro di un tessuto produttivo ricco, capillare, che coinvolge migliaia di uomini e donne. La Toscana è il faro dell’agroalimentare italiano, la regione con più prodotti titolati e con la più grande capacità di penetrazione nei mercati mondiali. Questo patrimonio però va difeso portando sul mercato il valore aggiunto della trasparenza e dando completa attuazione alle leggi nazionale e comunitaria che prevedono l’obbligo di indicare in etichetta l’origine degli alimenti».

E sulla trasparenza e la semplificazione sembra puntare anche il presidente della Regione, Enrico Rossi, che ieri a Bruxelles ha sostenuto con forza – durante l’audizione alla commissione agricoltura del Parlamento Europeo – la necessità di semplificare e rendere più efficiente il sistema di erogazione dei fondi comunitari in agricoltura, che oggi avviene attraverso un doppio binario, quello della Pac (politica agricola comune, con 187 milioni di euro nel 2014) ovvero gli aiuti diretti e le misure sugli investimenti dello Sviluppo Rurale (168 i milioni di euro erogati l’anno scorso).

Anche grazie a questo sostegno, sono positivi per il settore i dati sull’occupazione diffusi da Coldiretti: sono 54 mila i lavoratori, tra titolari e dipendenti (a tempo determinato ed indeterminato) nel secondo trimestre dell’anno in corso, l’1,9% in più circa, pari a circa 1.000 occupati, rispetto allo stesso periodo del 2013. Gli occupati nell’agricoltura toscana non erano mai stati così tanti dal lontano 2010, ma è possibile fare di più.

«La nostra Regione – ha detto Rossi – rappresenta un modello territoriale e paesaggistico unico e di pregio. Il paesaggio è il frutto dell’agricoltura, la Toscana non sarebbe la stessa senza il suo paesaggio e le sue 70 mila aziende agricole e le 5200 aziende agroindustriali che forniscono prodotti e servizi di alta qualità. Basti pensare alle 86 fra denominazioni di origine protetta e indicazioni di origine protetta riconosciute».