Agrifood Next, ecco la community per l’innovazione sostenibile in campo agroalimentare

A Siena nasce un documento strategico di sette punti, in vista della partecipazione dall’Expo di Dubai

[18 Novembre 2019]

Agrifood Next, la due giorni che ha riunito a Siena il meglio dell’innovazione e sostenibilità in campo agroalimentare, si è chiusa con la nascita di una nuova community: «Sulla base del successo dell’iniziativa, il comitato tecnico-scientifico di Agrifood Next ha deciso di predisporre un piano di azioni a supporto dell’innovazione nelle piccole e medie imprese agrifood – spiegano Angelo Riccaboni (nella foto), presidente della Fondazione Prima e Mauro Rosati, direttore generale Fondazione Qualivita – Questa è la community che nasce a Siena per l’innovazione e la sostenibilità dell’agricoltura italiana di qualità. Una piattaforma aperta per il mondo della ricerca, le aziende, le organizzazioni, i consorzi di tutela, le scuole e le università, che vuole diventare sia luogo della riflessione che di confronto, ma soprattutto luogo di proposta».

La community degli innovatori agrifood sarà tra l’altro protagonista a Dubai, come annunciato da Paolo Glisenti, Commissario generale per l’Italia Expo 2020: «L’Expo 2020 di Dubai, la prima Expo nel mondo arabo sul tema sostenibilità e necessità idriche sarà vetrina di eccellenza per l’agrifood italiano. C’è grande aspettativa da parte degli altri Paesi che vedono l’Italia leader del settore. Gli oltre 30 casi proposti a Siena sono un esempio dell’Italia che sarà presentata a Dubai».

Nel frattempo, l’eredità della kermesse senese sta in un documento strategico in sette punti – tanti quanti i tavoli di lavoro che l’hanno redatto grazie alla partecipazione di un gran numero di esperti, giovani, ricercatori, innovatori, docenti – che segna le linee guida della community del nuovo agrifood:

Agricoltura di precisione: servono incentivi istituzionali per giovani imprenditori e ricercatori a supporto dell’innovazione, è necessario diffondere il modello delle Demofarms, infrastrutture tecnologiche condivise, ma soprattutto è necessario un maggior dialogo.

Territorio ed Indicazioni geografiche: il prodotto tradizionale deve rispondere alle nuove esigenze dei consumi anche sul fronte salutista, c’è bisogno di innovazioni gestionali per le singole imprese e per i consorzi di tutela, la burocrazia deve supportare e velocizzare risposte e processi, è soprattutto necessario colmare i vuoti di conoscenza fra produttori e operatori del territorio come ad esempio i ristoratori. È necessario accrescere la conoscenza delle IG verso i consumatori più giovani e serve formazione nelle scuole.

Formazione: Emerge la necessità di conoscere i bisogni delle imprese con particolare riferimento all’innovazione, favorire approcci di processo e non di prodotto, conoscere e anticipare i bisogni del mercato per costruire i profili professionali adeguati, introducendo un modello di formazione partecipativo. Affinché sia possibile una vera rivoluzione digitale e tecnologica l’essere umano deve tenere il passo con il cambiamento altrimenti ne sarà travolto e sconfitto.

Filiere: serve migliorare la redditività della filiera, ci sono difficoltà a fare sistema, la dimostrazione è il saldo negativo che l’Italia ha con Bruxelles. E’necessario migliorare l’accesso a strumenti innovativi, aumentare la circolarità, valorizzando l’equilibrio fra i tre pilastri della sostenibilità:ambientale, etico/sociale ed economica.

Digitale, Blockchain e Big Data: c’è necessità di una regolamentazione per la blockchain e la proprietà dei dati e c’è bisogno di garantire la qualità e validazione del dato. Occorre maggiore chiarezza rispetto agli obiettivi della blockchain. C’è attualmente grande sperimentazione sul tema ma anche tanta incertezza. Serve maggiore condivisione di progetti fra stakeholder e l’integrazione fra dati pubblici e privati per la filiera agroalimentare.

Agribusiness: dal tavolo di lavoro è emersa la difficoltà di accesso ai finanziamenti e all’interazione con gli enti di ricerca. Servono nuove soluzioni innovative per il packaging come veicolatore di informazioni sul prodotto. Bisogna superare l’approccio tradizionale da parte degli intermediari finanziari, serve personale specializzato che abbini sviluppo e uso di innovazioni con pratiche produttive tradizionali e routinarie.

Benessere e Sostenibilità: c’è troppa disinformazione su ciò che fa realmente bene alla salute e all’agroalimentare, preoccupa la perdita del rapporto con il cibo che è diventato una commodity, c’è un’eccessiva concentrazione della GDO, mancano figure adeguate per una formazione efficace e in linea con i principi di sostenibilità. Inesistenza di un modello di dieta salvifica e conseguente adozione di diete variegate, squilibrate e dannose. Obiettivo è la rinascita dei territori rurali e la connessione con i centri urbani che può riqualificarli come luoghi dove produrre in maniera sostenibile.